Presentato il rapporto UIL Puglia “No Pil, No Job”. Puglia sempre più in crisi, terza regione d’Italia per sofferenza e insicurezza occupazionale

“La Puglia, nel 2013, è la terza regione d’Italia (dopo Calabria e Campania) ad aver conosciuto forme di sofferenza ed insicurezza occupazionale, ben 34,1 punti sopra la media nazionale”. E’ questo, in sintesi, il triste primato emerso dal rapporto “No Pil, No Job” presentato stamani dalla UIL di Puglia e di Bari-Bat. Nel solo 2013, in Puglia quasi 200mila persone hanno vissuto l’esperienza degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, mobilità, ASPI e mini ASPI). Attualmente, in Puglia, 302 mila persone sono alla ricerca attiva di un posto di lavoro, in pesante aumento del 78,7% rispetto al 2008, quando erano 169mila unità. In crescendo sono, in Puglia, anche gli indici di coloro che non studiano, non lavoro e non sono in formazione (i così detti Neet): ben 243mila (fascia 15-29 anni) rispetto ai 208mila del 2008 che equivalgono, dunque, a +14,2 punti percentuali. In valori assoluti la Puglia si colloca in quarta posizione in questa triste classifica (dopo Campania, Sicilia e Lombardia). “Complessivamente, in Puglia, in questi sei anni oltre 130mila lavoratori hanno perso il posto di lavoro, di cui circa 50mila nel solo 2013 – spiega il Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari-Bat, Aldo Pugliese - . La sofferenza, tuttavia, non si misura soltanto con la quantità ma, anche, con la qualità del lavoro e delle retribuzioni. Anche il reddito medio da lavoro dipendente e assimilato segna il passo in questo periodo, ed è un ulteriore parametro indicativo dello stato di salute del nostro sistema produttivo. In Puglia, i contribuenti con redditi da lavoro dipendente e assimilato sono 1milione 250mila che sviluppano un reddito medio imponibile pari a 15.893 euro (a fronte dei 20.282 euro della media nazionale), crescendo molto al di sotto dell’indice dei prezzi al consumo. Passando invece agli ultimi dati ufficiali del 2014, nei sette mesi finora trascorsi il tasso di disoccupazione generale (15-64 anni) è al 20,9% in Puglia (dati aggiornati al primo trimestre), ma le stime della nostra organizzazione danno, attualmente, il tasso al 21,2%. La disoccupazione giovanile sarebbe invece sulla soglia 51,5% (rispetto al 49,7 dell’ultimo trimestre 2013, mentre quella femminile è oltre il 53%”. “Per ciò che concerne la cassa integrazione – conclude Pugliese – a giugno 2014 l’Inps ha autorizzato quasi 2,5 milioni di ore in Puglia, che corrispondono, considerando un orario di lavoro a tempo pieno, a 14.532 lavoratori complessivamente coinvolti dalle tre forme di integrazione salariale (a fronte degli oltre 438mila coinvolti in tutta Italia) equivalenti alla media di circa 650 euro persi pro capite nel solo mese di giugno. In definitiva, complessivamente (da gennaio a giugno 2014) in Puglia, le ore autorizzate dall’Inps sono state 24,8 milioni a fronte di 27,4 milioni del 2013: il confronto sul 2013, pressoché similare (-9,5%), mette in evidenza il fallimento totale delle politiche finora attuate”.