Grillo, 'Corruzione è primo partito voto'

"Quanti voti sposta la corruzione? Tanti. Di tutti quelli che ne godono, anche di poche briciole gettate sotto il tavolo. Dopo l'astensione, la corruzione è il primo partito del voto. Primum vivere, comunque sia, e a culo tutto il resto". Lo riporta il blog di Beppe Grillo.

Poi l'attacco di M5s sul Mose: "Va bene abbassare i toni e riconoscere i propri errori, ma quando è troppo, è troppo. Farsi prendere per il culo come se dovessimo scontare una condanna a vita da cornuti e mazziati è troppo. Quando, dopo gli scandali, Renzie afferma che "il problema della corruzione sono i ladri, non le regole" è troppo. Ma i ladri stanno (anche) nel tuo partito, li avete fatti eleggere voi, avete dovuto aspettare la magistratura per allontanarli a calci?".

"Sembra che ora nessuno conosca questo Orsoni - si apprende nel post - quindi figlio di padre ignoto, così il suo partito di appartenenza assume il ruolo di meretrice, adescatrice, escort (puttana non si scrive più per non urtare la sensibilità dei giornalisti). Si discetta con stile bizantiniano, carnevalesco (... dal giudice Carnevale che annullava le sentenze di condanna per i mafiosi in Cassazione per vizi di forma) se Orsoni sia o meno iscritto al Pd". L'attacco al Pd continua: "Le foto con Bersani sul palco con una scenografia in cui le lettere 'Pd' sono gigantesche non fa testo e neppure che il Pd lo abbia candidato. No. Ce l'aveva o no la tessera Pd? In caso negativo che c'entrano i segretari di partito che si sono succeduti in questi anni? Che c'entra il Pd? Nulla. Qui andiamo oltre. Oltre il ridicolo. Oltre la farsa. Oltre la presa per il culo. Oltre l'avanspettacolo". Il post del blog di Grillo afferma ancora: "Il meccanismo con cui questo sistema delinquenziale legalizzato si regge è ormai semplice per chi vuole capirlo. Grande Opera Inutile, cifre gonfiate, emergenze costruite ad arte per evitare i controlli, appalti agli amici, tangenti a persone "vicine" ai partiti, l'immortale Greganti docet, e via mazzettando per miliardi di euro che finiscono sui conti pubblici tagliando lo sviluppo del Paese".

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