Confindustria Lecce e Ance Lecce dicono 'No' al gasdotto in Croazia

LECCE - Confindustria Lecce ed Ance Lecce esprimono preoccupazione per quanto apparso sulla stampa e ripreso dalle televisioni in questi giorni, in merito all’ipotesi del trasferimento del gasdotto TAP dal Salento in Croazia.

“Purtroppo ancora una volta – commenta il presidente di Confindustria Lecce Piernicola Leone de Castris – il nostro Paese riesce  a ‘distinguersi’ per la celerità con cui prende le decisioni e per il ‘sostegno’ alle imprese... La possibilità che la Croazia diventi l’approdo definitivo del progetto Tap, se non è una ipotesi di scuola, comporterebbe per l’Italia la perdita di una infrastruttura strategica per lo sviluppo”.

“Nonostante le rassicurazioni del viceministro De Vincenti – afferma il presidente di Ance Lecce Giampiero Rizzo – l’idea che dopo tanto lavoro, incontri, analisi del progetto, il gasdotto venga realizzato altrove rappresenterebbe una grande sconfitta per il sistema economico e, soprattutto, chi è intenzionato ad investire nel nostro territorio potrebbe esserne scoraggiato”.

Il gasdotto trans-adriatico TAP che dovrebbe portare in Europa, con approdo sulle spiagge di San Foca, marina di Melendugno, il gas proveniente dalla Regione del Mar Caspio è un investimento fondamentale, che contribuirà a calmierare il costo dell’energia e a rendere più indipendente il nostro Paese dalle fonti energetiche provenienti dalla Russia.

Confindustria Lecce e Ance Lecce naturalmente ritengono che il progetto debba essere realizzato nel massimo rispetto dell’ambiente e con la condivisione del territorio, senza che però vengano alzati steccati puramente ideologici o alimentati da preconcetti.

Su opere di tale portata – continuano i vertici di Ance Lecce e Confindustria Lecce – occorre ragionare con serenità, poiché si corre davvero il rischio di perdere occasioni di crescita che porterebbero lavoro e contribuirebbero ad allineare i costi energetici italiani (oggi +30%) a quelli europei, con evidenti vantaggi per la competitività delle imprese ma anche per cittadini ed istituzioni.

Pertanto, è necessario che la politica ed i governi ad i vari livelli prendano le decisioni richieste, istituendo finalmente un tavolo nazionale che chiuda in tempi rapidi e certi la fase istruttoria e di ricognizione.