Leuca, 22 miss da tutto il mondo unite dall’impegno sociale

di Francesco Greco. S. MARIA DI LEUCA (Le) – Belle e sensibili. 22 miss da tutto il mondo (foto di Sergio Malfatti) in Puglia sotto il segno della bellezza e dell’impegno sociale: ambiente, salute, diritti umani, integrazione culturale. E’ il copyright dei concorsi di bellezza del III Millennio, nato dall’intuizione di Giuseppe Borrillo (laurea in Scienze della Comunicazione nelle organizzazioni, parla quattro lingue) e Giuseppina Nobile e la loro associazione “In Pogress” fondata nell’agosto 2009 (fanno anche, il 31 ottobre, lo “Zomby Parade”, prima edizione a Bari, Piazza del Ferrarese, seconda a Taranto). Ormai il format del concorso fine a se stesso, legato alle misure anatomiche (oggi si possono taroccare), ha fatto il suo tempo, è vetero, out. Non è un caso che nel 2013 la Rai ha scaricato, dopo decenni, Miss Italia.

   Così a San Giorgio Jonico (Taranto) hanno modulato la formula vincente. Alla prima edizione (Taranto, 2010, teatro “Orfeo”), trionfò Juliet, Miss Tanzania, con un progetto contro la discriminazione degli albini visti come “untori”. Quest’anno tornerà portando le immagini dei doni fatti dall’organizzazione ai bimbi africani, la sera del 17 maggio (ore 21.00, diretta mondale via web) col passaggio del titolo nella deliziosa location del “Messapia Hotel & Resort” di Leuca affacciata sull’orizzonte dove si fondono Jonio e Adriatico).  

   All’ombra della Basilica della Madonna de Finibus Terrae (lo è dal 1990, la proclamò San Giovanni Paolo II) e della Grotta Porcinara colma di ex voto di marinai sfuggiti alle tempeste, è passata la Storia. In fuga da Troia in fiamme, col vecchio padre Anchise e il figlioletto, Enea si fermò sul Promontorio Japigio e sacrificò alla dea Athena per propiziarsi il viaggio verso i lidi del Lazio. Proveniente dalla Terrasanta, risalendo verso Roma, San Pietro qui predicò.
   Siamo alla fine della terra, ma anche all’inizio di un nuovo mondo che dialoga e crede nell’integrazione fra popoli, etnie, credi religiosi. La bandiera del confronto che arricchisce uomini e Paesi è tenuta alta da ragazze giunte da ogni continente, studentesse, manager, titolari di aziende, ecc. che nel trolley recano ognuna un progetto. Hanno superato una selezione fatta da agenzie serie e scrupolose. “India e Brasile i Paesi che hanno dato più eco mediatica all’idea”, sottolinea, mostrando ampia rassegna-stampa, Giusy Nobile (laurea in Economia Aziendale alla “Sapienza” di Roma). Guarda caso quelli economicamente emergenti, che danno grande importanza a una manifestazione che spalma nel mondo l’immagine della cultura e l’identità nazionale, con “ritorni” inimmaginabili.

   E lo è indubbiamente anche per la Puglia. Dopo la presentazione, per le miss è iniziata una full immersion nella bellezza: dopo la visita a Leuca (dalla Basilica alle famose ville) per poi concludere la serata al “Batas” di Lecce, nei prossimi giorni saranno a Taranto (Castello Aragonese e città vecchia), Ostuni, Alberobello, Gallipoli, Lecce e il barocco, il Salento meridionale. Ricevute dai sindaci. Hanno apprezzato la bontà della cucina tipica del Salento, sfilato sul lungomare, col tablet fotografato la Torre dell’Omomorto, la chiesa di Cristo Re e mandato le foto a casa, parlato con le famiglia: va molto il selfie.

   A Leuca (dal greco leukòs, bianco, leggenda vuole che sia nata dalla pietrificazione della sirena Leucasia per un incantesimo d’amore) c’è il fascino di tutto il mondo, una intrigante osmosi, una sovrapposizione di intenso pathos, che confronta i progetti per far nascere nuove forme di integrazione, per allargare l’inclusione sociale. Bellezza vs. bellezza, ecco “ambasciatrici del progresso” (sono anche su www.missprogressinternational.com): Manjela (Albania, si è arrabbiata perché non riusciva a parlare con la mamma), Jasmine (Australia), Shany (Belgio), Eugenya (Bielorussia), Aranza (Bolivia, con mamma al seguito), Jorreni (Brasile), Shannon (Canada), Ekaterina (Estonia), Julian (Filippine, arriverà in settimana se l’ambasciata concederà il visto), Christiana (Grecia: ha problemi di salute, ha telefonato: “Verrò in ritardo, ma verrò, ci tengo…”), Marie Darline (Haiti), Shital (India), Esterina Rume (Italia, Sicilia), Ivana (Macedonia), Natalie (Messico), Victoria (Nigeria), Gilda (Portogallo), Kristina (Porto Rico), Olga (Russia, ha scordato a casa il vestito bianco della finale, l’organizzazione gliene ha dato un altro), Amanda (Usa), Tayla (Sud Africa) e Dorota (Svezia, manager biondissima, altissima: s’è lamentata per il letto troppo piccolo).

   “Miss Progress International”, II edizione (l’anno scorso doveva emigrare in Cina, sembrava fatta, ma tutto è saltato) ha l’appoggio di Ue, Regione Puglia (Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo), Puglia Promozione, Città di Castrignano del Capo (che governa Leuca), Provincia di Lecce, di Taranto, Maurizio Galati e Mavi (Hotel Messapia, “Benvenute al Sud!”), albergo “Il pescatore” (Gallipoli). Le finaliste hanno portato scarpe tacco 12, make-up, il costume nazionale, un oggetto che caratterizza i loro Paesi e ognuna un progetto sociale (Dorota affronta il tema dell’acqua dangereuse, la siciliana di Modica come acculturare gli Incas peruviani col pc). La giuria guidata da Nando Marzo, assessore a bilancio, turismo e programmazione del territorio, li esaminerà (“particolare attenzione a contenuti e fattibilità” chiarisce Giusy Nobile) e sabato 17 maggio, serata di gala per proclamare la vincitrice.

   In conferenza-stampa Borrillo ha confidato di lavorarci da 10 mesi, il sindaco della città, Anna Maria Rosafio, si è soffermata su tre concetti: “Gioia: nel vedere i vostri sorrisi, bellezza: la vostra e quella di Leuca che vi abbraccia e intesa fra i nostri popoli”. Marzo: “Leuca è una madre che accoglie da sempre…”. L’evento ha “l’apprezzamento” del Presidente Giorgio Napolitano “per ogni manifestazione che promuove la donna come fattore di crescita e progresso” (tramite la lettera del consigliere di Stato Donato Marra). E si colloca nel solco della destagionalizzazione turistica. E’ il prodotto di uno sforzo collettivo al servizio dell’umanità, la crescita sociale e culturale, che andrebbe sostenuto da istituzioni e media. Solo così diventerà un appuntamento fisso, un must del Mezzogiorno, uscendo dalle incertezze che pure i volontari, che lavorano senza risparmio, riescono a colmare. Giusto citarli: Alessio Di Fonzo (direzione tecnica), Make-up Gil Cagnè (Pablo), acconciature Infinity parrucchieri (Antonio Scorrano), Sicurezza Top Service Agency (Brindisi), interpreti: Sarah Candelli e Claudia Semeraro, coreografie Lino Perrone, coreografia pizzica Leonardo Moscogiuri e team, sigla del concorso “Restart the Globe” maestro Fabio Barnaba, altri fotografi Walter Nobile e Antonio Zanata, produzione Jotv di Taranto, responsabile Angelo Candelli, operatori Massimo Cervera e Luciano Miano, produzione e postproduzione Illusia Filmworks Taranto, allestimenti tecnici Sound Service Lapesa (responsabile Angelo Lapesa).
           


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