di Mauro Guitto - Ieri pomeriggio si è tenuto un vertice a Palazzo Chigi a cui hanno partecipato i ministri dell’Ambiente Galletti, dello Sviluppo Economico Guidi, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio, il commissario Bondi, il suo vice Ronchi e l’ex ministro della Giustizia Paola Severino in qualità di rappresentante legale della famiglia Riva.
Nel primo dei numerosi incontri ed approfondimenti tecnici che si terranno a partire dalla prossima settimana, si è discusso del piano industriale che dovrebbe evitare la chiusura dello stabilimento ILVA di Taranto rilanciandolo tramite la ricapitalizzazione.
Il risanamento, secondo il Governo, consentirà la realizzazione degli interventi (per i quali servono più di quattro miliardi di euro) al fine di limitare al minimo le emissioni inquinanti mantenendo la produzione.
Il piano industriale arriva all’indomani dell’approvazione da parte della Corte dei Conti del Piano ambientale dell’ILVA approvato anche dal Consiglio dei ministri quasi due mesi prima. La battaglia è dunque ancora aperta perché le associazioni ambientaliste chiedono invece la chiusura e il fermo impianti dello stabilimento e la conversione industriale.
Bonelli dei Verdi parla del vertice di ieri dal profilo Facebook esprimendo il suo sdegno: « La presenza della Severino è una cosa gravissima. E’ la prova provata che gli interessi dei Riva sono stati ampiamente rappresentati nel Governo Monti e che continuano ad avere sponda anche in questo momento. La Severino è stata il guardasigilli che ha firmato il primo decreto Salva Ilva che, insieme al codice di procedura penale ha sospeso anche la legislazione in materia di tutela ambientale e sanitaria. E’ una vergogna che solo in Italia può verificarsi e contro la quale presenterò un esposto all'Unione Europea e informeremo la Procura della Repubblica affinché si chiarisca se il ministro Severino, al momento della firma del decreto salva Ilva, avesse rapporti diretti con la famiglia Riva e con il gruppo Ilva».
Nel primo dei numerosi incontri ed approfondimenti tecnici che si terranno a partire dalla prossima settimana, si è discusso del piano industriale che dovrebbe evitare la chiusura dello stabilimento ILVA di Taranto rilanciandolo tramite la ricapitalizzazione.
Il risanamento, secondo il Governo, consentirà la realizzazione degli interventi (per i quali servono più di quattro miliardi di euro) al fine di limitare al minimo le emissioni inquinanti mantenendo la produzione.
Il piano industriale arriva all’indomani dell’approvazione da parte della Corte dei Conti del Piano ambientale dell’ILVA approvato anche dal Consiglio dei ministri quasi due mesi prima. La battaglia è dunque ancora aperta perché le associazioni ambientaliste chiedono invece la chiusura e il fermo impianti dello stabilimento e la conversione industriale.
Bonelli dei Verdi parla del vertice di ieri dal profilo Facebook esprimendo il suo sdegno: « La presenza della Severino è una cosa gravissima. E’ la prova provata che gli interessi dei Riva sono stati ampiamente rappresentati nel Governo Monti e che continuano ad avere sponda anche in questo momento. La Severino è stata il guardasigilli che ha firmato il primo decreto Salva Ilva che, insieme al codice di procedura penale ha sospeso anche la legislazione in materia di tutela ambientale e sanitaria. E’ una vergogna che solo in Italia può verificarsi e contro la quale presenterò un esposto all'Unione Europea e informeremo la Procura della Repubblica affinché si chiarisca se il ministro Severino, al momento della firma del decreto salva Ilva, avesse rapporti diretti con la famiglia Riva e con il gruppo Ilva».