Ok del Senato alla fiducia posta dal governo sul decreto legge lavoro. I sì sono stati 158, i no 122, nessuno astenuto. Il testo torna ora alla Camera in terza lettura.
Si trattava di un maxi-emendamento che recepisce le modiche apportate in commissione.
I senatori presenti oggi in Aula durante le votazioni sulla fiducia al decreto legge sono stati 281, di cui 280 votanti.
Durante il voto in Aula è letteralmente esploso il caos. I senatori del Movimento 5 Stelle durante le dichiarazioni di voto hanno indossato magliette con la scritta "schiavi mai" e addirittura si sono ammanettati tra loro. La seduta è stata momentaneamente sospesa. "Non ci muoviamo e ci dovrete portare via con la forza" ha detto la senatrice grillina Nunzia Catalfo.
"Ora vado a cercare i fabbri e in un modo o nell'altro uscirete di qui", ha risposto il presidente dell'Assemblea Roberto Calderoli. Dopo pochi minuti, però, la protesta è rientrata e così sono riprese le dichiarazioni di voto.
Il testo era arrivato in aula martedì, dopo il via libera lunedì sera in commissione agli otto emendamenti del governo, frutto della mediazione tra i partiti della maggioranza. Respinte quasi tutte le altre proposte di modifiche, circa 700, la maggior parte presentate dal Movimento Cinque Stelle che annuncia battaglia in aula. L'ok al provvedimento dovrebbe arrivare mercoledì.
La novità più importante prevede una sanzione monetaria e non più l'obbligo di assunzione del lavoratore per le aziende che superano il tetto del 20% dei contratti a termine. In base a questa norma il datore di lavoro dovrà pagare una multa pari al 20% della retribuzione del dipendente se l'azienda eccede di un solo lavoratore. Dal secondo lavoratore eccedente in poi, la sanzione sarà pari al 50% della retribuzione. I maggiori introiti saranno versati nel Fondo speciale per l'occupazione. L'emendamento del governo è stato approvato senza modifiche con l'ok della maggioranza e il voto contrario delle opposizioni.
Il tetto del 20% per le assunzioni a termine non varrà per istituti pubblici ed enti di ricerca privati. Per chi svolge attività di ricerca scientifica o tecnologica e per chi svolge attività di assistenza tecnica e di coordinamento e direzione in questi settori il limite non sarà applicato.
Si trattava di un maxi-emendamento che recepisce le modiche apportate in commissione.
I senatori presenti oggi in Aula durante le votazioni sulla fiducia al decreto legge sono stati 281, di cui 280 votanti.
Durante il voto in Aula è letteralmente esploso il caos. I senatori del Movimento 5 Stelle durante le dichiarazioni di voto hanno indossato magliette con la scritta "schiavi mai" e addirittura si sono ammanettati tra loro. La seduta è stata momentaneamente sospesa. "Non ci muoviamo e ci dovrete portare via con la forza" ha detto la senatrice grillina Nunzia Catalfo.
"Ora vado a cercare i fabbri e in un modo o nell'altro uscirete di qui", ha risposto il presidente dell'Assemblea Roberto Calderoli. Dopo pochi minuti, però, la protesta è rientrata e così sono riprese le dichiarazioni di voto.
Palazzo Madama |
La novità più importante prevede una sanzione monetaria e non più l'obbligo di assunzione del lavoratore per le aziende che superano il tetto del 20% dei contratti a termine. In base a questa norma il datore di lavoro dovrà pagare una multa pari al 20% della retribuzione del dipendente se l'azienda eccede di un solo lavoratore. Dal secondo lavoratore eccedente in poi, la sanzione sarà pari al 50% della retribuzione. I maggiori introiti saranno versati nel Fondo speciale per l'occupazione. L'emendamento del governo è stato approvato senza modifiche con l'ok della maggioranza e il voto contrario delle opposizioni.
Il tetto del 20% per le assunzioni a termine non varrà per istituti pubblici ed enti di ricerca privati. Per chi svolge attività di ricerca scientifica o tecnologica e per chi svolge attività di assistenza tecnica e di coordinamento e direzione in questi settori il limite non sarà applicato.