Maurizio Friolo (Pdl-Fi) |
BRINDISI - Ieri sera il consigliere regionale Maurizio Friolo (Pdl-FI), ha spiegato a Brindisi, insieme al collega Antonio Scianaro, il senso della petizione popolare promossa per raccogliere le firme dei pugliesi sempre più delusi e stremati da una tassazione aggiuntiva che, alla luce del miglioramento dei conti decantato, non ha più alcun senso, nelle attuali proporzioni.
Oggi rincara la dose Maurizio Friolo, consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della III Commissione Sanità. “I numeri sono importanti non solo in termini economici, ma anche e soprattutto alla luce dei servizi erogati: e basta sfogliare un giornale un qualsiasi giorno della settimana e dell’anno per rendersi conto di quanto i servizi erogati in particolare in sanità siano pessimi, e quanto alto e generalizzato sia il livello di insoddisfazione. Le liste d’attesa restano ancora là, addirittura peggiorate, la carenza di personale alimenta disagi su disagi, il piano di rientro e riordino ha prodotto effetti devastanti sui territori, congestionando in particolare i grandi ospedali” sottolinea. “Ma se tutto questo disastro ha prodotto un reale e sostanziale riequilibrio del bilancio regionale, allora è il momento di smetterla di spremere i cittadini, costretti dal centrosinistra e dal governo Vendola – nel solo arco temporale che va dal 2007 al 2013 – a versare tasse aggiuntive per un totale di 1,865 miliardi euro, attraverso aumenti indiscriminati di Irpef, Irap, Gas metano, deposito rifiuti in discarica, accisa sulla benzina” continua.
“In un momento particolarmente critico per molte famiglie e imprese, alle prese con una crisi dilagante e con una mancanza di opportunità lavorative sempre più preoccupante, se è vero che l’emergenza di bilancio è cessata, occorre lanciare un deciso segnale di inversione di tendenza e allentare una pressione fiscale insostenibile” spiega ancora Friolo. Da qui la petizione, “per restituire ai pugliesi la necessaria centralità e permettere loro di far sentire forte e chiaro il proprio dissenso e la volontà di un cambio sostanziale di registro”, conclude.