di Andrea Stano - Allo stadio Mineirao di Belo Horizonte la Germania scrive con inchiostro indelebile una delle pagine più tristi della storia del calcio brasiliano sconfiggendo i pentacampeones (che a questo punto rimarranno tali per almeno altri quattro anni) addirittura 7 a 1. (FOTO: EPA)
I tedeschi volano in finale per l'ottava volta nella loro storia (si considerano anche le partecipazioni della Germania dell’Ovest). E’ record assoluto.
Il Brasile palesa tutta la sua vulnerabilità già intravista in questo Mondiale ma non aveva ancora affrontato una squadra che sottolineasse le sue enormi difficoltà e l’evidente assenza di un calcio dall’elevato tasso tecnico. Forse con Neymar e Thiago Silva avremmo assistito ad una partita diversa ma certamente questo non dovrà tramutarsi in un alibi per Scolari e i suoi uomini in campo.
Eppure le premesse erano ben diverse almeno nei primi dieci minuti dove il Brasile ha sfoggiato una verve finora ancora mai vista.
Ma da qui in poi sarà un vero e proprio massacro. All’undicesimo la Germania comincia la mattanza: Muller, più solo di un eremita, su calcio d’angolo battuto da Kroos, col piattone destro segna il vantaggio. E’ il suo quinto gol in questo Mondiale, il decimo in due manifestazioni iridate da lui disputate.
Al 23esimo ancora Kroos imbecca il centravanti del Bayern Monaco che fa la sponda per Klose il cui primo tiro viene ribattuto da Julio Cesar ma sulla respinta dell’ex portiere dell’Inter re Miroslav non sbaglia. Si tratta di un gol leggendario essendo la sua quindicesima rete messa a segno in un Mondiale scavalcando così Ronaldo fermo a 14.
Passano due minuti e Kroos segna il terzo gol con una botta da fuori aria per poi bissare al 26esimo su assist di Khedira.
Sugli spalti si è così passati repentinamente dagli scrosci di applausi entusiastici per i propri beniamini a fiumi di lacrime che non possono che ricordare il nefasto Maracanazo del 1950.
Il Brasile è totalmente nel pallone. Ogni schema è saltato, si fa penetrare con una facilità disarmante. Psicologicamente i verdeoro sono KO.
Il primo tempo termina col ridicolo punteggio di 5 a 0: c’è gloria persino per Khedira nell’ennesima semplice perforazione in area di rigore avversaria.
Ma il festival delle amnesie carioca non termina qui.
Nella ripresa la Germania (senza Hummels risparmiato per la finale ipotecata) si ammorbidisce per qualche istante, giusto il tempo par favorire gli avversari nel confezionare tre nitide palle gol puntualmente sventate da quell’omone che prende il nome di Neur, attualmente l’estremo difensore più forte al mondo.
Muller, con l’uscita dal campo del mito Klose (gli subentra Schurrle), gioca più avanzato e col sinistro a giro sfiora la doppietta personale ma Julio Cesar smanaccia in corner.
Azione corale della Germania al minuto 69: triangolo Khedira-Lahm, il terzino bavarese pesca Schurrle in area che trafigge per la sesta volta i padroni di casa.
Pubblico, giocatori, spettatori televisivi uniti da un’unica sensazione: l’incredulità .
C’è spazio anche per la settima e devastante marcatura, sempre di Schurrle, imbeccato da un indomabile Muller, probabilmente dotato di occhi extra sulla nuca, che di spalle serve l’attaccante del Chelsea che sfodera una sassata di sinistro sulla quale neanche Spiderman avrebbe potuto far nulla.
Sul finale Ozil, cercato a più riprese dai compagni, si divora clamorosamente l’ottavo sigillo e sull’azione successiva Oscar sorprende la retroguardia teutonica siglando il gol della bandiera, una magrissima consolazione.
Termina 7 a 1. I tifosi tedeschi urlano “Brazil, Brazil” in segno di rispetto amichevole per la tifoseria ospitante ma il risultato non si dimenticherà così facilmente.
La Germania non ha sbagliato praticamente nulla, eccetto la sbavatura della rete di Oscar, largamente perdonabile su un risultato non acquisito, ma di più.
Abbandona la competizione un Brasile pienamente in affanno. Non solo in questa semifinale. I verdeoro avevano dimostrato di essere una compagine ai limiti della sufficienza già nel corso del girone qualificatorio.
Domani scopriremo la seconda finalista nel match tra Olanda e Argentina.
MIGLIORE IN CAMPO: MULLER (7.5)
E’ vero segna soltanto un gol, ma che giocatore è? A guardarlo non ci scommetteresti neanche un centesimo. Dinoccolato, fisico asciutto, gambe per nulla muscolose. Se cercate la parola efficienza su un qualsiasi dizionario, però, probabilmente troverete la sua immagine in allegato. Muller è ovunque, è infaticabile, ha un passo fuori dal comune. Ti salta con la sua velocità ma non te lo aspetti. Te ne accorgi solo quando ti ha già superato.
Sul 6 a 0 è lì a centrocampo a battibeccare con David Luiz, ad arretrare per dare una mano ai compagni sulla mediana. Non cerca neanche la gloria personale perché sull’1 a 0 serve Klose anziché optare per la conclusione a rete. E poi corre, corre e corre. Sbraita, accorcia, inventa. Se l’Italia tutta avesse avuto solo la metà del suo temperamento e della sua indole caparbia forse adesso ci troveremmo ancora in Brasile. E’ senza ombra di dubbio uno dei migliori giocatori contemporanei. Una delle stelle di questo fantastico Mondiale.
I tedeschi volano in finale per l'ottava volta nella loro storia (si considerano anche le partecipazioni della Germania dell’Ovest). E’ record assoluto.
Il Brasile palesa tutta la sua vulnerabilità già intravista in questo Mondiale ma non aveva ancora affrontato una squadra che sottolineasse le sue enormi difficoltà e l’evidente assenza di un calcio dall’elevato tasso tecnico. Forse con Neymar e Thiago Silva avremmo assistito ad una partita diversa ma certamente questo non dovrà tramutarsi in un alibi per Scolari e i suoi uomini in campo.
Eppure le premesse erano ben diverse almeno nei primi dieci minuti dove il Brasile ha sfoggiato una verve finora ancora mai vista.
Ma da qui in poi sarà un vero e proprio massacro. All’undicesimo la Germania comincia la mattanza: Muller, più solo di un eremita, su calcio d’angolo battuto da Kroos, col piattone destro segna il vantaggio. E’ il suo quinto gol in questo Mondiale, il decimo in due manifestazioni iridate da lui disputate.
Al 23esimo ancora Kroos imbecca il centravanti del Bayern Monaco che fa la sponda per Klose il cui primo tiro viene ribattuto da Julio Cesar ma sulla respinta dell’ex portiere dell’Inter re Miroslav non sbaglia. Si tratta di un gol leggendario essendo la sua quindicesima rete messa a segno in un Mondiale scavalcando così Ronaldo fermo a 14.
Passano due minuti e Kroos segna il terzo gol con una botta da fuori aria per poi bissare al 26esimo su assist di Khedira.
Sugli spalti si è così passati repentinamente dagli scrosci di applausi entusiastici per i propri beniamini a fiumi di lacrime che non possono che ricordare il nefasto Maracanazo del 1950.
Il Brasile è totalmente nel pallone. Ogni schema è saltato, si fa penetrare con una facilità disarmante. Psicologicamente i verdeoro sono KO.
Il primo tempo termina col ridicolo punteggio di 5 a 0: c’è gloria persino per Khedira nell’ennesima semplice perforazione in area di rigore avversaria.
Ma il festival delle amnesie carioca non termina qui.
Nella ripresa la Germania (senza Hummels risparmiato per la finale ipotecata) si ammorbidisce per qualche istante, giusto il tempo par favorire gli avversari nel confezionare tre nitide palle gol puntualmente sventate da quell’omone che prende il nome di Neur, attualmente l’estremo difensore più forte al mondo.
Muller, con l’uscita dal campo del mito Klose (gli subentra Schurrle), gioca più avanzato e col sinistro a giro sfiora la doppietta personale ma Julio Cesar smanaccia in corner.
Azione corale della Germania al minuto 69: triangolo Khedira-Lahm, il terzino bavarese pesca Schurrle in area che trafigge per la sesta volta i padroni di casa.
Pubblico, giocatori, spettatori televisivi uniti da un’unica sensazione: l’incredulità .
C’è spazio anche per la settima e devastante marcatura, sempre di Schurrle, imbeccato da un indomabile Muller, probabilmente dotato di occhi extra sulla nuca, che di spalle serve l’attaccante del Chelsea che sfodera una sassata di sinistro sulla quale neanche Spiderman avrebbe potuto far nulla.
Sul finale Ozil, cercato a più riprese dai compagni, si divora clamorosamente l’ottavo sigillo e sull’azione successiva Oscar sorprende la retroguardia teutonica siglando il gol della bandiera, una magrissima consolazione.
Termina 7 a 1. I tifosi tedeschi urlano “Brazil, Brazil” in segno di rispetto amichevole per la tifoseria ospitante ma il risultato non si dimenticherà così facilmente.
La Germania non ha sbagliato praticamente nulla, eccetto la sbavatura della rete di Oscar, largamente perdonabile su un risultato non acquisito, ma di più.
Abbandona la competizione un Brasile pienamente in affanno. Non solo in questa semifinale. I verdeoro avevano dimostrato di essere una compagine ai limiti della sufficienza già nel corso del girone qualificatorio.
Domani scopriremo la seconda finalista nel match tra Olanda e Argentina.
MIGLIORE IN CAMPO: MULLER (7.5)
E’ vero segna soltanto un gol, ma che giocatore è? A guardarlo non ci scommetteresti neanche un centesimo. Dinoccolato, fisico asciutto, gambe per nulla muscolose. Se cercate la parola efficienza su un qualsiasi dizionario, però, probabilmente troverete la sua immagine in allegato. Muller è ovunque, è infaticabile, ha un passo fuori dal comune. Ti salta con la sua velocità ma non te lo aspetti. Te ne accorgi solo quando ti ha già superato.
Sul 6 a 0 è lì a centrocampo a battibeccare con David Luiz, ad arretrare per dare una mano ai compagni sulla mediana. Non cerca neanche la gloria personale perché sull’1 a 0 serve Klose anziché optare per la conclusione a rete. E poi corre, corre e corre. Sbraita, accorcia, inventa. Se l’Italia tutta avesse avuto solo la metà del suo temperamento e della sua indole caparbia forse adesso ci troveremmo ancora in Brasile. E’ senza ombra di dubbio uno dei migliori giocatori contemporanei. Una delle stelle di questo fantastico Mondiale.