GAGLIANO DEL CAPO (LE) - L'ordinanza della Capitaneria di Porto di Gallipoli n. 21 del 15 maggio 2014 (è un atto dovuto). Vista la perimetrazione geomorfologica per il Piano di Assetto Idrogeologico che il Comune di Gagliano ha studiato e condiviso con l’Autorità di Bacino e che classifica tutta(!!) la costa gaglianese con PG3 (pericolosità geomorfologica molto elevata);
vista la relazione redatta a seguito di sopralluogo effettuato il 22-03-2014 dalla Capitaneria di Porto congiuntamente al personale del Comune di Gagliano che ha confermato la situazione di potenziale pericolo con fenomeni di movimenti franosi su tutta la costa;
rende noto che nello specchio acqueo, fino ad una distanza di 100 metri dalla costone roccioso, sono vietate la balneazione, la navigazione, la sosta e l’ancoraggio di tutte le unità navali, la pesca professionale e sportiva, l’attività subacquea.
Il Comune, quindi, ha l’obbligo di adottare provvedimenti amministrativi restrittivi per l’accesso alla costa e provvedere a installare la cartellonistica riportante i divieti sopra citati e l’indicazione del pericolo esistente.
E’ evidente che le ordinanze della Capitaneria, basate su un criterio discutibile, ha colpito le aree costiere salentine classificate PG3 nel PAI, senza considerare la roccia di tipo calcare duro (esempio costa di Gagliano) o di tipo calcareniti con strati sedimentari (esempio costa Melendugno).
“Ritengo – osserva Marco Pizzolante, segretario del Circolo Pd - che l'interdizione di tutta la costa di Gagliano è esagerata, perché è indifferenziata e supportata da un’analisi geomorfologica superficiale (criticata da tempo) che il Comune di Gagliano ha condiviso con l’Autorità di Bacino.
E' chiaro – prosegue la nota - che la pericolosità della falesia non è la stessa lungo tutta la costa e classificare indiscriminatamente tutto il litorale gaglianese come pericolo geomorfologico molto elevato è frutto di uno studio poco approfondito.
Il sindaco Antonio Buccarello dovrebbe urgentemente opporsi a questa ordinanza generalizzata, che comprometterà la stagione balneare con ingenti danni all’economia locale.
La settimana prossima solleciteremo il sindaco affinché convochi urgentemente un tavolo tecnico con esperti dell’Università, l’assessore regionale ai lavori pubblici Giannini, l’Autorità di Bacino e la Capitaneria di Porto per appurare l’effettiva pericolosità della costa inibita e valutare le opportune modifiche dell’ordinanza della Capitaneria.
Il caso di Melendugno – conclude Pizzolante - e la tenacia del suo sindaco Marco Potì insegnano, perciò spero che il sindaco non si limiti ad assecondare l’ordinanza della Capitaneria per “giustificare” la sua volontà politica di mettere in opera le reti metalliche nel canyon del Ciolo. A mio parere, in alcuni casi, il vincolo è visto come un’opportunità per richiedere finanziamenti e appaltare lavori che a volte hanno effetti devastanti e che mettono i brividi al Salento”.
vista la relazione redatta a seguito di sopralluogo effettuato il 22-03-2014 dalla Capitaneria di Porto congiuntamente al personale del Comune di Gagliano che ha confermato la situazione di potenziale pericolo con fenomeni di movimenti franosi su tutta la costa;
rende noto che nello specchio acqueo, fino ad una distanza di 100 metri dalla costone roccioso, sono vietate la balneazione, la navigazione, la sosta e l’ancoraggio di tutte le unità navali, la pesca professionale e sportiva, l’attività subacquea.
Il Comune, quindi, ha l’obbligo di adottare provvedimenti amministrativi restrittivi per l’accesso alla costa e provvedere a installare la cartellonistica riportante i divieti sopra citati e l’indicazione del pericolo esistente.
E’ evidente che le ordinanze della Capitaneria, basate su un criterio discutibile, ha colpito le aree costiere salentine classificate PG3 nel PAI, senza considerare la roccia di tipo calcare duro (esempio costa di Gagliano) o di tipo calcareniti con strati sedimentari (esempio costa Melendugno).
“Ritengo – osserva Marco Pizzolante, segretario del Circolo Pd - che l'interdizione di tutta la costa di Gagliano è esagerata, perché è indifferenziata e supportata da un’analisi geomorfologica superficiale (criticata da tempo) che il Comune di Gagliano ha condiviso con l’Autorità di Bacino.
E' chiaro – prosegue la nota - che la pericolosità della falesia non è la stessa lungo tutta la costa e classificare indiscriminatamente tutto il litorale gaglianese come pericolo geomorfologico molto elevato è frutto di uno studio poco approfondito.
Il sindaco Antonio Buccarello dovrebbe urgentemente opporsi a questa ordinanza generalizzata, che comprometterà la stagione balneare con ingenti danni all’economia locale.
La settimana prossima solleciteremo il sindaco affinché convochi urgentemente un tavolo tecnico con esperti dell’Università, l’assessore regionale ai lavori pubblici Giannini, l’Autorità di Bacino e la Capitaneria di Porto per appurare l’effettiva pericolosità della costa inibita e valutare le opportune modifiche dell’ordinanza della Capitaneria.
Il caso di Melendugno – conclude Pizzolante - e la tenacia del suo sindaco Marco Potì insegnano, perciò spero che il sindaco non si limiti ad assecondare l’ordinanza della Capitaneria per “giustificare” la sua volontà politica di mettere in opera le reti metalliche nel canyon del Ciolo. A mio parere, in alcuni casi, il vincolo è visto come un’opportunità per richiedere finanziamenti e appaltare lavori che a volte hanno effetti devastanti e che mettono i brividi al Salento”.