CASARANO (Le) - Dal 6 giugno 2014 un nuovo fendente burocratico ha colpito le imprese, in particolare le piccole aziende artigiane: si tratta della fatturazione elettronica PA.
Il nome lascerebbe immaginare una semplificazione: del resto, tutto quello che è "elettronico" dovrebbe essere più semplice. E invece no: il nome, apparentemente ammaliante, nasconde un groviglio elettronico-informatico-burocratico da far accapponare la pelle. Sembra quasi che qualcuno si sia dato da fare per creare una trappola contorta ed inestricabile, giustificata dal fatto che è necessario tenere sotto controllo le spese dello Stato.
La Fattura elettronica è la sola tipologia di fattura accettata, dal prossimo fututo, dalle Amministrazioni Pubbliche che, secondo le disposizioni di legge, sono tenute ad avvalersi del Sistema di Interscambio
Gestori del Sistema di Interscambio sono l'Agenzia delle Entrate e la Sogei.
Tutte le informazioni sono pubblicate in un linguaggio poco chiaro per chi non conosce la materia fiscale sul sito http://www.fatturapa.gov.it
Ma se qualcuno è impreparato niente paura c'è chi ha pensato a risolvere "pagando" ogni problema.
Infatti, in questi giorni tramite e-mail cominciano ad arrivare nella casalle di posta delle aziende proposte commerciali di “Fatturazione Elettronica in Outsourcing” con la descrizione del servizio e i relativi listini. Quindi, un ulteriore servizio a pagamento, con ulteriori costi, altro che semplificazione!
Per ogni singola fattura elettronica il costo medio che l'impresa si deve accollare si aggira intorno ai 18 euro + IVA. La domanda giunge spontanea: chi paga?
Normalmente in fase di pagamento di una fattura emessa ad un Ente pubblico vengono già decurtate le spese del bonifico (minimo 2,50 euro, a seconda dei servizi di tesoreria), questo quando si è fortunati, visto che spesso è molto difficile per un artigiano che ha lavorato per un Ente pubblico recuperare il proprio credito in tempi brevi.
Ora, il nostro povero artigiano, oltre alle somme del bonifico, decurtate alla fonte dal tesoriere, deve anche sborsare i soldi per "fatturare elettronicamente" il bene (circa altri 18 euro...) ma con una ulteriore complicazione: se dopo aver lavorato, anticipando a volte anche denaro sonante per l'acquisto del necessario per realizzare l'opera, al momento dell'emissione del documento contabile si sbaglia la compilazione dei moduli imposti, rischia di non essere pagato.
Per vivere tranquilli, quindi, bisogna -per forza- rivolgersi a professionisti esperti oppure, se le fatture sono tante, conviene acquistare un software apposito sborsando altri soldini.
Per fortuna, e non tutti lo sanno, c'è un modo totalmente gratuito.
Grazie anche all'intervento della CNA si è ottenuto, per le aziende iscritte e abilitate dal MEPA (Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione) il servizio di fatturazione digitale totalmente gratis.
Per poter usufruire del servizio l’impresa richiedente deve possedere i requisiti soggettivi previsti dalla "Raccomandazione della Commissione europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003", ossia:
Numero di dipendenti NON superiore a 250
fatturato dell’ultimo bilancio chiuso NON superiore a 50 milioni di euro
totale di bilancio (attivo patrimoniale) NON superiore a 43 milioni di euro
L’assenza anche di uno soltanto dei suddetti requisiti impedirà di richiedere l’adesione al servizio gratuito di Fatturazione Elettronica.
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