Grazia Di Michele (intervista), "Amici mi piacque sin da subito: era una scuola vera"

di Pierpaolo De Natale - Cantautrice italiana, Grazia Di Michele - divenuta nota al pubblico grazie al ruolo di insegnante di canto nella scuola più ambita della tv italiana - al termine della tredicesima edizione di Amici, risponde in esclusiva al Giornale di Puglia.


Da anni insegnante di canto anche nella scuola di Amici, come nasce l'idea di affiancare l'insegnamento alla carriera di cantautrice?
Be’ in realtà la mia attività di docente è cominciata molto prima di Amici, all’Università della musica di Roma. Sono approdata ad Amici quasi per caso. Fui chiamata come giudice esterno per una gara e non sapevo nulla di “talent show”. Amici mi piacque perché era (ed è) una scuola vera, anche se in diretta televisiva, e quando mi chiesero di restare accettai volentieri. Insegnamento e carriera musicale sono in rapporto simbiotico: cerco di dare quello che ho appreso e che continuo ad apprendere dal mio lavoro di cantautrice, e d’altra parte la quotidianità del lavoro di Amici, il rapporto coi ragazzi, col mondo dello show business influenzano la mia percezione della realtà e quindi la mia narrazione.

Molti gli allievi avuti nel talent di Canale5, ce n'è qualcuno di cui segui ancora il percorso musicale o di cui è possibile dire che sei diventata "fan"?
Ne seguo tanti, ma dato che sono sempre molto occupata non riesco sempre a trovare un po’ di tempo libero per andare a un loro concerto. Ho assistito a molti musical, i cui protagonisti sono stati allievi, e seguo con interesse gli sviluppi artistici di tanti ragazzi: Emma, Pierdavide, Alessandra, Carlo Alberto, Ottavio, Annalisa. Con alcuni di loro mi sento spesso. Fan però no, non direi. Sono altri i miei modelli, più che altro per affinità di genere.

Nel corso delle dirette del programma si è assistito a numerosi scontri di opinione con gli altri insegnanti. Che tipo di rapporto vi lega?
In realtà ci divertiamo molto; il confronto può diventare un po’ aspro quando ciascuno di noi individua limiti o potenzialità in un allievo e non siamo d’accordo sui metodi per affrontarli.

Durante l'edizione appena conclusa hai fortemente sostenuto Nick, cantante uscito prima dell'arrivo in semifinale. Come giudichi la vittoria di Deborah?
Sono due voci molto importanti e con un buon livello tecnico. Hanno entrambi una personalità bella e forte e il lavoro è soprattutto lì: riuscire a farla venire fuori. Per Deborah sono molto felice, soprattutto perché sta lavorando molto su se stessa. Ho cercato di aiutarla a intraprendere un percorso di consapevolezza delle sue potenzialità, che non sono solo quelle vocali. Ho corso il rischio di essere fraintesa, ma so che lei ha capito perfettamente, perché è una ragazza intelligente, e mi auguro che sia d’esempio anche per tanti altri ragazzi.

Lo scorso 27 febbraio hai tweettato una tua foto in studio di registrazione, qualche anticipazione sul tuo nuovo disco? Quando uscirà?
Sì. Ero felice e non volevo tenerla per me la notizia. Oramai ho finito la registrazione e ci sono solo aspetti tecnici e promozionali da mettere a punto. Il disco si riallaccia al precedente, Giverny, e sarà un bel tuffo nell’arte, nei colori e nell’attualità più vera del nostro Paese. Ci sarà sempre il trio di Paolo Di Sabatino e un nuovo compagno di viaggio, Fabio Salafia, un giovane e bravissimo pittore emergente. Presenterò alcuni brani quest’estate, prima dell’uscita ufficiale del disco. Ho già delle date confermate in alcuni luoghi d’arte suggestivi. Alternerò questi show case a un altro progetto live. Ad ottobre, invece, uscirà il CD, che sarà un cofanetto molto particolare.