GRAVINA IN PUGLIA - Come a Firenze, nel 1968. A Gravina in Puglia non ci sarà fango da combattere. Ci saranno però gli angeli, giunti da ogni angolo d’Italia a salvare l’identità storica di un popolo ed a tirare fuori dalle erbacce e dall’indifferenza la sua storia, per farne futuro.
Promossa dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alesio Valente, in collaborazione con l’Archeoclub, la fondazione “Ettore Pomarici Santomasi” e la Soprintendenza per i beni archeologici, avrà inizio venerdì 25 luglio, per concludersi il 31 luglio, “SOS Botromagno”. Più che una semplice manifestazione, il senso dell’orgoglio e della rinascita a partire dal polmone archeologico gravinese, da tempo preda dell’incuria ed ora strappato all’oblio per divenire fonte di crescita. Per anni sottoposta a sequestro giudiziario, l’area, estesa per più di 400 ettari, è stata restituita al Comune sul finire del 2012. Sul colle frequentato dall’uomo fin dall’Età del Neolitico, dove erano stati rinvenuti nel corso di varie campagne di scavo capanne, sepolture e manufatti (su tutti le ceramiche in stile protogeometrico iapigio e quelle attiche a figure rosse), rifiorisce adesso la speranza sulle tracce degli antichi Peuceti, le popolazioni indigene così ribattezzate dai Greci.
Quel che sarà lo spiega nei dettagli Laura Marchetti, assessora alle espressività artistiche e culturali, mente e motore dell’iniziativa: «Quando lo Stato non interviene – dice l’assessora – sono i cittadini a scendere in campo. E questo è quel che sta avvenendo a Gravina: una trentina di giovani archeologi, o comunque studenti di archeologia, saranno i protagonisti di un’operazione che punta anzitutto a restituire dignità e decoro al parco e, soprattutto, a porre le basi per farne quello che da sempre in realtà è: un polo archeologico tra i più importanti del Meridione». E mentre gli addetti del servizio civico dell’ente provvederanno alla pulizia di gran parte del comprensorio (in specie delle aree Angellotti e Lucatuorto), gli archeologi saranno gli artefici di una campagna di scavo, sotto l’occhio vigile dei tecnici della Soprintendenza. Avanti così, per una settimana, tra musica, convegni e laboratori che contribuiranno a restituire vitalità alla zona. «C’è una generazione intera – annota amara Laura Marchetti – che di Botromagno sa poco o niente. Proveremo ad invertire rotta, unendo alle azioni in essere le prospettive future, da creare col Governo centrale e con quello regionale, e legando anche il parco archeologico alla rete del sistema dei musei, che come Comune stiamo mettendo in piedi».
Note dal programma: ogni mattina alle 8 ritrovo in piazza Scacchi e partenza per la collina di Botromagno per le attività programmate. Previsti anche laboratori, coordinati dalle archeologhe Tiziana Rinaldi e Luciana Matera, dalla dottoressa Raimonda Rossi e dall’architetto Giuseppe Colonna; incontri formativi con esperti (tra essi Myles McCallan, della Saint Mary’s University di Halifax; Tracy Prowse, della McMaster University di Hamilton; Giacomo Santarosa, dell’Università di Bari; Maria Rosaria Depalo, ispettrice della Soprintendenza); visite guidate alle chiese rupestri ed alla fondazione “Santomasi” e dibattiti pubblici, come quello in calendario mercoledì 30 luglio (alle 19) al pianoro Madonna della Stella, al quale prenderanno parte – insieme al sindaco Valente ed all’assessora Marchetti – l’assessora regionale alle politiche del territorio, Angela Barbanente, ed il Soprintendente archeologico della Puglia, Luigi La Rocca. A seguire, concerto della “Municipale Balcanica”, band che vanta collaborazioni con Roy Paci e Goran Bregovic.
Gran finale giovedì 31 luglio: in coda all’opera di risanamento ambientale ed alla campagna di scavo, dalle 16 alle 19 parte di Botromagno sarà aperta ai visitatori, con navette ogni 20 minuti da piazza Scacchi. In serata, infine, trasferimento in piazza della Repubblica per la presentazione degli esiti della ricerca e la consegna degli attestati di partecipazione.
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