Secondo appello a Vendola e Pentassuglia dal presidente del Gruppo Sel Michele Losappio e dalla rappresentante degli Stati generali delle donne Magda Terrevoli.
“Carissimi,
la vicenda dei due medici non obiettori di Cerignola riporta da un’altra angolazione all’attenzione di tutti noi la difficile situazione in cui si applica nella nostra Regione la legge 194.
Nel recente passato l’assessorato ha provato a impostare un diverso percorso, quasi una svolta, ad esempio con la DGR 735/010 le cui ricadute a favore delle donne sono state però annullate dalle decisioni del TAR.
Oggi la Regione Lazio indica un altro e parallelo percorso, quello del funzionamento dei consultori compreso le pratiche contraccettive per far fronte ad una situazione insostenibile che ha molti punti in comune con la nostra e lo fa attraverso un decreto del suo Presidente che impedisce al personale medico di rifiutare la contraccezione in tutte le sue forme.
Un strada nuova, diversa che crediamo debba essere esplorata e praticata anche perché non sconfina sulla legge 194 e sui suoi principi.
Vi chiediamo perciò di verificarne la praticabilità, di valutarne i risultati e i benefici per le donne e la loro autonoma volontà di autodeterminazione, certi della Vs sensibilità ed attenzione”.
“Carissimi,
la vicenda dei due medici non obiettori di Cerignola riporta da un’altra angolazione all’attenzione di tutti noi la difficile situazione in cui si applica nella nostra Regione la legge 194.
Nel recente passato l’assessorato ha provato a impostare un diverso percorso, quasi una svolta, ad esempio con la DGR 735/010 le cui ricadute a favore delle donne sono state però annullate dalle decisioni del TAR.
Oggi la Regione Lazio indica un altro e parallelo percorso, quello del funzionamento dei consultori compreso le pratiche contraccettive per far fronte ad una situazione insostenibile che ha molti punti in comune con la nostra e lo fa attraverso un decreto del suo Presidente che impedisce al personale medico di rifiutare la contraccezione in tutte le sue forme.
Un strada nuova, diversa che crediamo debba essere esplorata e praticata anche perché non sconfina sulla legge 194 e sui suoi principi.
Vi chiediamo perciò di verificarne la praticabilità, di valutarne i risultati e i benefici per le donne e la loro autonoma volontà di autodeterminazione, certi della Vs sensibilità ed attenzione”.