BARI - “Stiamo perdendo una fonte inestimabile di ricchezza per la nostra città e il Comune, in qualità di socio fondatore, resta a guardare, come ha fatto negli ultimi dieci anni”. Marco Cornaro, candidato sindaco del Polo Barese, lista civica indipendente, interviene così sulla Fiera del Levante.
“Prima la Fiera, con la campionaria e un fitto calendario di eventi, era il motore di sviluppo della nostra economia, con tanto lavoro per albergatori, ristoratori, commercianti, tassisti. Ora la campionaria incassa cifre bassissime e durante il resto dell’anno non si organizza quasi più nulla. La colpa è di scelte sbagliate compiute nel corso degli anni e di interessi economici, o meglio sarebbe dire appetiti, che hanno gradatamente stritolato e svuotato la Fiera. La privatizzazione rappresenta un ulteriore depauperamento del core business. Con essa si affida l’organizzazione e la gestione della manifestazioni fieristiche a società private. In pratica si affida ad altri quello che non siamo stati in grado di fare noi, sancendo così il nostro fallimento e non quello della Fiera che, se opportunamente gestita, può tornare ad essere appetibile, arricchendo però i privati che verranno a colonizzare uno dei tesori che ha reso Bari famosa in tutto il mondo”, continua Marco Cornaro.
“Questo non può che provocare un forte senso di rabbia e frustrazione. Noi non siamo in grado di ridefinire nuove strategie di mercato? Se si è arrivati a questo punto non può essere frutto solo della crisi economica o l’evoluzione del mercato. Dietro questi alibi si cela la politica affaristica e lobbistica, si celano gli interessi di pochi. E questo, purtroppo, non vale solo per la Fiera del Levante. Ora l’obiettivo prioritario deve essere quello di tutelare i lavoratori”.
“Prima la Fiera, con la campionaria e un fitto calendario di eventi, era il motore di sviluppo della nostra economia, con tanto lavoro per albergatori, ristoratori, commercianti, tassisti. Ora la campionaria incassa cifre bassissime e durante il resto dell’anno non si organizza quasi più nulla. La colpa è di scelte sbagliate compiute nel corso degli anni e di interessi economici, o meglio sarebbe dire appetiti, che hanno gradatamente stritolato e svuotato la Fiera. La privatizzazione rappresenta un ulteriore depauperamento del core business. Con essa si affida l’organizzazione e la gestione della manifestazioni fieristiche a società private. In pratica si affida ad altri quello che non siamo stati in grado di fare noi, sancendo così il nostro fallimento e non quello della Fiera che, se opportunamente gestita, può tornare ad essere appetibile, arricchendo però i privati che verranno a colonizzare uno dei tesori che ha reso Bari famosa in tutto il mondo”, continua Marco Cornaro.
“Questo non può che provocare un forte senso di rabbia e frustrazione. Noi non siamo in grado di ridefinire nuove strategie di mercato? Se si è arrivati a questo punto non può essere frutto solo della crisi economica o l’evoluzione del mercato. Dietro questi alibi si cela la politica affaristica e lobbistica, si celano gli interessi di pochi. E questo, purtroppo, non vale solo per la Fiera del Levante. Ora l’obiettivo prioritario deve essere quello di tutelare i lavoratori”.