“Salento terra dei fuochi bis?”: lo dicono i pentiti

di Francesco Greco - “Loro sono morti perché noi non siamo stati abbastanza vivi”, (Pasquale Campanella). Salento terra dei fuochi bis? Alla politica non risulta. Tant’è che giace al Senato una proposta di legge Pd-M5S (succede, ma non fa notizia) che penalizza i reati ambientali (oggi puniti solo con la sanzione amministrativa, quando non prescritti) che, licenziata dalla Camera, è finita nelle secche, molto italian style, cultura, archetipo, dna. E’ uno dei ritardi della politica sulla realtà, ormai modulata su una dimensione virale. Riuscirà il renzismo, col passo svelto della falange macedone, a smuovere questo paradosso? Nel merito della legge impaludata contrapposte due visioni integraliste, che, alla Gattopardo, vogliono cambiare tutto, poi tutto resta com’è: chi la vuole più rigorosa e chi, giocando di lobby, la ostacola.

Intanto le popolazioni si ammalano e muoiono: la Puglia, da California è diventata Spoon River. Si muore tra i veleni in Capitanata (Black Land) dove, apprendiamo, c’è una sola persona che si occupa di epidemiologia. Si muore a Taranto e dintorni succhiando diossina nel latte della madre, a Brindisi e nel Sud Salento. Le ecomafie intanto delocalizzano: al porto di Bari intercettati rifiuti tossici diretti in Libia. In Puglia c’è il 92% della diossina in Italia. Nel Leccese l’incidenza di tumori polmonari maschili è la più alta d’Italia (senza insediamenti industriali). Il tutto mentre nel Belpaese le malattie neoplastiche sono in netta decrescita. “I cieli pugliesi sono saturi di veleni, l’inquinamento modifica il dna”, dice il dr. Cosimo Negro, radiologo, che a Salve (Le) ha fondato l’associazione “Norman Mommens e Patience Gray” per informare di come siamo ridotti: il 90% dei tumori è dovuto al degrado ambientale (“costi sociali altissimi: curare un malato di cancro costa 8mila € al mese”). Tristi, lugubri primati del XXI secolo.

Nel frattempo c’è chi porta avanti una mission che mira a elevare le coscienze, responsabilizzare il territorio, la base della piramide: i vertici tendono a minimizzare, a spargere cloroformio coprendosi di ridicolo. Devono essere i “pentiti”, da Carmine Schiavone “Sandokan” a Andrea Galati, Scu, sino all’ultimo Antonio Jovine “Ninno” (Casalesi), che teorizza la trasversalità del sistema: destra e sinistra a libro paga della camorra) a svelare la realtà: i politici non sanno, o sanno e tacciono. E invece, secondo il teorema di Mani Pulite, non possono non sapere, anche che ci sono arricchimenti sospetti di aziende che da 20 anni operano nel settore rifiuti, che in rete gira da anni un link di Google Earth che individua, solo nel Leccese, 200 siti sospetti: Patù, Alessano, Casarano, Cutrofiano, Supersano, ecc. scoperti di recente – rifiuti calzaturieri (“la sola cosa che ci hanno lasciato scappando all’estero”, Antonio Biasco, psicologo) e ospedalieri - forse son solo la punta dell’iceberg). Che ci sono casi in cui l’incidenza di tumori alla tiroide supera la media. Si dice di cementifici e bitumifici che bruciano di tutto: i materiali usati nell’edilizia finiscono nelle nostre case.

Dopo Sogliano Cavour, Taviano e Casarano, sempre nel Leccese, “Libera” è a Gagliano per offrire elementi oggettivi di analisi e di riflessione in un convegno in auditorium ben riuscito grazie al contributo del gruppo “Fiorire for Africa”. Occorre sapere la velenosa eredità che rischiamo di lasciare alle future generazioni, che stiamo negando loro un futuro decente, cui hanno diritto senza se e senza ma. Anche se l’approccio ideologico nuoce alla complessità della materia, come quello sentimentale, sognando l’arcadia violata.

Scontiamo “un ritardo normativo che data dagli anni ‘90” (Antonio Buccarello, sindaco di Gagliano). “Normativa farraginosa: abbiamo l’inquinamento delle leggi, come dice Gianfranco Amendola” (Roberto Tanisi, presidente Anm Lecce-Brindisi-Taranto). Normativa dunque all’anno zero, nonostante la Costituzione sancisca il diritto all’ambiente sano e alla salute (artt. 9, 32, 41, 42, 43, 117, ecc.). E che di fatto diviene connivenza con chi devasta, inquina, avvelena, uccide. Ambiente indifeso (Giovanni Paolo II tuonò in un’enciclica contro “la minaccia da parte dell’uomo”), magistrati impotenti perché, aggiunge il presidente di Ambiente Bene Comune, “unico Paese in Europa, in Italia la prescrizione continua anche mentre il gip lavora”. Non eravamo culla del diritto? Class action (come negli Usa) e azione popolare (idea dell’archeologo Salvatore Settis) gli strumenti indicati da Tanisi.

Eppure i pastori del Kenya considerano la terra non un dono dei padri ma un affitto per i figli e per alcune culture già sputare a terra è reato (oltre che da maleducati. L’oncologo brindisino (lavora al “Perrino”) Maurizio Portaluri ha attribuito all’inquinamento anche le malattie respiratorie, “mortali al 100%, ” polmonari, cardiovascolari, il diabete: “I siti inquinanti sono irrecuperabili, le sostanze tossiche sono ormai nella falda. La legislazione in materia rappresenta un’istigazione a inquinare e garantisce assoluta impunità”. E i politici? Si autoassolvono. Antonio Gabellone, presidente della fu Provincia di Lecce, non si accorge di una discarica di 20mila mq che gli indica l’ing. Adolfo Scupola (Ecospo, Specchia, presidente l’avv. Anna Laura Remigi) e accelera con le 4 corsie della SS 275, in simbiosi col segretario provinciale Pd Salvatore Piconese: “Serve ai cittadini: appena sappiamo cosa c’è sotto il tracciato ad Alessano i lavori andranno avanti”. C’è chi dice che la vogliono Fitto e Vendola, titani del nulla, e che serve alle lobby e ai politici per alimentarsi: una pista di catrame per tirarsi su, ma fa lo stesso. La mamma non li ha detto che si sospetta esserci diossina, tant’è che i sindaci di Alessano, Tiggiano e Tricase probabilmente vieteranno la potabilità dei pozzi alle “Matine”.