BARI - "Il consigliere regionale del Partito Democratico, Sergio Blasi ha diffuso al seguente dichiarazione:
“Bravo Salento! Giorno dopo giorno si susseguono i no alla sponsorizzazione di Tap. Si ripensano decisioni già prese, si mettono in discussione contratti già firmati. Spero che alla fine di questo travaglio la Festa di San Rocco e il concerto ‘Battiti Live’ siano ‘Tap free’, come nelle intenzioni degli organizzatori e soprattutto degli amministratori di quei comuni. Bravo anche il sindaco Paolo Perrone, per aver preservato la festa di Sant’Oronzo dalle polemiche e dalle strumentalizzazioni.
Da quello che sta accadendo in questi giorni abbiamo imparato due cose: la prima è che il mecenatismo è cosa totalmente diversa dalla speculazione e che il legittimo finanziamento dei privati agli eventi culturali è qualcosa che per funzionare deve essere mosso da un reale intento filantropico e non dal mero obiettivo di captare la benevolenza di quello che si considera un popolino; la seconda, e più importante cosa che abbiamo imparato, o meglio, scoperto da questa vicenda è la forza di un popolo di amministratori, sindaci e cittadini comuni che con la loro mobilitazione hanno cambiato il segno di questa vicenda. Sembravamo una provincia marginale, dove il consenso si acquista con sponsorizzazioni, mance e prebende. Invece abbiamo definitivamente mostrato che non è e non potrà mai essere così, né per Tap, né per altro.
In dieci giorni, da quel ‘no’ alla scritta ‘Tap’ sulle maestose luminarie salentine ai dietro-front di oggi, abbiamo mostrato di saperci battere, di saper cambiare l’ordine degli avvenimenti per come qualcun altro li aveva immaginati per noi. Questa forza va messa al servizio di un’altra, importante battaglia, che da tempo rappresenta una priorità per il Salento: la riconversione della Centrale di Cerano.
Mi piacerebbe che sindaci e cittadini del brindisino e del leccese si sentissero uniti allo stesso modo nell’obiettivo spegnere quella ciminiera. Il Salento è a primo posto in Italia per l’incidenza dei tumori al polmone. Bisogna lavorare su quelle che sono le possibili cause di questo triste primato. È la battaglia più importante che questo territorio giocherà nel prossimo decennio: decarbonizzare Cerano, ambientalizzare le produzioni industriali, riuscire a spegnere i grandi e piccoli ecomostri sparsi sul territorio, come già siamo riusciti a fare per la Coopersalento.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato che il danno in termini di salute e ambiente provocato dalla centrale di Cerano è tra i 500 e i 700 milioni di euro all’anno. Bisogna intervenire. E siccome la politica negli ultimi anni non si è mostrata troppo sensibile al problema di Cerano, bisogna che lo facciano i cittadini, anche grazie all’orgoglio mostrato nella vicenda delle sponsorizzazioni Tap. Sulla Tap la palla ora è nelle mani del governo e penso che difficilmente l’Italia potrà rinunciarvi.
La soluzione allora è quella di fare di necessità virtù e utilizzare la Tap per smettere di bruciare carbone a Cerano. È possibile, si può fare, lo diceva la stessa Enel il 12 novembre 1996, quando l’azienda firmò una convezione con il Comune e la Provincia di Brindisi. Questa convenzione prevedeva la riconversione a gas di almeno un gruppo della centrale Federico II. C’è la firma di Enel sotto quella convenzione. Tocca alle persone di buona volontà ricordarglielo e fare della Tap un’opportunità per riconvertire di Cerano. Nel brindisino e nel Salento, come ci ricorda la Lilt, le persone si ammalano più di quanto sia tollerabile: è arrivata l’ora di indignarsi anche per questo e di mobilitarsi per far diminuire il numero dei malati, anche a costo di mettere in discussione i basti costi di produzione che il carbone assicura alle multinazionali dell’energia”./comunicato
“Bravo Salento! Giorno dopo giorno si susseguono i no alla sponsorizzazione di Tap. Si ripensano decisioni già prese, si mettono in discussione contratti già firmati. Spero che alla fine di questo travaglio la Festa di San Rocco e il concerto ‘Battiti Live’ siano ‘Tap free’, come nelle intenzioni degli organizzatori e soprattutto degli amministratori di quei comuni. Bravo anche il sindaco Paolo Perrone, per aver preservato la festa di Sant’Oronzo dalle polemiche e dalle strumentalizzazioni.
Da quello che sta accadendo in questi giorni abbiamo imparato due cose: la prima è che il mecenatismo è cosa totalmente diversa dalla speculazione e che il legittimo finanziamento dei privati agli eventi culturali è qualcosa che per funzionare deve essere mosso da un reale intento filantropico e non dal mero obiettivo di captare la benevolenza di quello che si considera un popolino; la seconda, e più importante cosa che abbiamo imparato, o meglio, scoperto da questa vicenda è la forza di un popolo di amministratori, sindaci e cittadini comuni che con la loro mobilitazione hanno cambiato il segno di questa vicenda. Sembravamo una provincia marginale, dove il consenso si acquista con sponsorizzazioni, mance e prebende. Invece abbiamo definitivamente mostrato che non è e non potrà mai essere così, né per Tap, né per altro.
In dieci giorni, da quel ‘no’ alla scritta ‘Tap’ sulle maestose luminarie salentine ai dietro-front di oggi, abbiamo mostrato di saperci battere, di saper cambiare l’ordine degli avvenimenti per come qualcun altro li aveva immaginati per noi. Questa forza va messa al servizio di un’altra, importante battaglia, che da tempo rappresenta una priorità per il Salento: la riconversione della Centrale di Cerano.
Mi piacerebbe che sindaci e cittadini del brindisino e del leccese si sentissero uniti allo stesso modo nell’obiettivo spegnere quella ciminiera. Il Salento è a primo posto in Italia per l’incidenza dei tumori al polmone. Bisogna lavorare su quelle che sono le possibili cause di questo triste primato. È la battaglia più importante che questo territorio giocherà nel prossimo decennio: decarbonizzare Cerano, ambientalizzare le produzioni industriali, riuscire a spegnere i grandi e piccoli ecomostri sparsi sul territorio, come già siamo riusciti a fare per la Coopersalento.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato che il danno in termini di salute e ambiente provocato dalla centrale di Cerano è tra i 500 e i 700 milioni di euro all’anno. Bisogna intervenire. E siccome la politica negli ultimi anni non si è mostrata troppo sensibile al problema di Cerano, bisogna che lo facciano i cittadini, anche grazie all’orgoglio mostrato nella vicenda delle sponsorizzazioni Tap. Sulla Tap la palla ora è nelle mani del governo e penso che difficilmente l’Italia potrà rinunciarvi.
La soluzione allora è quella di fare di necessità virtù e utilizzare la Tap per smettere di bruciare carbone a Cerano. È possibile, si può fare, lo diceva la stessa Enel il 12 novembre 1996, quando l’azienda firmò una convezione con il Comune e la Provincia di Brindisi. Questa convenzione prevedeva la riconversione a gas di almeno un gruppo della centrale Federico II. C’è la firma di Enel sotto quella convenzione. Tocca alle persone di buona volontà ricordarglielo e fare della Tap un’opportunità per riconvertire di Cerano. Nel brindisino e nel Salento, come ci ricorda la Lilt, le persone si ammalano più di quanto sia tollerabile: è arrivata l’ora di indignarsi anche per questo e di mobilitarsi per far diminuire il numero dei malati, anche a costo di mettere in discussione i basti costi di produzione che il carbone assicura alle multinazionali dell’energia”./comunicato