Un giallo che attanaglia tutto il Fiorentino. Sarebbero diversi i casi che gli investigatori ritengono siano collegati tra loro e riconducibili tutti a un unico killer, lo stesso che domenica sera ha violentato e ucciso la 26enne Andrea Cristina Zamfir a Ugnano, a pochi chilometri da Firenze. Il maniaco seriale avrebbe colpito almeno sette volte in otto anni tra il capoluogo toscano e Prato: ogni volta avrebbe legato e seviziato le sue vittime, solo in un caso, l'ultimo, fino alla morte.
A Ugnano tre delle denunce su cui sono tornati a indagare gli inquirenti: nel 2006, nel 2013 e quello di domenica scorsa.
La squadra mobile di Prato invece ha sotto la lente d'ingrandimento altri quattro episodi, avvenuti nel 2009, 2011, 2013 e 2014: anche qui le vittime venivano portate sempre nello stesso posto, nel comune di Calenzano.
Perdipiù di un caso è stato usato del nastro adesivo dell'ospedale fiorentino di Careggi. Ma si pensa che le violenze del maniaco seriale siano state molte di più: di sicuro tante prostitute non avranno denunciato. "Era italiano, tra i 50 e i 60 anni, grasso, con pochi capelli", ha riferito una delle vittime, a cui furono legate le braccia davanti al viso e che fu seviziata con un legno.
Sono in corso verifiche su varie persone: in tre casi, uno a Prato e due a Firenze, sarebbero state trovate tracce di Dna "altamente compatibile".
A Ugnano tre delle denunce su cui sono tornati a indagare gli inquirenti: nel 2006, nel 2013 e quello di domenica scorsa.
La squadra mobile di Prato invece ha sotto la lente d'ingrandimento altri quattro episodi, avvenuti nel 2009, 2011, 2013 e 2014: anche qui le vittime venivano portate sempre nello stesso posto, nel comune di Calenzano.
Perdipiù di un caso è stato usato del nastro adesivo dell'ospedale fiorentino di Careggi. Ma si pensa che le violenze del maniaco seriale siano state molte di più: di sicuro tante prostitute non avranno denunciato. "Era italiano, tra i 50 e i 60 anni, grasso, con pochi capelli", ha riferito una delle vittime, a cui furono legate le braccia davanti al viso e che fu seviziata con un legno.
Sono in corso verifiche su varie persone: in tre casi, uno a Prato e due a Firenze, sarebbero state trovate tracce di Dna "altamente compatibile".