BARI - Si riporta di seguito un intervento del Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani, Francesco Ventola, sulla chiusura del mandato dell’organo elettivo della Provincia.
Ci siamo. Con la celebrazione dell’ultima seduta del Consiglio Provinciale di venerdì sera, si è concluso il mandato dell’organo elettivo della sesta Provincia pugliese. Si aprirà ora il percorso che porterà all’insediamento dei nuovi organi di secondo livello voluti dalla riforma “Delrio” (per eleggere i nuovi Presidente e Consiglieri Provinciali - oltre l’Assemblea dei Sindaci - non saranno più i cittadini a farlo, saranno gli stessi Sindaci e Consiglieri Comunali a scegliersi tra loro, ndr).
Non mi è mai piaciuta l’impostazione di fondo, se mai ve ne sia stata una, non ho mia condiviso le ipotesi avanzate sulla questione Province, completamente strumentali, mai coerenti e costituzionalmente rispettose. Se l’idea era di eliminarle, nulla di tutto questo è stato fatto; se l’esigenza era di ridurre i costi della politica e relativi rappresentanti, l’elefante ha partorito meno che un topolino. La “riforma” ha letteralmente abortito arrivando a cancellare il diritto alla rappresentanza diretta e, in barba alla semplificazione, creerà caos, nuovi enti e più figure politiche.
Altro che il tanto vituperato manuale Cencelli sulla distribuzione delle poltrone. Il rischio è il possibile ritorno ai pantani di certa politica, allo scontro tra partiti/fazioni, con eventuali maggioranze trasversali e battaglie di campanile. Grande sarà il rischio per l’identità provinciale molto accresciuta negli ultimi anni grazie all’affermazione della Provincia.
Chissà cosa avranno pensato sinora o cosa penseranno i tanti fautori che hanno lottato per anni per far nascere la Bat: Manlio Livio Cassandro, Don Luigi Filannino, Carlo Ettore Borgia, Domenico Borraccino, Cesare Dante Cioce, Peppino Di Paola, Tonino Di Lecce, il compianto Ciccio Salerno, ricordando anche l’esperienza dell’ex Comprensorio Nord Barese dell’ultimo Presidente Giuseppe Colasanto e tanti altri autorevoli o meno noti concittadini che richiederebbero molto spazio per essere citati.
Del resto, basterebbe riflettere sulle recenti singole esternazioni di taluni, perché si possano presagire infausti scenari che mi auguro siano sventati. Ma tant’è, ogni comunità ha il destino che riesce a meritare.
Perciò sono convinto, mi adoperò per questo, che i partiti politici più rappresentativi, unitamente ai movimenti civici, sapranno mantenere la coesione sociale e territoriale facendo leva su quella tensione morale fatta di determinazione e caparbietà, di chi ha lottato per la Provincia, di chi ha fortemente voluto il nostro stare insieme, lavorando fuori dagli steccati e dagli interessi di bottega, riconoscendosi in una comune identità. Sarebbe imperdonabile partire con il piede sbagliato.
In questi cinque anni, quel bisogno è stato sempre più condiviso; è cresciuto il senso di appartenenza nelle nostre dieci Città; le relazioni sociali, produttive e commerciali sono aumentate enormemente. Gli amministratori locali hanno condiviso progetti ed interventi; con maggiore partecipazione, associazioni e concittadini, hanno potuto relazionarsi e vivere appuntamenti ed iniziative tra le più disparate.
Pensando alle condizioni di partenza, al nulla preesistente, la Provincia non ha fatto molto, ha fatto più dell’immaginabile nel cercare di svolgere il suo compito: programmazione di investimenti, opere pubbliche e servizi. Ognuno faccia uno sforzo di memoria, confrontando cosa hanno portato al territorio per tutto il loro tempo le Province “madri” di Foggia e Bari e cosa in meno di cinque anni ha dato concretamente ed in prospettiva la nostra neonata Provincia.
Il rischio che ora si corre è che il patrimonio maturato da tale istituzione in termini di esperienze, di iniziative, di rappresentanza e di tutela della Comunità, possa in un qualche modo disperdersi. E’ questo che non deve accadere.
La continuità amministrativa dovrebbe essere scontata, ma talvolta è così forte la miope ambizione personale o gli interessi di parte che qualsiasi prezzo può essere pagato mettendo a repentaglio il lavoro anche preparatorio dei predecessori. L’unità di intenti, al di là dei diversi punti di vista in fase di discussione, deve sempre poter vincere come da noi dimostrato.
Al termine dell’ultima seduta tenutasi venerdì scorso, tanti Consiglieri sono intervenuti per sintetizzare l’esperienza ed esprimere i propri sentimenti.
E’ stato emozionante ascoltarli, è stato un onore essere il riferimento istituzionale di un gruppo di persone che hanno saputo fare “buona politica” dall’interno dell’istituzione.
La commozione di molti non può che essere la migliore prova di ciò che siamo riusciti a realizzare. Su tutti mi piace sottolineare la fatica con cui la stessa Pina Marmo, candidata Presidente in uno schieramento avversario, ha definito il lavoro dei cinque anni trascorsi ed i legami profondi costruiti con tutti i colleghi e, all’interno degli uffici, con tutto il personale.
E’ stata un’esperienza esaltante. Sarà stato il sentirsi nella funzione costituente di una consiliatura provinciale che rimarrà la prima e l’unica esperienza di questo tipo, fatto sta che ognuno, nella generalità, ha dato tanto: la maggioranza ha saputo indirizzare le politiche dell’ente sostenendo l’indirizzo programmatico presentato in Aula; l’opposizione ha saputo interpretare il proprio ruolo critico con senso di responsabilità, spesso e globalmente al di sopra delle appartenenze. Se con qualcuno o in qualche occasione ciò è successo di meno, il peso ed il disagio rimane solo a chi ne è stato artefice.
Non sono, questi, apprezzamenti di maniera. E’ un giusto riconoscimento che sento di testimoniare nei confronti di coloro che da eletti, nonostante il malvezzo dell’antipolitica, hanno fatto benissimo il proprio dovere.
Per parte mia, il bagaglio di esperienze mi fa amare sempre di più questo territorio unico, eterogeneo e prezioso per la sua storia, le sue ricchezze, il suo habitat costiero e dell’entroterra, per la sua gente, soprattutto.
Dopo cinque anni di passione ed impegno, ora la legge Delrio mi assegna il compito di accompagnare questa fase di transizione che durerà qualche mese.
Certo non mancheranno tante altre occasioni per tornare a parlare di quanto siano stati importanti questi cinque anni, di quanta gente vada ringraziata per l’impegno profuso: referenti politici, parlamentati, organizzazioni volontarie e del mondo produttivo, ordini professionali, singoli professionisti e cittadini, su tutti gli amministratori della Giunta e del Consiglio, il personale ed i dirigenti che nel silenzio operano, lavorando con grande responsabilità ed applicazione.
Una prima occasione, a breve, sarà la presentazione del Bilancio Sociale, sorta di bilancio di fine mandato in cui sarà più facilmente leggibile l’operato della Provincia.
Se la storia degli ultimi cinque anni rimarrà, evidentemente, unica ed irripetibile, ancora molto dobbiamo fare per il nostro stupendo territorio e per la nostra splendida gente.
A riferirlo in una nota Francesco Ventola, Presidente Provincia Barletta - Andria - Trani.
Ci siamo. Con la celebrazione dell’ultima seduta del Consiglio Provinciale di venerdì sera, si è concluso il mandato dell’organo elettivo della sesta Provincia pugliese. Si aprirà ora il percorso che porterà all’insediamento dei nuovi organi di secondo livello voluti dalla riforma “Delrio” (per eleggere i nuovi Presidente e Consiglieri Provinciali - oltre l’Assemblea dei Sindaci - non saranno più i cittadini a farlo, saranno gli stessi Sindaci e Consiglieri Comunali a scegliersi tra loro, ndr).
Non mi è mai piaciuta l’impostazione di fondo, se mai ve ne sia stata una, non ho mia condiviso le ipotesi avanzate sulla questione Province, completamente strumentali, mai coerenti e costituzionalmente rispettose. Se l’idea era di eliminarle, nulla di tutto questo è stato fatto; se l’esigenza era di ridurre i costi della politica e relativi rappresentanti, l’elefante ha partorito meno che un topolino. La “riforma” ha letteralmente abortito arrivando a cancellare il diritto alla rappresentanza diretta e, in barba alla semplificazione, creerà caos, nuovi enti e più figure politiche.
Altro che il tanto vituperato manuale Cencelli sulla distribuzione delle poltrone. Il rischio è il possibile ritorno ai pantani di certa politica, allo scontro tra partiti/fazioni, con eventuali maggioranze trasversali e battaglie di campanile. Grande sarà il rischio per l’identità provinciale molto accresciuta negli ultimi anni grazie all’affermazione della Provincia.
Chissà cosa avranno pensato sinora o cosa penseranno i tanti fautori che hanno lottato per anni per far nascere la Bat: Manlio Livio Cassandro, Don Luigi Filannino, Carlo Ettore Borgia, Domenico Borraccino, Cesare Dante Cioce, Peppino Di Paola, Tonino Di Lecce, il compianto Ciccio Salerno, ricordando anche l’esperienza dell’ex Comprensorio Nord Barese dell’ultimo Presidente Giuseppe Colasanto e tanti altri autorevoli o meno noti concittadini che richiederebbero molto spazio per essere citati.
Del resto, basterebbe riflettere sulle recenti singole esternazioni di taluni, perché si possano presagire infausti scenari che mi auguro siano sventati. Ma tant’è, ogni comunità ha il destino che riesce a meritare.
Perciò sono convinto, mi adoperò per questo, che i partiti politici più rappresentativi, unitamente ai movimenti civici, sapranno mantenere la coesione sociale e territoriale facendo leva su quella tensione morale fatta di determinazione e caparbietà, di chi ha lottato per la Provincia, di chi ha fortemente voluto il nostro stare insieme, lavorando fuori dagli steccati e dagli interessi di bottega, riconoscendosi in una comune identità. Sarebbe imperdonabile partire con il piede sbagliato.
In questi cinque anni, quel bisogno è stato sempre più condiviso; è cresciuto il senso di appartenenza nelle nostre dieci Città; le relazioni sociali, produttive e commerciali sono aumentate enormemente. Gli amministratori locali hanno condiviso progetti ed interventi; con maggiore partecipazione, associazioni e concittadini, hanno potuto relazionarsi e vivere appuntamenti ed iniziative tra le più disparate.
Pensando alle condizioni di partenza, al nulla preesistente, la Provincia non ha fatto molto, ha fatto più dell’immaginabile nel cercare di svolgere il suo compito: programmazione di investimenti, opere pubbliche e servizi. Ognuno faccia uno sforzo di memoria, confrontando cosa hanno portato al territorio per tutto il loro tempo le Province “madri” di Foggia e Bari e cosa in meno di cinque anni ha dato concretamente ed in prospettiva la nostra neonata Provincia.
Il rischio che ora si corre è che il patrimonio maturato da tale istituzione in termini di esperienze, di iniziative, di rappresentanza e di tutela della Comunità, possa in un qualche modo disperdersi. E’ questo che non deve accadere.
La continuità amministrativa dovrebbe essere scontata, ma talvolta è così forte la miope ambizione personale o gli interessi di parte che qualsiasi prezzo può essere pagato mettendo a repentaglio il lavoro anche preparatorio dei predecessori. L’unità di intenti, al di là dei diversi punti di vista in fase di discussione, deve sempre poter vincere come da noi dimostrato.
Al termine dell’ultima seduta tenutasi venerdì scorso, tanti Consiglieri sono intervenuti per sintetizzare l’esperienza ed esprimere i propri sentimenti.
E’ stato emozionante ascoltarli, è stato un onore essere il riferimento istituzionale di un gruppo di persone che hanno saputo fare “buona politica” dall’interno dell’istituzione.
La commozione di molti non può che essere la migliore prova di ciò che siamo riusciti a realizzare. Su tutti mi piace sottolineare la fatica con cui la stessa Pina Marmo, candidata Presidente in uno schieramento avversario, ha definito il lavoro dei cinque anni trascorsi ed i legami profondi costruiti con tutti i colleghi e, all’interno degli uffici, con tutto il personale.
E’ stata un’esperienza esaltante. Sarà stato il sentirsi nella funzione costituente di una consiliatura provinciale che rimarrà la prima e l’unica esperienza di questo tipo, fatto sta che ognuno, nella generalità, ha dato tanto: la maggioranza ha saputo indirizzare le politiche dell’ente sostenendo l’indirizzo programmatico presentato in Aula; l’opposizione ha saputo interpretare il proprio ruolo critico con senso di responsabilità, spesso e globalmente al di sopra delle appartenenze. Se con qualcuno o in qualche occasione ciò è successo di meno, il peso ed il disagio rimane solo a chi ne è stato artefice.
Non sono, questi, apprezzamenti di maniera. E’ un giusto riconoscimento che sento di testimoniare nei confronti di coloro che da eletti, nonostante il malvezzo dell’antipolitica, hanno fatto benissimo il proprio dovere.
Per parte mia, il bagaglio di esperienze mi fa amare sempre di più questo territorio unico, eterogeneo e prezioso per la sua storia, le sue ricchezze, il suo habitat costiero e dell’entroterra, per la sua gente, soprattutto.
Dopo cinque anni di passione ed impegno, ora la legge Delrio mi assegna il compito di accompagnare questa fase di transizione che durerà qualche mese.
Certo non mancheranno tante altre occasioni per tornare a parlare di quanto siano stati importanti questi cinque anni, di quanta gente vada ringraziata per l’impegno profuso: referenti politici, parlamentati, organizzazioni volontarie e del mondo produttivo, ordini professionali, singoli professionisti e cittadini, su tutti gli amministratori della Giunta e del Consiglio, il personale ed i dirigenti che nel silenzio operano, lavorando con grande responsabilità ed applicazione.
Una prima occasione, a breve, sarà la presentazione del Bilancio Sociale, sorta di bilancio di fine mandato in cui sarà più facilmente leggibile l’operato della Provincia.
Se la storia degli ultimi cinque anni rimarrà, evidentemente, unica ed irripetibile, ancora molto dobbiamo fare per il nostro stupendo territorio e per la nostra splendida gente.
A riferirlo in una nota Francesco Ventola, Presidente Provincia Barletta - Andria - Trani.