IL COMMENTO / ILVA E TARANTO, I COLPEVOLI A DESTRA E A SINISTRA

di Mauro Guitto - Come ormai noto è stata rimandata al 16 Settembre 2014 l’udienza del processo che vede coinvolti personaggi di spicco della politica a livello locale, provinciale, regionale e nazionale oltre ai Riva, agli ex direttori dell’Ilva e ai vari personaggi coinvolti direttamente e indirettamente a difesa della continuità della produzione siderurgica.

Viene tuttavia da fare delle riflessioni. A seguire il caso Ilva sono in molti. Tra questi c’è chi considera il processo appena cominciato (e rinviato a settembre) come il processo alla Sinistra e solo perché sotto accusa oggi ci sono molti “uomini della sinistra” quando in realtà l’inchiesta “Ambiente svenduto” è nata solo nel 2009 in seguito alla denuncia di un cittadino tarantino, Cosimo Fracasso (di cui poi si sono perse le tracce), alla Commissione Petizioni della CE (Petizione 760-2007) che ha innescato l’apertura di una indagine da parte della Commissione Europea.

Ma si dimentica, forse intenzionalmente, che Taranto prima di Ippazio Stefàno del partito diSel (Sinistra Ecologia e Libertà) è stata amministrata per anni dal centrodestra (Giancarlo Cito di Lega d’Azione Meridionale dal 1993 al 1996, seguito da Gaetano De Cosmo di Lega d’Azione Meridionale fino al 1999 a sua volta seguito da Rossana Di Bello di Forza Italia dal 2000 al 2006 che condusse al dissesto finanziario il Comune di Taranto per il quale ancora oggi la città sta pagando le pesanti conseguenze). E per dovere d’informazione, ricordiamo che quando l’Ilva è stata trapiantata a Taranto, nel 1961 amministrava la Democrazia Cristiana (fino al Luglio 1976).

Solo dalla seconda metà del 1976, e per circa 9 anni, la città è stata amministrata dai comunisti seguiti dal quinquennio socialista con Mario Guadagnolo dal 1985. Dal 1990, prima di giungere “all’era Giancarlo Cito” si sono avvicendati Carducci (DC), Armentani (PSI) e Della Torre (DC).

La sinistra italiana ha pertanto certamente delle colpe ma non meno e non più degli altri. E peraltro sorge spontanea una domanda: se l’indagine “Ambiente svenduto” fosse partita alcuni anni dopo il 1961 (o perché no, anche prima), avrebbe avuto esiti diversi e appartenenze diverse delle persone coinvolte? E’ una domanda, per carità, non si vuole accusare nessuno, non avremmo elementi per farlo.

L’Ilva produce acciaio a Taranto da 53 anni. L'interrogativo è il seguente: in tutto questo tempo il centrodestra il centrosinistra e tutti quanti gli altri a partire dai sindacati, i cittadini, gli enti e le associazioni locali, provinciali, regionali e statali dov’erano ? (qualcuno avrà provato a denunciare e a evidenziare situazioni fuori legge ma senza grandi risultati visto che tutto si sta scatenando solo negli ultimi anni.E soprattutto ai cittadini tarantini non si può perdonare l’assenza a quel referendum dove li si chiedeva cosa farne dell’Ilva e in pochissimi si presentarono per esprimere la propria volontà).

Erano ormai aggrovigliati in un sistema perverso e suicida/omicida (lo si è capito o voluto capire solo molti anni dopo le illusioni dei primi anni dal 1961 in poi) nel quale lavorare all’Ilva significava garantire il futuro per sé e per la propria famiglia.

Tutto girava attorno a questo sistema: politica, chiesa, lavoro, società, scuola. Ora però il sistema è collassato perché l’Ilva, braccata da associazioni, cittadini (non moltissimi, potrebbero essere molti di più) e dalla magistratura di Taranto è non ha più vita facile sebbene al momento continui nella sua attività di inquinamento quotidiano.

E qui ci preme ricordare l’intenso e preziosissimo lavoro di tutti i comitati e associazioni (chi più chi meno) che si impegnano ancora oggi per controllare, ricercare, pubblicare, certificare e denunciare dati e situazioni pericolose per la salute dei cittadini. Senza il loro duro e quotidiano lavoro (cominciato per la verità anche prima del 2009, vedi vicenda abbattimento del 2008 dei capi di bestiame della Masseria Fornaro contaminato da diossine e pcb) non si sarebbe giunti a molti piccoli/grandi risultati e a questo processo. E ci riferiamo ai Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, ad Angelo Bonelli, al Fondo antidiossina di Fabio Matacchiera, a Peacelink di Alessandro Marescotti e Antonia Battaglia (per citarne alcuni), Legamjonici di Daniela Spera, Taranto Respira di Vittoria Orlando, a Fabio Millarte di WWF Taranto, Taranto Futura di Nicola Russo e molti altri...

Il lavoro è ancora molto duro, c’è da portarlo avanti senza sosta e tutti (più o meno) uniti senza lasciarsi andare a facili entusiasmi per i piccoli risultati ottenuti durante la battaglia e senza abbattersi quando le cose sembrano andare non proprio come si sperava.

E mentre Ronchi ha incredibilmente annunciato ieri 19 Giugno 2014 che l’aria di Taranto è tra le migliori d’Italia (portando avanti l’inverosimile quanto incredibile motto “L’aria di Taranto è eccellente” di Giorgio Assennato), la cittadinanza tarantina, come propose ad Assennato, lo invita a trasferirsi al quartiere Tamburi per qualche anno per poi confermare la sua tesi sulla qualità e la salubrità dell’aria al termine degli anni trascorsi (se sarà ancora vivo dopo le inalazioni).

E c’è ancora qualcuno che ottusamente continua a proporre di chiudere solo l’area a caldo dell’Ilva (gli ultimi: Greenpeace, Legambiente e WWF) che invece va chiusa interamente e definitivamente in quanto ormai ridotta a ferro vecchio predisponendo un serio e immediato programma di bonifiche (già prima di chiudere l’Ilva) con aiuti statali, confiscando i beni ai Riva e utilizzando gli stessi lavoratori dal primo all’ultimo perché nessuno di essi perda ciò su cui l’Italia è fondata: il lavoro!

Solo così Taranto potrà sperare in una rinascita per il futuro dei figli, gli uomini e le donne che (di)verrano.

In questa ottica, il processo che comincerà a Settembre dovrà dare delle risposte chiare e delle condanne pesanti a chi ha sbagliato, nessuno escluso. Perché da lì dovrà ripartire la rinascita di una città (TARANTO) violentata per troppi anni in nome del PIL e della produttività selvaggia della siderurgia senza ottenere nulla in cambio e al caro prezzo che da sola ha dovuto pagare: inquinamento e morte!

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