Renzi a vertice Ue, tensione con Angela Merkel

Noi rispettiamo e rispetteremo i patti: non faremo come fece la Germania nel 2003. E' quanto avrebbe detto - riferiscono fonti europee - il premier Matteo Renzi in un momento di tensione con Angela Merkel al vertice Ue rispetto ad alcune ipotesi di misure sulla flessibilità come il cofinanziamento dei fondi Ue e il saldo dei debiti della Pa.

Il premier è giunto qualche ora fa a Ypres, al Museo 'In Flanders Fields', accolto dal presidente Ue Herman Van Rompuy e dal sindaco della cittadina delle Fiandre Occidentali. (Foto: EPA)

"Se vogliamo bene all'Europa, dobbiamo darci una smossa e occuparci di più di crescita e occupazione", ha affermato il premier italiano.

"Serve di più un'Europa delle famiglie non un'Europa della burocrazia", ha aggiunto Renzi. "Non c'è una posizione dell'Italia contro gli altri" dobbiamo "tutti insieme" puntare sulla "crescita" e occupazione, ha detto Renzi arrivando a Elverdinge dove si riunisce il Pse per il pre-summit della casa social-democratica in vista del vertice Ue.

"C'e' un ok a Juncker, ma solo con un documento che indica dove vuole andare l'Europa. Come Pse siamo d'accordo su questo": lapidario Renzi lasciando il pre vertice Pse prima del vertice Ue. "Mi sembra che sia un passo in avanti, soprattutto nel metodo. C'e' ancora qualcosa da limare, ma vediamo cosa ci porterà Van Rompuy questa sera", ha detto Renzi commentando la bozza dell'agenda europea presentata dal presidente del Consiglio Ue.

AL VIA VERTICE: SI CERCA INTESA SU JUNCKER - Al via a Ypres in Belgio la due giorni del vertice europeo in cui si decideranno le nomine della prossima Commissione. In pole per la presidenza il lussemburghese Jean Claude Juncker, nonostante l'aperta contrarietà della Gran Bretagna.

Sul tavolo vi è anche la flessibilità sulle regole di bilancio e l'accelerazione sulla crescita chiesta dall'Italia con Matteo Renzi, su cui nei giorni scorsi c'è stata l'apertura della cancelliera tedesca Angela Merkel.

L'interrogativo più grande riguarda le mosse del premier britannico Cameron per incidere sulla scelta del successore di Barroso: "La Gran Bretagna non sta negoziando e quindi non sappiamo cosa chiederà - spiegano alcune fonti diplomatiche -. Ma certo non ci aspettiamo che getti la spugna senza prima mostrare i muscoli".

Tuttavia non si esclude che Londra ricorra al cosiddetto "compromesso del Lussemburgo", ovvero la possibilità di porre un veto altrimenti impossibile perché sono in gioco interessi nazionali molto importanti. In base all'agenda del vertice di nomine si dovrebbe comunque parlare solo venerdì, come ultimo argomento.

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