Si inizia con l'ascolto in aula di una telefonata tra il Cavaliere e l'ex ad di Impregilo, Massimo Ponzellini, risalente al 2 agosto del 2011: l'ex premier è stato ascoltato come testimone semplice nel processo napoletano contro Valter Lavitola per il tentato ricatto al gruppo italiano: l'oggetto erano alcuni appalti a Panama.
Secondo la ricostruzione dell'accusa, l'Impregilo per ottenere l'appalto per la realizzazione della metropolitana di Panama City avrebbe dovuto accollarsi il finanziamento di un ospedale nella capitale del paese. Nella conversazione telefonica l'ex Cavaliere informava Ponzellini che se non fosse stato costruito un ospedale a Panama il presidente del Paese, Martinelli, avrebbe rilasciato una dichiarazione negativa sul gruppo industriale italiano che ne avrebbe provocato il tracollo in Borsa. Una informazione, ha spiegato Berlusconi, che gli era stata data da Lavitola.
Rimane anche tempo per un veloce botta e risposta tra Berlusconi e il giudice Giovanna Ceppaluni, presidente del collegio giudicante. Dopo una serie di domande, l'ex premier ha chiesto al giudice: "Non capisco la necessità di chiedermi queste cose", frase alla quale il magistrato ha risposto: "Non c'è necessità che lei lo capisca".
Rimane anche tempo per un veloce botta e risposta tra Berlusconi e il giudice Giovanna Ceppaluni, presidente del collegio giudicante. Dopo una serie di domande, l'ex premier ha chiesto al giudice: "Non capisco la necessità di chiedermi queste cose", frase alla quale il magistrato ha risposto: "Non c'è necessità che lei lo capisca".
Al che Berlusconi, al microfono ha replicato: "La magistratura è incontrollata, incontrollabile e ha impunità piena". "Ed è tutelata da un codice penale" ha osservato Giovanna Ceppaluni. "Sono rispettoso delle istituzioni - ha insistito Berlusconi - posso solo aggiungere...". Ma qui il giudice lo ha interrotto: "Lei e un teste e risponde solo alle domande".