BARI - Il Consigliere regionale del Gruppo Misto-Psi, Franco Pastore ha diffuso la seguente dichiarazione:
“Se in ballo non vi fosse il diritto alla salute e la possibilità di curarsi in strutture pubbliche, sanciti dalla Costituzione e fiore all’occhiello della democrazia del nostro Paese, a scoprire quanto previsto dal Piano di emergenza estiva 2014 della Asl Bt, ci sarebbe da ridere, per la portata paradossale di detto Piano. Ma le questioni sono troppo serie.
Si pensi che, all’ospedale di Barletta, l’oncologia, a partire da ora e fino a tutto settembre prossimo, funzionerà solo 12 ore su 24, dalle 8 alle 20 e senza degenza, solo in day hospital. Polo oncologico di eccellenza, così andavano predicando presidente della regione, assessore regionale alla sanità, asserendo che grazie a tale realtà, addirittura, si sarebbe messo fine ai viaggi della speranza. E invece ci sono pazienti pronti a consumare le ultime energie che la malattia ancora gli ha lasciato per gridare e fare conoscere tale assurdità. Perché le loro malattie non tengono conto delle ferie estive, dei piani di rientro, dei calcoli fatti a tavolino. Un peggioramento improvviso per loro potrebbe significare un pericolo molto grave, visto che anche l’attività degli altri reparti è ridimensionata, per usare un eufemismo.
La chirurgia, per esempio, manterrà solo l’attività ambulatoriale, nessuna degenza, salvo tre posti letto per le urgenze, a fronte della chiusura dell’oculistica. Quei tre posti letto, di fatto, saranno sempre occupati e sempre sottodimensionati. Anche perché a Canosa di Puglia l’ospedale chiude, la chirurgia è sospesa e il personale sarà smistato presso le strutture territoriali di Canosa e, 15 giorni ciascuno, questa è la previsione, ad Andria. Nessuno a sarà smistato a Barletta, nonostante qui gli infermieri siano al collasso visto che stanno sopportando 600 ore di straordinario. A Bisceglie, invece, con le sale operatorie in ristrutturazione, sarà possibile soltanto garantire ‘l’urgenza ostetrico – ginecologica e quella chirurgica indifferibile’.
Qui la coperta non è solo corta, è stata sfilacciata, sembra un sabotaggio. La nostra sanità è al collasso, il personale sanitario è contato e sfiancato. Ma non c’è problema perché la proporzione e l’equilibrio ci sono, stando ai calcoli geniali quanto prodigiosi elaborati da chi ha redatto tale Piano. A fronte, infatti, del venir meno dei quattro anestesisti attuali, tre per gravidanza e uno per prepensionamento, ne subentreranno ben tre, sì tre. E certo, gli interventi diminuiranno visto che ci si farà carico solo delle urgenze!
Le parole d’ordine di questo Piano sono ‘blocco’, ‘sospensione’, ‘riduzione’, ‘disattivazione’ e ‘dismissione’.
Un’ultima precisazione. Tutto quello che viene ridimensionato, tolto per dirla così com’è, va a peggiorare una situazione di per sé già sacrificata e sottodimensionata rispetto alla media regionale, a cominciare dal numero dei posti letto. La nostra Asl è trattata e considerata come se fosse non l’ultima delle aziende sanitarie esistenti, ma peggio che se fossimo l’ultimo lembo di periferia del regno. Invece questo territorio esiste ed esprime una domanda di salute alla quale la politica regionale deve dare una risposta seria, efficace e adeguata”./comunicato
“Se in ballo non vi fosse il diritto alla salute e la possibilità di curarsi in strutture pubbliche, sanciti dalla Costituzione e fiore all’occhiello della democrazia del nostro Paese, a scoprire quanto previsto dal Piano di emergenza estiva 2014 della Asl Bt, ci sarebbe da ridere, per la portata paradossale di detto Piano. Ma le questioni sono troppo serie.
Si pensi che, all’ospedale di Barletta, l’oncologia, a partire da ora e fino a tutto settembre prossimo, funzionerà solo 12 ore su 24, dalle 8 alle 20 e senza degenza, solo in day hospital. Polo oncologico di eccellenza, così andavano predicando presidente della regione, assessore regionale alla sanità, asserendo che grazie a tale realtà, addirittura, si sarebbe messo fine ai viaggi della speranza. E invece ci sono pazienti pronti a consumare le ultime energie che la malattia ancora gli ha lasciato per gridare e fare conoscere tale assurdità. Perché le loro malattie non tengono conto delle ferie estive, dei piani di rientro, dei calcoli fatti a tavolino. Un peggioramento improvviso per loro potrebbe significare un pericolo molto grave, visto che anche l’attività degli altri reparti è ridimensionata, per usare un eufemismo.
La chirurgia, per esempio, manterrà solo l’attività ambulatoriale, nessuna degenza, salvo tre posti letto per le urgenze, a fronte della chiusura dell’oculistica. Quei tre posti letto, di fatto, saranno sempre occupati e sempre sottodimensionati. Anche perché a Canosa di Puglia l’ospedale chiude, la chirurgia è sospesa e il personale sarà smistato presso le strutture territoriali di Canosa e, 15 giorni ciascuno, questa è la previsione, ad Andria. Nessuno a sarà smistato a Barletta, nonostante qui gli infermieri siano al collasso visto che stanno sopportando 600 ore di straordinario. A Bisceglie, invece, con le sale operatorie in ristrutturazione, sarà possibile soltanto garantire ‘l’urgenza ostetrico – ginecologica e quella chirurgica indifferibile’.
Qui la coperta non è solo corta, è stata sfilacciata, sembra un sabotaggio. La nostra sanità è al collasso, il personale sanitario è contato e sfiancato. Ma non c’è problema perché la proporzione e l’equilibrio ci sono, stando ai calcoli geniali quanto prodigiosi elaborati da chi ha redatto tale Piano. A fronte, infatti, del venir meno dei quattro anestesisti attuali, tre per gravidanza e uno per prepensionamento, ne subentreranno ben tre, sì tre. E certo, gli interventi diminuiranno visto che ci si farà carico solo delle urgenze!
Le parole d’ordine di questo Piano sono ‘blocco’, ‘sospensione’, ‘riduzione’, ‘disattivazione’ e ‘dismissione’.
Un’ultima precisazione. Tutto quello che viene ridimensionato, tolto per dirla così com’è, va a peggiorare una situazione di per sé già sacrificata e sottodimensionata rispetto alla media regionale, a cominciare dal numero dei posti letto. La nostra Asl è trattata e considerata come se fosse non l’ultima delle aziende sanitarie esistenti, ma peggio che se fossimo l’ultimo lembo di periferia del regno. Invece questo territorio esiste ed esprime una domanda di salute alla quale la politica regionale deve dare una risposta seria, efficace e adeguata”./comunicato