TARANTO - “Vertenza Eni, individuiamo insieme una soluzione migliore: ai lavoratori di Taranto e al territorio va data un’altra opportunità”. Mette nero su bianco il senatore pugliese Dario Stefàno in una lettera alla presidente di Eni Emma Marcegaglia sottolineando la urgenza e la necessità di trovare una soluzione alternativa che tenga in equilibrio gli interessi dell’azienda e gli interessi dei lavoratori “con la prospettiva- sottolinea Stefàno - di evitare un ulteriore rischio di isolamento economico ed occupazionale e dunque di impoverimento sociale di Taranto”.
“Quella messa in atto nella raffineria Eni di Taranto è una protesta legittima - prosegue Stefàno - perché esprime ad “alta voce” l’ennesimo sentimento di precarietà che agita le vite di centinaia di lavoratori, qui in quel lembo della Puglia che ha già pagato, e continua a pagare, un prezzo altissimo in tema di lavoro e disagio sociale. L’attuale accordo non può essere accettato perché penalizza i lavoratori. Penalizza la propria ambizione a lavorare. Penalizza le rispettive famiglie, private di colpo della prospettiva di una legittima serenità. E penalizza ancora una volta l’indotto industriale ed il territorio ad essa collegati” .
“Ecco perché non può bastare la rituale manifestazione di solidarietà – così il senatore motiva le ragioni della lettera - ma anzi porgo la più ampia disponibilità personale ed istituzionale a collaborare con l’obiettivo di individuare una soluzione sostenibile, che tenga conto delle note difficoltà del contesto territoriale tarantino”.
“Eni, sottoposta al controllo pubblico, – conclude Stefàno - interpreta azioni ed attività industriali profondamente strategiche per tutto il Paese. Quel Paese di cui anche Taranto ed il suo territorio fanno orgogliosamente parte e che, al pari di altri territori ed altre realtà, meritano di beneficiare degli obiettivi strategici dell’azione industriale di una delle principali aziende italiane”.
“Quella messa in atto nella raffineria Eni di Taranto è una protesta legittima - prosegue Stefàno - perché esprime ad “alta voce” l’ennesimo sentimento di precarietà che agita le vite di centinaia di lavoratori, qui in quel lembo della Puglia che ha già pagato, e continua a pagare, un prezzo altissimo in tema di lavoro e disagio sociale. L’attuale accordo non può essere accettato perché penalizza i lavoratori. Penalizza la propria ambizione a lavorare. Penalizza le rispettive famiglie, private di colpo della prospettiva di una legittima serenità. E penalizza ancora una volta l’indotto industriale ed il territorio ad essa collegati” .
“Ecco perché non può bastare la rituale manifestazione di solidarietà – così il senatore motiva le ragioni della lettera - ma anzi porgo la più ampia disponibilità personale ed istituzionale a collaborare con l’obiettivo di individuare una soluzione sostenibile, che tenga conto delle note difficoltà del contesto territoriale tarantino”.
“Eni, sottoposta al controllo pubblico, – conclude Stefàno - interpreta azioni ed attività industriali profondamente strategiche per tutto il Paese. Quel Paese di cui anche Taranto ed il suo territorio fanno orgogliosamente parte e che, al pari di altri territori ed altre realtà, meritano di beneficiare degli obiettivi strategici dell’azione industriale di una delle principali aziende italiane”.