"Quello che sta emergendo in questa vicenda, che ovviamente deve essere vagliata dalla magistratura, è un sistema molto inquietante, ancora più di quello già grave venuto alla luce per Expo". Così, in merito al caso-Mose Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, ai microfoni di 'Prima di tutto', su Radio 1.
Per Cantone "è innegabile che il sistema degli appalti deve essere ripensato" ma cambiare le regole non basta, occorre "discontinuità politica e culturale".
Il quadro che emerge dall'inchiesta relativa al Mose - sottolinea Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione - "è di una corruzione davvero penetrante, che viene in qualche modo favorita dalla quantità enorme di denaro che gira quando si tratta di Grandi Opere".
+ RENZI, A ORE MISURE ANTICORRUZIONE
"Ogni volta che accadono fenomeni corruttivi di questo tipo, giocoforza si parla di cambiare le regole. Però, è innegabile - sostiene Cantone ai microfoni di Radio 1 - che il sistema degli appalti vada ripensato. Tutti i grandi eventi degli ultimi anni sono stati fatti con deroghe. Siamo al paradosso che le regole funzionano sugli appalti di medio-piccola grandezza, mentre in quelli di dimensioni più ampie, dove dovrebbe essere maggiore l'attenzione perché ci sono in ballo interessi maggiori, lì le regole non funzionano, non vengono applicate. Però parliamoci chiaro - ha aggiunto Cantone - non possiamo certo pensare che con il solo cambiamento delle regole si possa evitare il ripetersi di situazioni così incancrenite in cui sono coinvolti controllati, controllori, ceto politico. Il sistema è veramente complicato, le regole sono uno degli aspetti su cui lavorare ma è evidente che si tratta anche di fare scelte chiare sul piano della discontinuità politica e culturale".
A riguardo poi dell'incontro avuto mercoledì col premier Matteo Renzi il commissario ha riferito di aver "parlato del ruolo che potrebbe avere l'Autority nell'Expo". "Bisogna migliorare la qualità ispettiva, ampliare il potere sanzionatorio e consentire all'Anac di essere più efficiente nei controlli che fa", spiega ancora l'ex pm. Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore si sarebbe anche ipotizzato che Infrastrutture Lombarde, titolare della direzione dei lavori per la costruzione dell'infrastruttura più importante di Expo, la cosiddetta Piastra, e coinvolta nell'indagine di Milano, venga sostituita con Italferr.
+ RENZI, A ORE MISURE ANTICORRUZIONE
"Ogni volta che accadono fenomeni corruttivi di questo tipo, giocoforza si parla di cambiare le regole. Però, è innegabile - sostiene Cantone ai microfoni di Radio 1 - che il sistema degli appalti vada ripensato. Tutti i grandi eventi degli ultimi anni sono stati fatti con deroghe. Siamo al paradosso che le regole funzionano sugli appalti di medio-piccola grandezza, mentre in quelli di dimensioni più ampie, dove dovrebbe essere maggiore l'attenzione perché ci sono in ballo interessi maggiori, lì le regole non funzionano, non vengono applicate. Però parliamoci chiaro - ha aggiunto Cantone - non possiamo certo pensare che con il solo cambiamento delle regole si possa evitare il ripetersi di situazioni così incancrenite in cui sono coinvolti controllati, controllori, ceto politico. Il sistema è veramente complicato, le regole sono uno degli aspetti su cui lavorare ma è evidente che si tratta anche di fare scelte chiare sul piano della discontinuità politica e culturale".
A riguardo poi dell'incontro avuto mercoledì col premier Matteo Renzi il commissario ha riferito di aver "parlato del ruolo che potrebbe avere l'Autority nell'Expo". "Bisogna migliorare la qualità ispettiva, ampliare il potere sanzionatorio e consentire all'Anac di essere più efficiente nei controlli che fa", spiega ancora l'ex pm. Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore si sarebbe anche ipotizzato che Infrastrutture Lombarde, titolare della direzione dei lavori per la costruzione dell'infrastruttura più importante di Expo, la cosiddetta Piastra, e coinvolta nell'indagine di Milano, venga sostituita con Italferr.