di Francesco Greco - MATINO (Le) – Come sarà l’architettura prossima ventura, nel III Millennio? Molto “bio”, rispettosa della natura, con materiali soft, antichi e quindi modernissimi, con un occhio al risparmio energetico e l’altro a ridurre il consumo di territorio e la qualità dell’abitare e quindi della vita, che si inserisce dolcemente, senza aggressività, nel contesto urbano. Un nuovo modo di costruire e di vivere la casa, che vede il Salento all’avanguardia, tracciare un trend che si scaglia nel futuro.
Beatrice Malorgio, giovane architetto, a Matino ha fondato Archicool People (nella foto è con Donato Matarrese, c’è una sede pure a Lecce), e in questa intervista spiega le interfacce di come sarà l’edilizia e l’abitare dei prossimi anni.
Domanda: Cos'è la CasaClima Gold?
Risposta: “Nell’ottica di un’ecologia democratica e sociale, l’agenzia CasaClima si occupa di certificazioni di efficienza energetica nell’ambito edilizio, energie rinnovabili, protezione del clima, protezione delle risorse, sviluppo energetico sostenibile. Il progetto CasaClima si basa sul risparmio energetico e la sostenibilità ambientale con l’obiettivo principale di promuovere l’utilizzo su vasta scala delle migliori tecnologie e dei migliori materiali di costruzione. Le soluzioni migliorative certificabili comprendono la “classe A” (≤30 kWh/m²a pari a 3 litri/m², detta anche “casa da 3 litri”) e la CasaClima Gold – “classe oro” (≤10 kWh/m²a pari a 1 litro/m², detta anche “casa da 1 litro”)”.
D. E il Protocollo Itaca?
R. “E’ un sistema nazionale di accreditamento e certificazione, su base volontaria, a sostegno delle politiche regionali per la sostenibilità ambientale delle costruzioni. Approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha l’obiettivo di garantire l’indipendenza, l’imparzialità e la competenza di chi valuta la conformità della certificazione basata sul Protocollo Itaca alle norme di riferimento. E’ dunque uno strumento che guida a introdurre la sostenibilità ambientale in edilizia, suggerendo una direzione per orientare le scelte progettuali verso un sistema coordinato di soluzioni virtuose finalizzate al risparmio di risorse naturali e alla qualità abitativa. Fornisce inoltre strumenti per rielaborare le idee progettuali all’interno di una griglia di valutazione codificata secondo i principi della sostenibilità energetico ambientale, al fine di misurare e regolare i parametri quantitativi e qualitativi del progetto in chiave prestazionale”.
D. Come saranno le case del futuro? Che materiali saranno usati?
R. “La casa del futuro ha involucro e anima sempre più autosufficienti e biocompatibili. Frutto di un sapiente mix tra tecniche costruttive tradizionali e autoctone e tecnologie sofisticate al servizio della qualità abitativa, con al centro della progettazione le necessità primarie dell’uomo. Le nuove frontiere? A esempio la canapa, la paglia e il verde stesso integrato e a servizio dell’architettura. Archicool è già al lavoro su un progetto di residenza in cui si utilizza la canapa, il legno e la paglia; più economica, con consumi inferiori e con traspirabilità e flessibilità assicurate. Nonostante un certo diffuso scetticismo, le case in paglia sono molto resistenti, hanno le stesse caratteristiche di un’abitazione normale, ma offrono performance migliori dal punto di vista dell’efficienza energetica. Un antico proverbio giapponese dice: meglio ridere in una casa di paglia che piangere in un castello”.
D. E che tipo di energia sarà usata?
R. “L’architettura è un bene pubblico e su di esse si gioca, tra le altre, una partita decisiva: quella dell’energia e dell’ambiente. In un recente rapporto di Legambiente, si dimostra che l’abbattimento dei consumi energetici legati all’edilizia potrebbe far risparmiare la costruzione di otto centrali nucleari. Sarebbe auspicabile, su scala nazionale, un grande progetto di ristrutturazione edilizia che consenta il recupero ambientale dell’edificato; un patrimonio ormai fuori dagli standard di sicurezza e di efficienza. Dunque impiego razionale su vasta scala di energie verdi, a basso impatto ambientale nonché paesaggistico, poiché sempre più integrate nell’involucro architettonico.
D. Rifiuti: come sarà risolta la questione? E quello del verde?
R. “Problema dei rifiuti e questione del verde, sono tematiche connesse tra loro e fortemente legate all’architettura. Su questo si è già detto molto e da qualche tempo la direzione giusta è stata intrapresa. Forse il nodo su cui si è lavorato meno, l’anello mancante, è quello di una morale individuale e collettiva capace di farsi carico dell’ambiente. Si devasta il territorio e il paesaggio a piccola e larga scala e, quando questi scempi ambientali, perlomeno i più imponenti, diventano notizia fruibile a tutti, la riprovazione e l’indignazione sono purtroppo effimere e latitanti. Non siamo più in grado di guardare alla terra come al soggiorno dell’uomo. Il nostro sguardo, soprattutto oggi nell’età della tecnica, percepisce la terra solo come materia prima da utilizzare per i fini che l’uomo si propone. Esortava Platone: Non pensare o uomo meschino che questa terra sia stata fatta per te. Tu piuttosto sarai giusto se ti aggiusti all’universa armonia (Leggi, 903c). La ricerca della qualità ambientale è un’attitudine ancestrale a stabilire un equilibrio armonico tra l’uomo e la natura che lo circonda. Praticata per necessità per molti secoli, in particolare nell’architettura locale e vernacolare, è caduta in disuso dopo la rivoluzione industriale, in un’epoca in cui l’uomo ha creduto nella propria onnipotenza a ha attinto senza misura alle risorse del pianeta. Finché non riusciremo a praticare una morale che si faccia carico degli enti di natura, insieme alla terra finiremo col mettere a rischio anche l’esperimento umano”.
Beatrice Malorgio, giovane architetto, a Matino ha fondato Archicool People (nella foto è con Donato Matarrese, c’è una sede pure a Lecce), e in questa intervista spiega le interfacce di come sarà l’edilizia e l’abitare dei prossimi anni.
Domanda: Cos'è la CasaClima Gold?
Risposta: “Nell’ottica di un’ecologia democratica e sociale, l’agenzia CasaClima si occupa di certificazioni di efficienza energetica nell’ambito edilizio, energie rinnovabili, protezione del clima, protezione delle risorse, sviluppo energetico sostenibile. Il progetto CasaClima si basa sul risparmio energetico e la sostenibilità ambientale con l’obiettivo principale di promuovere l’utilizzo su vasta scala delle migliori tecnologie e dei migliori materiali di costruzione. Le soluzioni migliorative certificabili comprendono la “classe A” (≤30 kWh/m²a pari a 3 litri/m², detta anche “casa da 3 litri”) e la CasaClima Gold – “classe oro” (≤10 kWh/m²a pari a 1 litro/m², detta anche “casa da 1 litro”)”.
D. E il Protocollo Itaca?
R. “E’ un sistema nazionale di accreditamento e certificazione, su base volontaria, a sostegno delle politiche regionali per la sostenibilità ambientale delle costruzioni. Approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha l’obiettivo di garantire l’indipendenza, l’imparzialità e la competenza di chi valuta la conformità della certificazione basata sul Protocollo Itaca alle norme di riferimento. E’ dunque uno strumento che guida a introdurre la sostenibilità ambientale in edilizia, suggerendo una direzione per orientare le scelte progettuali verso un sistema coordinato di soluzioni virtuose finalizzate al risparmio di risorse naturali e alla qualità abitativa. Fornisce inoltre strumenti per rielaborare le idee progettuali all’interno di una griglia di valutazione codificata secondo i principi della sostenibilità energetico ambientale, al fine di misurare e regolare i parametri quantitativi e qualitativi del progetto in chiave prestazionale”.
D. Come saranno le case del futuro? Che materiali saranno usati?
R. “La casa del futuro ha involucro e anima sempre più autosufficienti e biocompatibili. Frutto di un sapiente mix tra tecniche costruttive tradizionali e autoctone e tecnologie sofisticate al servizio della qualità abitativa, con al centro della progettazione le necessità primarie dell’uomo. Le nuove frontiere? A esempio la canapa, la paglia e il verde stesso integrato e a servizio dell’architettura. Archicool è già al lavoro su un progetto di residenza in cui si utilizza la canapa, il legno e la paglia; più economica, con consumi inferiori e con traspirabilità e flessibilità assicurate. Nonostante un certo diffuso scetticismo, le case in paglia sono molto resistenti, hanno le stesse caratteristiche di un’abitazione normale, ma offrono performance migliori dal punto di vista dell’efficienza energetica. Un antico proverbio giapponese dice: meglio ridere in una casa di paglia che piangere in un castello”.
D. E che tipo di energia sarà usata?
R. “L’architettura è un bene pubblico e su di esse si gioca, tra le altre, una partita decisiva: quella dell’energia e dell’ambiente. In un recente rapporto di Legambiente, si dimostra che l’abbattimento dei consumi energetici legati all’edilizia potrebbe far risparmiare la costruzione di otto centrali nucleari. Sarebbe auspicabile, su scala nazionale, un grande progetto di ristrutturazione edilizia che consenta il recupero ambientale dell’edificato; un patrimonio ormai fuori dagli standard di sicurezza e di efficienza. Dunque impiego razionale su vasta scala di energie verdi, a basso impatto ambientale nonché paesaggistico, poiché sempre più integrate nell’involucro architettonico.
D. Rifiuti: come sarà risolta la questione? E quello del verde?
R. “Problema dei rifiuti e questione del verde, sono tematiche connesse tra loro e fortemente legate all’architettura. Su questo si è già detto molto e da qualche tempo la direzione giusta è stata intrapresa. Forse il nodo su cui si è lavorato meno, l’anello mancante, è quello di una morale individuale e collettiva capace di farsi carico dell’ambiente. Si devasta il territorio e il paesaggio a piccola e larga scala e, quando questi scempi ambientali, perlomeno i più imponenti, diventano notizia fruibile a tutti, la riprovazione e l’indignazione sono purtroppo effimere e latitanti. Non siamo più in grado di guardare alla terra come al soggiorno dell’uomo. Il nostro sguardo, soprattutto oggi nell’età della tecnica, percepisce la terra solo come materia prima da utilizzare per i fini che l’uomo si propone. Esortava Platone: Non pensare o uomo meschino che questa terra sia stata fatta per te. Tu piuttosto sarai giusto se ti aggiusti all’universa armonia (Leggi, 903c). La ricerca della qualità ambientale è un’attitudine ancestrale a stabilire un equilibrio armonico tra l’uomo e la natura che lo circonda. Praticata per necessità per molti secoli, in particolare nell’architettura locale e vernacolare, è caduta in disuso dopo la rivoluzione industriale, in un’epoca in cui l’uomo ha creduto nella propria onnipotenza a ha attinto senza misura alle risorse del pianeta. Finché non riusciremo a praticare una morale che si faccia carico degli enti di natura, insieme alla terra finiremo col mettere a rischio anche l’esperimento umano”.
speriamo queste ottime pratiche illuminino sempre più tecnici e committenti. complimenti ad archicool!!
RispondiEliminamolto interessante.
RispondiEliminagrandi archicool!!
RispondiEliminabuone pratiche condivisibili e che spero abbiamo massima diffusione
RispondiEliminacomplimenti ad archicool e al bell'articolo, entrambi illuminati e illuminanti
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Complimenti arch. Beatrice Malorgio, molto interessante. La forza del futuro è nei giovani e nelle libere menti volenterose.
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CI PIACE!!
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