di Vittorio Polito - Nelle nostre città si vive ormai da anni in un clima ambientale velenoso e pericoloso per la salute. I nostri polmoni soffrono a causa della congestione del traffico e dell’inquinamento atmosferico. Per migliorare il traffico cittadino si fa molto poco. Non basta quello che sta facendo l’Amministrazione comunale con un apparente intensivo controllo ed inasprimento delle sanzioni per le soste, con il park e ride, ecc. È sempre poco o insufficiente a contenere la maleducazione dei cittadini.
Giorgio Nebbia in una nota pubblicata nell’anno 1989 nel volume della Levante Editori “Bari impossibile”, scriveva testualmente che «Se le strade non fossero occupate abusivamente da automezzi in sosta, aumenterebbe immediatamente la velocità sia delle automobili private sia dei mezzi di trasporto pubblici e privati, con una immediata diminuzione dell’inquinamento, prima di tutto, e poi del consumo di energia, gomme, frizioni e freni. Se gli autobus potessero circolare velocemente potrebbero rispettare gli orari e un numero crescente di persone li utilizzerebbe, evitando di andare in città con i propri automezzi. È una spirale che sposterebbe rapidamente il traffico dai mezzi privati a quelli pubblici».
Qualcuno obietterà che servono i parcheggi (e ci sono), i mezzi non funzionano (e non è vero poiché ad intralciare il loro percorso sono solo gli automobilisti che ostacolano continuamente e simultaneamente il traffico).
La soluzione a questo annoso problema è solo l’educazione degli automobilisti ad abituarsi a fare qualche centinaio di metri a piedi, in nome della salute, del risparmio energetico ed anche per l’economia dei mezzi che si usano. Da alcuni calcoli fatti dallo stesso Nebbia negli anni ’80 risultava che 100mila persone perdevano 50 mila ore di tempo in un giorno, e se calcoliamo un valore medio di 10mila lire per ogni ora del tempo perduto, si ha uno sperpero di 500 milioni di lire al giorno, una perdita occulta di ricchezza provocata dalla congestione del traffico di una sola città come Bari.
Immaginate oggi come si potrebbero utilizzare queste ingenti somme (occulte appunto) in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo. Ma il nostro egoismo ci impedisce di fare queste considerazioni, anzi rinunciamo proprio a farle, sempre pronti a criticare governo, amministrazioni, ecc. per la mancanza di certi servizi, ma soprattutto senza preoccuparci più di tanto per le tante persone che perdono il lavoro per una serie di cause e concause delle quali siamo anche noi colpevoli. O no?
Giorgio Nebbia, già professore ordinario di Merceologia presso la Facoltà di Economia dell’Università di Bari, ha ricevuto le lauree honoris causa in scienze economiche e sociali dall’Università del Molise e in economia e commercio dagli Atenei di Bari e Foggia, ha svolto molte ricerche nel campo della merceologia. Si è occupato di risorse naturali studiando l’energia solare, la dissalazione delle acque e il problema dell’acqua, temi sui quali ha pubblicato numerosi contributi scientifici. È stato eletto alla Camera dei deputati per la IX Legislatura (1983 al 1987) e, successivamente, al Senato per la X Legislatura della Repubblica Italiana (dal 1987 al 1992).
Giorgio Nebbia in una nota pubblicata nell’anno 1989 nel volume della Levante Editori “Bari impossibile”, scriveva testualmente che «Se le strade non fossero occupate abusivamente da automezzi in sosta, aumenterebbe immediatamente la velocità sia delle automobili private sia dei mezzi di trasporto pubblici e privati, con una immediata diminuzione dell’inquinamento, prima di tutto, e poi del consumo di energia, gomme, frizioni e freni. Se gli autobus potessero circolare velocemente potrebbero rispettare gli orari e un numero crescente di persone li utilizzerebbe, evitando di andare in città con i propri automezzi. È una spirale che sposterebbe rapidamente il traffico dai mezzi privati a quelli pubblici».
Qualcuno obietterà che servono i parcheggi (e ci sono), i mezzi non funzionano (e non è vero poiché ad intralciare il loro percorso sono solo gli automobilisti che ostacolano continuamente e simultaneamente il traffico).
La soluzione a questo annoso problema è solo l’educazione degli automobilisti ad abituarsi a fare qualche centinaio di metri a piedi, in nome della salute, del risparmio energetico ed anche per l’economia dei mezzi che si usano. Da alcuni calcoli fatti dallo stesso Nebbia negli anni ’80 risultava che 100mila persone perdevano 50 mila ore di tempo in un giorno, e se calcoliamo un valore medio di 10mila lire per ogni ora del tempo perduto, si ha uno sperpero di 500 milioni di lire al giorno, una perdita occulta di ricchezza provocata dalla congestione del traffico di una sola città come Bari.
Immaginate oggi come si potrebbero utilizzare queste ingenti somme (occulte appunto) in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo. Ma il nostro egoismo ci impedisce di fare queste considerazioni, anzi rinunciamo proprio a farle, sempre pronti a criticare governo, amministrazioni, ecc. per la mancanza di certi servizi, ma soprattutto senza preoccuparci più di tanto per le tante persone che perdono il lavoro per una serie di cause e concause delle quali siamo anche noi colpevoli. O no?
Giorgio Nebbia, già professore ordinario di Merceologia presso la Facoltà di Economia dell’Università di Bari, ha ricevuto le lauree honoris causa in scienze economiche e sociali dall’Università del Molise e in economia e commercio dagli Atenei di Bari e Foggia, ha svolto molte ricerche nel campo della merceologia. Si è occupato di risorse naturali studiando l’energia solare, la dissalazione delle acque e il problema dell’acqua, temi sui quali ha pubblicato numerosi contributi scientifici. È stato eletto alla Camera dei deputati per la IX Legislatura (1983 al 1987) e, successivamente, al Senato per la X Legislatura della Repubblica Italiana (dal 1987 al 1992).