BARI - Ideagire: diventare protagonisti della propria professione con nuove idee, nuove opportunità di sviluppo, nuovi modi di intervento per la promozione del benessere della collettività e dell’individuo. È con questo fine che l’Ordine degli Psicologi della Puglia ha organizzato un ciclo di convegni che si sposterà per tutta la Puglia. Si è partito da Bari, presso lo Sheraton, e si proseguirà a San Giovanni Rotondo il 19 giugno, a Taranto il 2 luglio, a Lecce il 10 luglio.
Dopo una parte convegnistica, i presenti divisi in gruppi di lavoro, hanno approfondito specifiche aree di interesse: etica e deontologia professionale; attività formative e culturali; promozione del benessere e psicologia dell’emergenza; riabilitazione, neuropsicologia e psicologia del ciclo di vita; psicologia della salute, sanità , politiche sociali e terzo settore; redazione rivista, comunicazione e gestione del web; psicologia del lavoro e dell’organizzazione; psicologia forense.
Ideagire è il primo evento organizzato dal nuovo consiglio dell’Ordine degli Psicologi, eletto a gennaio 2014 e dal neo Presidente Antonio Di Gioia che vede in questi momenti “un opportunità per stare insieme in modo diverso e nuovo, per dialogare e condividere proposte e prospettive di una professione che ancora oggi non è inserita in maniera idonea all’interno delle strutture sanitarie”. Sono solo 6mila in tutta Italia gli psicologi che lavorano a tempo pieno per il Servizio Sanitario Italiano. Un dato molto basso in considerazione dei 96mila psicologi presenti in tutto il paese di cui solo la metà svolge la professione ed in considerazione del numero di nuovi laureati che ogni anno si aggirano tra i 5 ed i 6mila.
“Ideagire – afferma Di Gioia – è un modo per andare incontro agli iscritti, per instaurare un rapporto più stretto e collaborativo attraverso il quale avviare un approccio dinamico della professione alle esigenze della società che cambia e dell’individuo che cambia all’interno della società moderna”. Ed è un modo per avviare un cambiamento della professione è di aprirsi e collaborare con altri professionisti. Lavorare insieme per avviare proposte più solide alle istituzioni da indirizzare alle istituzione. Una voce comune, più forte. È quanto avverrà attraverso il tavolo tecnico istituito il 16 maggio nel corso di un altro convegno (Minori e Diritti Ristretti) e che coinvolge psicologi, medici, assistenti sociali ed avvocati.
In un momento storico di grave crisi lavorativa sia per i giovani psicologi, sia per chi è già inserito nel mondo del lavoro o dell’attività professionale per il vicepresidente Vanda Vitone, “l’Ordine deve assumere la funzione di tutela e di difesa degli iscritti. Saperli indirizzare, aiutarli a trovare la strada per dare un seguito ai propri studi, alle proprie aspirazioni, alle proprie competenze professionali”.
Un ordine che lavora per i propri iscritti ma che non può fare a meno degli stessi perché le idee e le azioni devono viaggiare in due direzioni. È la posizione di Giovanna Pontiggia Segretaria del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi che vede nei giovani “non solo dei professionisti da aiutare ma anche una risorsa ed una potenzialità da far maturare di cui l’intero settore ha bisogno per la promozione di interventi innovativi sul territorio”.
Massimo Frateschi, Consigliere dell’Ordine e coordinatore della commissione attività formative e culturali torna sull’argomento dell’interdisciplinarità affermando che “la missione dello psicologo può essere orientata, grazie alla multidimensionalità professionale, a contribuire al benessere e ridimensionare i problemi che le persone vivono nell’attuale società , collaborando con altri professionisti, attraverso molteplici tipi e forme di lavori di gruppo tra professionisti”.
Tra i relatori la dott.sa Rosalinda Cassibba, direttore del Dipartimento di Scienze della Formazione, Pscicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari che auspica ad una collaborazione sempre più stretta tra Università ed Ordine per favorire un momento della formazione condiviso e che individui meglio chi deve essere lo psicologo, quali competenze deve acquisire. Università e Ordine devono lavorare in sinergia – ha detto Carribba – perché in questo modo si muoverebbero sinergicamente il momento della ricerca e quello della formazione. Quando questi due aspetti non hanno contatto si verifica un impoverimento su entrambi i fronti”.
Dopo una parte convegnistica, i presenti divisi in gruppi di lavoro, hanno approfondito specifiche aree di interesse: etica e deontologia professionale; attività formative e culturali; promozione del benessere e psicologia dell’emergenza; riabilitazione, neuropsicologia e psicologia del ciclo di vita; psicologia della salute, sanità , politiche sociali e terzo settore; redazione rivista, comunicazione e gestione del web; psicologia del lavoro e dell’organizzazione; psicologia forense.
Ideagire è il primo evento organizzato dal nuovo consiglio dell’Ordine degli Psicologi, eletto a gennaio 2014 e dal neo Presidente Antonio Di Gioia che vede in questi momenti “un opportunità per stare insieme in modo diverso e nuovo, per dialogare e condividere proposte e prospettive di una professione che ancora oggi non è inserita in maniera idonea all’interno delle strutture sanitarie”. Sono solo 6mila in tutta Italia gli psicologi che lavorano a tempo pieno per il Servizio Sanitario Italiano. Un dato molto basso in considerazione dei 96mila psicologi presenti in tutto il paese di cui solo la metà svolge la professione ed in considerazione del numero di nuovi laureati che ogni anno si aggirano tra i 5 ed i 6mila.
“Ideagire – afferma Di Gioia – è un modo per andare incontro agli iscritti, per instaurare un rapporto più stretto e collaborativo attraverso il quale avviare un approccio dinamico della professione alle esigenze della società che cambia e dell’individuo che cambia all’interno della società moderna”. Ed è un modo per avviare un cambiamento della professione è di aprirsi e collaborare con altri professionisti. Lavorare insieme per avviare proposte più solide alle istituzioni da indirizzare alle istituzione. Una voce comune, più forte. È quanto avverrà attraverso il tavolo tecnico istituito il 16 maggio nel corso di un altro convegno (Minori e Diritti Ristretti) e che coinvolge psicologi, medici, assistenti sociali ed avvocati.
In un momento storico di grave crisi lavorativa sia per i giovani psicologi, sia per chi è già inserito nel mondo del lavoro o dell’attività professionale per il vicepresidente Vanda Vitone, “l’Ordine deve assumere la funzione di tutela e di difesa degli iscritti. Saperli indirizzare, aiutarli a trovare la strada per dare un seguito ai propri studi, alle proprie aspirazioni, alle proprie competenze professionali”.
Un ordine che lavora per i propri iscritti ma che non può fare a meno degli stessi perché le idee e le azioni devono viaggiare in due direzioni. È la posizione di Giovanna Pontiggia Segretaria del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi che vede nei giovani “non solo dei professionisti da aiutare ma anche una risorsa ed una potenzialità da far maturare di cui l’intero settore ha bisogno per la promozione di interventi innovativi sul territorio”.
Massimo Frateschi, Consigliere dell’Ordine e coordinatore della commissione attività formative e culturali torna sull’argomento dell’interdisciplinarità affermando che “la missione dello psicologo può essere orientata, grazie alla multidimensionalità professionale, a contribuire al benessere e ridimensionare i problemi che le persone vivono nell’attuale società , collaborando con altri professionisti, attraverso molteplici tipi e forme di lavori di gruppo tra professionisti”.
Tra i relatori la dott.sa Rosalinda Cassibba, direttore del Dipartimento di Scienze della Formazione, Pscicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari che auspica ad una collaborazione sempre più stretta tra Università ed Ordine per favorire un momento della formazione condiviso e che individui meglio chi deve essere lo psicologo, quali competenze deve acquisire. Università e Ordine devono lavorare in sinergia – ha detto Carribba – perché in questo modo si muoverebbero sinergicamente il momento della ricerca e quello della formazione. Quando questi due aspetti non hanno contatto si verifica un impoverimento su entrambi i fronti”.