LECCE - Si è tenuto questa mattina presso la sede dell’ASL l’incontro tra il Comune, l’Aqp. Lecce, il Dipartimento di Igiene Pubblicadella Asl e la ditta ICOS, incaricata del servizio di disinfestazione delle reti fognarie. All’ordine del giorno l’emergenza scarafaggi in città e l’individuazione di nuove strategie condivise di lotta al fenomeno. Nel corso della riunione Andrea Guido, assessore all’Igiene e all’Ambiente, l’ingegnerAntonio Stendardo, il direttore del SISP della Asl Lecce, Alberto Fedelee l’ingegner Michele Cotugno, hanno convenuto di adottare ulteriori misure adeguate a contenere il fenomeno entro i limiti fisiologici, dando il via ad un quarto ciclo di interventi, sia nelle condotte della fogna bianca, sia in quelle della fogna nera.
A quanto pare, però, l’apparente incremento di blatte nelle aree private è correlato alla fuga degli insetti dalle condotte oggetto di trattamento e al loro tentativo di trovare nuovi ripari in altri spazi per i loro annidamenti. E’ emersa l’esigenza, quindi, di un’azione informativa tesa a sensibilizzare cittadini e commercianti sulla necessità di porre in essere azioni di bonifica nelle aree e nelle condotte fognarie private, possibilmente in simultanea con gli interventi nelle infrastrutture pubbliche. Ciò per non vanificare gli interventi predisposti da Comune e Acquedotto. Il rischio, infatti, se non dovessero arrivare anche gli interventi dei privati, è quello di dover ricominciare tutto da capo.
“Molto importante risulterebbe un intervento degli operatori delle attività di somministrazione, specie quelle dislocate nel centro storico, che si avvalgono dell’utilizzo di pedane posizionate sul suolo pubblico – ha comunicato con una nota l’assessore Andrea Guido - Sotto queste strutture, infatti, se non dovessero essere posti in essere interventi di pulizia e disinfezione ordinaria, a quanto pare, si concentrerebbero buona parte dei focolai infestanti”.
“E’ per questo motivo – ha fatto sapere a tal proposito Andrea Guido– che nei prossimi giorni mi attiverò con il mio staff per invitare il settore urbanistico del Comune affinché predisponga dal prossimo anno l’obbligo da parte di bar, locali e ristoranti di depositare un piano di manutenzione delle strutture all’atto della richiesta di utilizzo di suolo pubblico. Cercherò, inoltre, di coinvolgere ufficialmente anche Enel e Telecom chiedendo loro un intervento di disinfestazione attraverso i tombini delle loro reti, anch’essi, secondo i tecnici, oggetto di potenziali focolai di blatte. Ma bisogna tenere in considerazione, inoltre, che molti di questi focolai si trovano anche nelle cantine e negli immobili incustoditi e abbandonati, soprattutto nel centro storico, o anche, a nostra insaputa, nei depositi e nelle condutture delle nostre residenze private. Con il pompaggio delle sostanze disinfestanti attraverso i tombini pubblici è giocoforza che le blatte cerchino di raggiungere la superficie proprio attraverso le vie di uscita delle abitazioni private. E’ per questo motivo che auspico, ancora una volta, una proficua collaborazione tra cittadini ed enti pubblici. Dal momento che non è possibile invadere spazi e abitazioni private con le operazioni di disinfestazione devo chiedere l’aiuto dei leccesi senza il quale il problema verrà sempre arginato in extremis e mai risolto definitivamente”.
“Così com’è stato per i parassiti delle piante – ha concluso il dottor Alberto Fedele – le blatte leccesi appaiono oggi mutate rispetto al passato, vuoi per l’incidenza antropica, vuoi per i cambiamenti climatici in corso; è per questo che dal prossimo anno stiamo pensando di commissionare uno studio adeguato a biologi ed entomologi teso all’individuazione di strategie e prodotti più efficaci in rapporto alle specie attualmente in circolazione”.
A quanto pare, però, l’apparente incremento di blatte nelle aree private è correlato alla fuga degli insetti dalle condotte oggetto di trattamento e al loro tentativo di trovare nuovi ripari in altri spazi per i loro annidamenti. E’ emersa l’esigenza, quindi, di un’azione informativa tesa a sensibilizzare cittadini e commercianti sulla necessità di porre in essere azioni di bonifica nelle aree e nelle condotte fognarie private, possibilmente in simultanea con gli interventi nelle infrastrutture pubbliche. Ciò per non vanificare gli interventi predisposti da Comune e Acquedotto. Il rischio, infatti, se non dovessero arrivare anche gli interventi dei privati, è quello di dover ricominciare tutto da capo.
“Molto importante risulterebbe un intervento degli operatori delle attività di somministrazione, specie quelle dislocate nel centro storico, che si avvalgono dell’utilizzo di pedane posizionate sul suolo pubblico – ha comunicato con una nota l’assessore Andrea Guido - Sotto queste strutture, infatti, se non dovessero essere posti in essere interventi di pulizia e disinfezione ordinaria, a quanto pare, si concentrerebbero buona parte dei focolai infestanti”.
“E’ per questo motivo – ha fatto sapere a tal proposito Andrea Guido– che nei prossimi giorni mi attiverò con il mio staff per invitare il settore urbanistico del Comune affinché predisponga dal prossimo anno l’obbligo da parte di bar, locali e ristoranti di depositare un piano di manutenzione delle strutture all’atto della richiesta di utilizzo di suolo pubblico. Cercherò, inoltre, di coinvolgere ufficialmente anche Enel e Telecom chiedendo loro un intervento di disinfestazione attraverso i tombini delle loro reti, anch’essi, secondo i tecnici, oggetto di potenziali focolai di blatte. Ma bisogna tenere in considerazione, inoltre, che molti di questi focolai si trovano anche nelle cantine e negli immobili incustoditi e abbandonati, soprattutto nel centro storico, o anche, a nostra insaputa, nei depositi e nelle condutture delle nostre residenze private. Con il pompaggio delle sostanze disinfestanti attraverso i tombini pubblici è giocoforza che le blatte cerchino di raggiungere la superficie proprio attraverso le vie di uscita delle abitazioni private. E’ per questo motivo che auspico, ancora una volta, una proficua collaborazione tra cittadini ed enti pubblici. Dal momento che non è possibile invadere spazi e abitazioni private con le operazioni di disinfestazione devo chiedere l’aiuto dei leccesi senza il quale il problema verrà sempre arginato in extremis e mai risolto definitivamente”.
“Così com’è stato per i parassiti delle piante – ha concluso il dottor Alberto Fedele – le blatte leccesi appaiono oggi mutate rispetto al passato, vuoi per l’incidenza antropica, vuoi per i cambiamenti climatici in corso; è per questo che dal prossimo anno stiamo pensando di commissionare uno studio adeguato a biologi ed entomologi teso all’individuazione di strategie e prodotti più efficaci in rapporto alle specie attualmente in circolazione”.