Da Bari si alza coro dei 'No' per la chiusura delle Camere di Commercio
di Nicola Zuccaro - Un risparmio medio per le singole imprese di 5,2 euro al mese a fronte di 2,5 miliardi di un effetto recessivo
per l'economia italiana. Questi i benefici del taglio del 50 % del diritto annuale versato dalle aziende alle Camere di Commercio,
deciso dal Governo con il decreto-legge 90/2014. A levare gli scudi contro questo provvedimento governativo, i dipendenti della
Camera di Commercio di Bari che unitamente ai colleghi delle altre Camere di Commercio Nazionali, hanno indetto, nella mattinata
di lunedì 28 luglio, un'assemblea presso il Salone della sede storica di Corso Cavour. Dal momento non solo di " protesta " ma anche
di riflessione, a cui hanno partecipato con propri interventi, Il Presidente Camerale di Bari Sandro Ambrosi, l'On.Francesco Paolo
Sisto in qualità di Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, il Presidente della Commissione
Bilancio del Senato, Sen. Antonio Azzolini, il Presidente del Consiglio Regionale della Puglia Onofrio Introna, il Presidente del Tribunale di Bari Dott.Vito Savino, dall'Assessore alle Attività Produttive al Comune di Bari Carla Palone, è emersa la più ampia
solidarietà e vicinanza per scongiurare l'applicazione del provvedimento sopramenzionato. No all'abolizione, sì alla ristrutturazione e
all'ammodernamento dell'Istutito nato nel 1861, all'indomani dell'Unità d'Italia. L'eccellente collaborazione riservata alle autorità giudiziarie - come sottolineato dal Giudice Savino - dall'Ente Camerale e il prezioso supporto, in termini di erogazione dei servizi
offerti alle piccole e medie imprese sono i meriti e al tempo stesso le ragioni per scongiurare una chisura che potrebbe provocare
delle serie conseguenze per quanto riguarda i livelli occupazionali da preservare in ciascuna Camera di Commercio italiana. Queste
le motivazioni che vedranno impegnate, da settembre le Istituzioni locali e le competenti Commissioni Parlamentari.
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