Le opere di Mario Pierri in mostra dal 21 luglio alla Sala Murat
di Vittorio Polito - Il 21 luglio alle ore 18 presso la Sala Murat in Bari, sarà inaugurata la mostra personale del maestro Mario Pierri, figlio del noto poeta tarantino Michele, esponente moderno della nostra pittura
«Mario Pierri narra, in un lungo discorso fatto di linee, tutta una sua vita interiore che parte frammentaria ma è sommamente logica e piena di misteri. Si può dire che in ogni suo quadro ogni singola linea può essere presa a parte, a prescindere dall’insieme, per proseguire all’infinito in un lungo discorso culturale pittorico…». Sono parole di Alda Merini, tra le tante da lei scritte, negli anni felici di Taranto, per Mario Pierri, divenuto, nel 1984, con nove tra fratelli e sorelle, suo figliastro dopo il matrimonio con il padre Michele.
Il riferimento, istintivo, della grande poetessa vuole esprimere, a leggerlo quasi trent’anni dopo, la sua emozione nei confronti di una pittura che non è pedissequa riproduzione della realtà e che non si racchiude e limita nella capacità di imitare la natura e neppure di rappresentarla, ma piuttosto di interpretarla. Dopo quell’annotazione di Alda Merini, poche sono state le occasioni di vedere in pubblico la produzione di Mario Pierri, impegnato professionalmente sul fronte giudiziario, che pure c’è stata, è continuata e continua fino a oggi, in un percorso evolutivo che non si è mai fermato.
Mario Pierri presenta ora la sua recentissima produzione, in un significativo raffronto antologico che si limita a non più di un ventennio addietro, ma che pure segna il progressivo maturare di nuove scelte.
La stessa Ada Merini sottolinea che «Questa sua espansione direi miracolosa delle figure che non sono mai serene, motivate sempre e, in fine, chiedono dall’amore il perdono e il silenzio in una doratura tipicamente orfica. Si noti - tema dominante in tutti i suoi dipinti - una naturale, cosciente o incosciente, ma certamente alta richiesta di amore e di umana consolazione. Mario Pierri narra, in un lungo discorso fatto di linee, contorsioni, paure e pause, tutta una sua vita interiore che pare frammentaria ma è sommamente logica e piena di misteri. Quello che è significativo nel suo modo di fare pittura è la pluralità delle linee di composizione. Si può dire che in ogni suo quadro ogni singola linea può essere presa a parte, a prescindere dall’insieme, per cominciare e proseguire all’infinito in un lungo discorso culturale pittorico. Della sua terra di origine Pierri ha compreso e dominata l’asprezza».
La mostra sarà aperta dal 21 al 31 luglio, dalle ore 18 alle ore 23.
«Mario Pierri narra, in un lungo discorso fatto di linee, tutta una sua vita interiore che parte frammentaria ma è sommamente logica e piena di misteri. Si può dire che in ogni suo quadro ogni singola linea può essere presa a parte, a prescindere dall’insieme, per proseguire all’infinito in un lungo discorso culturale pittorico…». Sono parole di Alda Merini, tra le tante da lei scritte, negli anni felici di Taranto, per Mario Pierri, divenuto, nel 1984, con nove tra fratelli e sorelle, suo figliastro dopo il matrimonio con il padre Michele.
Il riferimento, istintivo, della grande poetessa vuole esprimere, a leggerlo quasi trent’anni dopo, la sua emozione nei confronti di una pittura che non è pedissequa riproduzione della realtà e che non si racchiude e limita nella capacità di imitare la natura e neppure di rappresentarla, ma piuttosto di interpretarla. Dopo quell’annotazione di Alda Merini, poche sono state le occasioni di vedere in pubblico la produzione di Mario Pierri, impegnato professionalmente sul fronte giudiziario, che pure c’è stata, è continuata e continua fino a oggi, in un percorso evolutivo che non si è mai fermato.
Mario Pierri presenta ora la sua recentissima produzione, in un significativo raffronto antologico che si limita a non più di un ventennio addietro, ma che pure segna il progressivo maturare di nuove scelte.
La stessa Ada Merini sottolinea che «Questa sua espansione direi miracolosa delle figure che non sono mai serene, motivate sempre e, in fine, chiedono dall’amore il perdono e il silenzio in una doratura tipicamente orfica. Si noti - tema dominante in tutti i suoi dipinti - una naturale, cosciente o incosciente, ma certamente alta richiesta di amore e di umana consolazione. Mario Pierri narra, in un lungo discorso fatto di linee, contorsioni, paure e pause, tutta una sua vita interiore che pare frammentaria ma è sommamente logica e piena di misteri. Quello che è significativo nel suo modo di fare pittura è la pluralità delle linee di composizione. Si può dire che in ogni suo quadro ogni singola linea può essere presa a parte, a prescindere dall’insieme, per cominciare e proseguire all’infinito in un lungo discorso culturale pittorico. Della sua terra di origine Pierri ha compreso e dominata l’asprezza».
La mostra sarà aperta dal 21 al 31 luglio, dalle ore 18 alle ore 23.
A Mario
Se ti dicessi che
ti amo
direi una infame
bestemmia
perché i fratelli non si amano mai
eppure è vero; nel fuoco dell'arte
abbiamo un amore in comune,
questo non posso dimenticarlo
e dirti ti amo per un poeta
assume un significato diverso
dal volgere umano delle cose.
Amo i tuoi orizzonti impossibili
la tua coscienza perfetta
il tuo volgere ad ogni stagione,
la tua pennellata distratta
la tua fiducia in te,
che è in fondo l’umiltà di Cristo
che pure era figlio del Padre.
perché i fratelli non si amano mai
eppure è vero; nel fuoco dell'arte
abbiamo un amore in comune,
questo non posso dimenticarlo
e dirti ti amo per un poeta
assume un significato diverso
dal volgere umano delle cose.
Amo i tuoi orizzonti impossibili
la tua coscienza perfetta
il tuo volgere ad ogni stagione,
la tua pennellata distratta
la tua fiducia in te,
che è in fondo l’umiltà di Cristo
che pure era figlio del Padre.