ROMA - Ancora a muso duro contro il Governo Renzi. "L'autosufficienza della politica sta determinando una torsione democratica" ma il sindacato non si sente "orfano ma protagonista". E' il segretario della Cgil, Susanna Camusso, a stigmatizzare cosi' la posizione dell'esecutivo e dell'"attuale presidente del Consiglio", mai citato con nome e cognome nella relazione di apertura del XVII Congresso nazionale.
"Contrastiamo e contrasteremo l'idea di un'autosufficienza del Governo, che taglia non solo l'interlocuzione con le forme di rappresentanza, ma ne nega il ruolo di partecipazione e di sostanziamento della democrazia - afferma il segretario generale della Cgil dal Palacongressi di Rimini - Una logica di autosufficienza della politica che sta determinando una torsione democratica verso la governabilita' a scapito della partecipazione". Dl e jobs act non vanno bene, si' contratto unico Il segretario generale della Cgil conferma le critiche al decreto su contratti a termine e apprendistato e bolla come "tutt'altro che chiaro" il disegno di legge delega. Camusso chiede che "si faccia davvero un contratto unico", "la mediazione giusta e positiva tra flessibilizzazione contrattata e certezze per i lavoratori".
Quindi propone di discutere di altre tre forme: contratto a termine causale, per stagionalita' e sostituzioni, la somministrazione e l'apprendistato. Secondo Camusso il decreto lavoro "va nel verso dell'ulteriore precarizzazione" e insieme alla legge delega si va alla "moltiplicazione della complessita'", con la conseguenza di "allontanare per i giovani e per i disoccupati la prospettiva di fondare qualche progetto sul loro lavoro, con tutti gli effetti di peggioramento del sistema formativo e produttivo".
LA REPLICA DI RENZI - I sindacati devono capire che la musica è cambiata. Così il premier Matteo Renzi al Tg5. E il premier insiste: "Noi stiamo cercando di cambiare l'Italia, se i sindacati vogliono dare mano lo facciano ma sappiano che la musica è cambiata, non possono pensare decidere o bloccare tutto loro. Se vogliono dare mano bene ma noi non stiamo ad aspettare loro". Renzi chiede ai sindacati di cambiare: "Se i sindacati vogliono cambiare l'Italia insieme a noi ci stiamo ma in un momento in cui tutti fanno sacrifici, anche la politica, anche i sindacati devono fare la loro parte partendo dalla riduzione del monte ore dei permessi e mettendo on line tutte le loro spese". "Con Bruxelles accetto la scommessa: vediamo se a fine anno gli 80 euro non avranno impatto e vediamo i numeri reali. Bruxelles ha fatto il fondo Salva-Stati e Salva- Banche ora comincino a fare qualcosa per le famiglie". Così Renzi ribatte alle stime economiche rese note dalla Commissione Ue.
Poi il premier rincara la dose durante Ballarò: "Il fatto che il massimo dell'elaborazione concettuale del leader Cgil sia l'attacco al governo, e non la preoccupazione per i disoccupati, è triste per i militanti della Cgil. Se Camusso ha un problema interno perché Landini chiede cose diverse è problema loro, noi vogliamo discutere ma basta con il potere di veto".
"Contrastiamo e contrasteremo l'idea di un'autosufficienza del Governo, che taglia non solo l'interlocuzione con le forme di rappresentanza, ma ne nega il ruolo di partecipazione e di sostanziamento della democrazia - afferma il segretario generale della Cgil dal Palacongressi di Rimini - Una logica di autosufficienza della politica che sta determinando una torsione democratica verso la governabilita' a scapito della partecipazione". Dl e jobs act non vanno bene, si' contratto unico Il segretario generale della Cgil conferma le critiche al decreto su contratti a termine e apprendistato e bolla come "tutt'altro che chiaro" il disegno di legge delega. Camusso chiede che "si faccia davvero un contratto unico", "la mediazione giusta e positiva tra flessibilizzazione contrattata e certezze per i lavoratori".
Quindi propone di discutere di altre tre forme: contratto a termine causale, per stagionalita' e sostituzioni, la somministrazione e l'apprendistato. Secondo Camusso il decreto lavoro "va nel verso dell'ulteriore precarizzazione" e insieme alla legge delega si va alla "moltiplicazione della complessita'", con la conseguenza di "allontanare per i giovani e per i disoccupati la prospettiva di fondare qualche progetto sul loro lavoro, con tutti gli effetti di peggioramento del sistema formativo e produttivo".
LA REPLICA DI RENZI - I sindacati devono capire che la musica è cambiata. Così il premier Matteo Renzi al Tg5. E il premier insiste: "Noi stiamo cercando di cambiare l'Italia, se i sindacati vogliono dare mano lo facciano ma sappiano che la musica è cambiata, non possono pensare decidere o bloccare tutto loro. Se vogliono dare mano bene ma noi non stiamo ad aspettare loro". Renzi chiede ai sindacati di cambiare: "Se i sindacati vogliono cambiare l'Italia insieme a noi ci stiamo ma in un momento in cui tutti fanno sacrifici, anche la politica, anche i sindacati devono fare la loro parte partendo dalla riduzione del monte ore dei permessi e mettendo on line tutte le loro spese". "Con Bruxelles accetto la scommessa: vediamo se a fine anno gli 80 euro non avranno impatto e vediamo i numeri reali. Bruxelles ha fatto il fondo Salva-Stati e Salva- Banche ora comincino a fare qualcosa per le famiglie". Così Renzi ribatte alle stime economiche rese note dalla Commissione Ue.
Poi il premier rincara la dose durante Ballarò: "Il fatto che il massimo dell'elaborazione concettuale del leader Cgil sia l'attacco al governo, e non la preoccupazione per i disoccupati, è triste per i militanti della Cgil. Se Camusso ha un problema interno perché Landini chiede cose diverse è problema loro, noi vogliamo discutere ma basta con il potere di veto".