BARI - “La battaglia del Consiglio regionale pugliese per difendere i tribunali minori non si ferma, avevo dichiarato alla notizia della bocciatura del referendum abrogativo proposto da nove Consigli per cancellare le norme che tagliano e accorpano le sedi di giustizia distaccate in provincia”. Nelle parole del presidente del Consiglio regionale pugliese, Onofrio Introna, c’è la soddisfazione per un “un impegno mantenuto”, con la decisione del Parlamento pugliese di riproporre tre quesiti referendari, associando la Puglia ai Consigli regionali che come l’Abruzzo hanno nuovamente avanzato le proposte di consultazione referendaria.
Fin dalla sentenza della Corte costituzionale che aveva giudicato inammissibile la richiesta referendaria precedente, che aveva superato positivamente il vaglio della Cassazione, il presidente del Consiglio regionale della Puglia non ha lasciato intentati altri percorsi. Per un verso, avviando un intenso confronto con i Governi Monti e Letta, per un altro rivolgendo ai trentaquattro comuni pugliesi interessati la richiesta di farsi carico delle spese di esercizio delle funzioni giudiziarie nelle sedi decentrate. Sette Sindaci hanno com’è noto dichiarato la disponibilità ed uno, Andria. già ospita la sezione accorpata con Ruvo e Molfetta.
“È ancora in piedi quindi anche questo percorso amministrativo, previsto dalla legge - fa notare Introna – e intanto il Consiglio, pur nella legittimità di posizioni diverse, si è espresso a maggioranza a favore di un referendum abrogativo delle norme statali che hanno tagliato un migliaio di uffici giudiziari in Italia. come avevamo dimostrato, siamo sempre impegnati a portare a fondo le iniziative tese al miglioramento del sistema giudiziario in Puglia. Non è venuta certamente meno la nostra sensibilità verso gli operatori e gli utenti della giustizia, che lamentano aggravi si spese e disagi per effetti di tagli e cancellazioni di sedi che hanno comportato aumenti generalizzati di spese: esattamente l’opposto degli obiettivi perseguiti dagli interventi normativi motivati da esigenze di spending review”.
Fin dalla sentenza della Corte costituzionale che aveva giudicato inammissibile la richiesta referendaria precedente, che aveva superato positivamente il vaglio della Cassazione, il presidente del Consiglio regionale della Puglia non ha lasciato intentati altri percorsi. Per un verso, avviando un intenso confronto con i Governi Monti e Letta, per un altro rivolgendo ai trentaquattro comuni pugliesi interessati la richiesta di farsi carico delle spese di esercizio delle funzioni giudiziarie nelle sedi decentrate. Sette Sindaci hanno com’è noto dichiarato la disponibilità ed uno, Andria. già ospita la sezione accorpata con Ruvo e Molfetta.
“È ancora in piedi quindi anche questo percorso amministrativo, previsto dalla legge - fa notare Introna – e intanto il Consiglio, pur nella legittimità di posizioni diverse, si è espresso a maggioranza a favore di un referendum abrogativo delle norme statali che hanno tagliato un migliaio di uffici giudiziari in Italia. come avevamo dimostrato, siamo sempre impegnati a portare a fondo le iniziative tese al miglioramento del sistema giudiziario in Puglia. Non è venuta certamente meno la nostra sensibilità verso gli operatori e gli utenti della giustizia, che lamentano aggravi si spese e disagi per effetti di tagli e cancellazioni di sedi che hanno comportato aumenti generalizzati di spese: esattamente l’opposto degli obiettivi perseguiti dagli interventi normativi motivati da esigenze di spending review”.