Sesso e religione: lo studio, 'il ménage à trois è italiano e cattolico'

ROMA - "Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica", cantava Zucchero nel 1987 facendo il verso alla morale italica da buoncostume sulle libertà sessuali. Eppure, ventisette anni dopo, la generazione X dei Paninari cresciuta a pane e “vedo non vedo” nei circoli parrocchiali supera con un balzo i più giovani “YouPorners” – i cosiddetti nativi digitali – in fatto di trasgressione: 1 italiano su 3 - tra i 33 e i 36 anni - ha preso parte almeno una volta a un threesome.
È quanto emerge dal Faith&Passion: Impact of Religion on Infidelity, studio condotto dal popolare sito di incontri extraconiugali AshleyMadison.com, su un campione di oltre 100 mila utenti iscritti al sito da 37 Paesidiversi.

Amanti dei letti a tre piazze, gli young adults tricolore primeggiano a livello globale in fatto di speciali ménage col 36%, seguiti da brasiliani (33%) e greci (32%). Non delude la controparte femminile: le donne, col 33%, sono seconde solo alle discendenti di Afrodite (38%), ma precedono addirittura le passionali brasiliane (28%).

E se i viveur del Belpaese sono, dati alla mano, i più spregiudicati sotto le lenzuola, essi non rinnegano affatto l’educazione cattolica. Dallo studio, che approfondisce il delicato equilibrio tra credo e sessualità, emerge infatti che il 78% degli uomini e il 78,9% delle donne nello stivale si professa fedele a Santa Romana Chiesa e osserva con regolarità le pratiche religiose. Più trasgressivi e più devoti sono soprattutto gliuomini italiani che pregano in percentuale maggiore rispetto a tutti gli altri: il 42% rispetto a una media globale maschile del 25,45%.

“A differenza di quello che comunemente si pensa, nelle nazioni di grande tradizione cattolica come l’Italia o i Paesi del Sud America – spiega il Dr. Eric Anderson, sessuologo e Chief Science Officer di AshleyMadison.com – c’è una maggiore indulgenza a concedersi una certa libertà sessuale”.

In altre parole una “sacrosanta” libidine. Talmente consapevole da non essere nemmeno considerata un peccato, così come il tradimento. Un italiano (54%) e un’italiana (45%) su due, infatti, dichiarano candidamente di non pensare all’adulterio come a un atto sacrilego e soltanto il 19% degli uomini e il 15% delle donne confessa le proprie scappatelle.

A chi? Ovviamente al prete, custode dei misfatti a luci rosse per il 25% dei fedeli nostrani, contro una media globale del 18%.

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