di Redazione - Sono ore decisive a Palazzo Chigi sulla trattativa con Etihad. A meno due giorni dalla scadenza del 31 luglio per chiudere l'operazione, Etihad alza la voce per far arrivare la propria preoccupazione e chiedere di avere subito risposte.
E se su Poste sembra che la soluzione sia a portata di mano, con 65 milioni che la società pubblica sarebbe pronta ad investire nella 'mid-company', sul fronte sindacale la Uilt attende la convocazione ma ribadisce il proprio disaccordo sull'intesa sui tagli. Alla fine di una giornata in cui la compagnia di Abu Dhabi e' arrivata a diramare un comunicato per rassicurare sui timori per un possibile addio ("Etihad Airways continua a lavorare con Alitalia al fine di risolvere le questioni aperte relative a un possibile investimento in Alitalia"), si e' saputo che invece negli Emirati c'e' molta preoccupazione: il ceo di Etihad James Hogan, in una mail all'ad di Alitalia Del Torchio - di cui l' ANSA è in possesso - si dice alquanto preoccupato per la mancanza di "chiarezza" sulla mid-co, sulla posizione di Poste e sulla situazione sindacale. Ma teme anche che il protrarsi del tempo possa incidere sulla situazione patrimoniale di Alitalia. E quindi chiede di avere rapidamente risposte. Risposte che devono arrivare il più presto possibile perchè la deadline per la firma resta il 31 luglio, ricorda il numero uno di Etihad.
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