di Nicola Zuccaro - Il 2 giugno 1946 Bari come tutte le altre città italiane fu chiamata a scegliere quale forma di Stato - fra Monarchia e Repubblica - avrebbe dovuto segnare il nuovo corso dell'Italia, uscita distrutta e militarmente sconfitta dal secondo conflitto mondiale.
I baresi, con il 74,80 % dei voti, confermarono la fedeltà alla Monarchia. Il responso delle urne del capoluogo pugliese, però, si rivelò insufficiente perchè a prevalere fu la Repubblica. La nuova forma dello Stato italiano vide Bari, a partire dall'Assemblea Costituente e nel corso dei decenni successivi, protagonista attiva nella correlata scena politica italiana meglio nota come Prima Repubblica.
Da Aldo Moro a Giuseppe Di Vittorio, da Mario Assenato a Rino Formica, da Vito Lattanzio a Nicola Vernola, da Michele Di Giesi a Claudio Signorile, da Araldo Di Crollalanza a Giuseppe Tatarella, passando per Lucio Marengo e Michele Cassano, con un prolungamento esteso agli inizi della Seconda Repubblica, parlamentari e ministri baresi, originari e di adozione, furono dei protagonisti attivi nella vita istituzionale repubblicana. Un dato di fatto inconfutabile che andò in controtendenza al nuovo corso storico-politico attraversato dall'Italia ed in particolare dalla città di Bari dal 1946 al 1994.