di Mauro Guitto - In occasione del convegno organizzato nell'ambito della Manifestazione del Primo Maggio di Taranto è intervenuto il noto scrittore Meridionalista Pino Aprile. Lo scrittore sostiene che «le istituzioni sono state assenti nel migliore dei casi. Sono state complici e colluse e non solo a Taranto ma anche nella Terra dei Fuochi e in Calabria.
Sta accadendo che il cittadino sta riprendendo in mano quell’immenso potere dimenticato: la politica.
Si stanno mettendo insieme per risolvere i problemi.
Ciò che non hanno fatto in 50 anni Governo, Comuni, Regione e Province è stato invece fatto da 24 associazioni in due anni con varie denunce e mettendo all’attenzione tutte le irregolarità .
Il sistema istituzionale e il sindacato stanno implodendo perché non hanno più la gente a sostenerli perché non crede più in loro.
Oggi sta avvenendo la sostituzione del tessuto sociale con le competenze e con la partecipazione dei cittadini.
Nell’ultima manifestazione a Napoli eravamo in centomila sotto la pioggia.
L’anno scorso qui a Taranto eravamo in cinquantamila persone, un risultato imprevedibile alla vigilia.
Va quindi sottolineata la bravura degli organizzatori, i Cittadini liberi e Pensanti.
Loro sono stati il cerino per incendiare quella paglia che aspettava solo l’occasione per manifestarsi».
Il meridionalista ha citato i casi di “Addio pizzo” di Palermo e di Ercolano, in cui la reazione, la partecipazione e l’associazionismo hanno sensibilizzato la cittadinanza alla reazione contro le richieste del pizzo della mafia provocando diversi arresti.
Aprile ha chiosato invitando tutti i cittadini a continuare su questa strada che è l’unico modo per reagire alle ingiustizie perpetrate da oltre 150 anni nei confronti del meridione.
Il meridionalista ha citato i casi di “Addio pizzo” di Palermo e di Ercolano, in cui la reazione, la partecipazione e l’associazionismo hanno sensibilizzato la cittadinanza alla reazione contro le richieste del pizzo della mafia provocando diversi arresti.
Aprile ha chiosato invitando tutti i cittadini a continuare su questa strada che è l’unico modo per reagire alle ingiustizie perpetrate da oltre 150 anni nei confronti del meridione.