Discarica di Corigliano, le colpe gravissime di Ada Fiore e Sergio Blasi

La Giunta Regionale, con delibera dell'8 luglio scorso, ha utilizzato l'esercizio del potere sostitutivo, ai sensi del D.lgs 152/06, per la messa in sicurezza della ex discarica di Corigliano d'Otranto. Un atto di estrema gravità che mette a nudo le inefficienze dell'Amministrazione Comunale di Corigliano d'Otranto e della Regione Puglia, se si pensa che il problema è latente dal 2008, come si dichiara nello stesso atto deliberativo, ossia da quando "...nel corso dei lavori della nuova discarica di servizio dell'ATO LE 2 e' stata rilevata in adiacenza della ex discarica di proprietà del Comune, presenza di percolato con conseguente potenziale contaminazione delle acque di falda e dei terreni". La storia va avanti da allora, con la Regione che scarica alla ditta che eseguiva i lavori della nuova discarica di esercizio (Progetto Ambiente Lecce Due) la responsabilità di predisporre un progetto di bonifica e messa in sicurezza permanente, senza che mai il Comune intervenisse nel procedimento. Anzi, il Sindaco Ada Fiore ha addirittura rinunciato alle funzioni di ente attuatore, lavandosene le mani e limitandosi a sollecitare alla Regione l'intervento di bonifica. Dopo una serie di Decreti del Commissario Delegato Vendola, che ricercava le risorse anche private, ora si è scritta la parola fine (forse!), se i lavori verranno eseguiti nei tempi, con la copertura della spesa pari a 1.280.000 euro. Resta evidente il fatto che oggi il Sindaco Fiore e il Consigliere Regionale Blasi, che si ergono a difensori estremi della falda acquifera sottostante, sono i maggiori responsabili di questo rischio di disastro ambientale. La prima per non aver utilizzato le risorse esistenti in Regione per la bonifica, il secondo per aver sottaciuto il reale pericolo rappresentato dal percolato della ex discarica dichiarando e agendo con ordini del giorno meramente propagandistici, adducendo pericoli provenienti dalla nuova discarica di servizio, che invece dovrebbe ospitare solo rifiuto bio-stabilizzato assimilabile agli inerti, senza alcun pericolo di percolato. In questa delibera e racchiusa la verità di un procedimento contorto, in cui la Regione è costretta ad usare i poteri sostitutivi. Ora i due falsi paladini farebbero bene a cospargersi il capo di cenere e ringraziare il buon Dio se il percolato in tutti questi anni non sia finito nella falda acquifera.