Libri: Biagio di Iasio “racconta” l’itinerario spirituale della pensatrice francese Simone Weil
di Vittorio Polito - Per la Collana “Ethos” diretta da Francesco Bellino e Irene Cavalli, è stato pubblicato per Levante Editori il volume di Biagio di Iasio “Simone Weil – Un Pensiero accogliente” (pagg. 146 - € 15).
Lo studio monografico su Simone Weil (Parigi 1909-Ashford 1943), fin dalle prime pagine, mostra chiaramente il suo intento: ripercorrere e “raccontare” le varie e complesse fasi dell’itinerario spirituale della pensatrice francese che, assieme a María Zambrano, Hannah Arendt ed Edith Stein, rappresenta una delle figure femminili più luminose nel panorama della cultura europea del Novecento.
Il tempo storico in cui è vissuta Simone Weil è stato uno dei più drammatici della storia europea, caratterizzato da ben due conflitti mondiali e da apparizioni diffuse di totalitarismi di inaudita ferocia (stalinismo, fascismo e nazismo). Fenomeni storici che Weil previde nelle sue tante ed estenuanti lotte politiche e sindacali, nei suoi viaggi in Germania degli anni Trenta, e visse, interamente, fin dal loro primo instaurarsi, in prima persona partecipando al Conflitto civile spagnolo, schierandosi con gli antifranchisti, e alla Resistenza francese per la liberazione della Francia dall'occupazione nazista. Fu costretta anche ad emigrare in America e a Londra, dopo che le leggi razziali di Norimberga l' avevano trasformata in ebrea, perché nata da genitori ebrei, pur di cultura e sensibilità francesi che difese fino alla fine dei suoi giorni. Nel lavoro del nostro autore, in forma narrativa e attraverso la lettura puntuale della pagina weiliana, si ripercorre questo lungo e faticoso itinerario, cercando di reperire tutte quelle intuizioni e quei sentieri originali di pensiero che anticipavano l’inaudita deriva della storia verso esiti drammatici.
La riflessione di Simone Weil, fa rilevare di Iasio, non si ferma alla registrazione dei fatti del momento storico, come se il pensiero fosse una mera espressione del tempo in cui si scrive e si vive, ma va oltre, procede nella rivelazione di ciò che li produce e li muove, di ciò che si nasconde alla vista e alla comune sensibilità. Si tratta, in sostanza, di un pensiero estremamente «rivelativo» di una verità nascosta ai più, anche agli studiosi più avveduti del momento. Infatti, fu proprio la riflessione della filosofa parigina ad anticipare l’avvento del nazismo in una Germania lacerata da crisi economica e politica e da un movimento operaio non correttamente guidato dalla Terza Internazionale, impegnata più a difendere e proteggere lo Stato stalinista che ad occuparsi delle grandi questioni del mondo. E fu sempre l’'intuizione storica della Weil a smascherare il falso socialismo che si era instaurato in Russia; a rilevare la degenerazione dei sindacati, delle forze politiche popolari e, in particolar modo, dei partiti della sinistra europea stremati da lotte fratricide. Operazione mentale non facile per una giovane studiosa non ancora trentenne! Una lucida lettura del suo tempo storico che non poco contribuì a condurla, negli ultimi anni della sua breve vita, verso quella deriva mistica e cristiana, i cui elementi fondanti di Iasio nota fin dalle prime esperienze sindacali e politiche della Weil, fin dal momento in cui decise di vivere «i problemi del suo tempo, gli impegni e le speranze, i successi e gli insuccessi, le ansie e le perplessità, avendo sempre cura di rimanere nell'aldiquà della vita, […] dentro i problemi della vita […]; vicina agli emarginati dalla società, e in sintonia con tutte le vittime dell’oppressione sociale messa in atto dallo Stato e dalle sue istituzioni, dalle organizzazioni politiche e di partito, dall’organizzazione del lavoro di fabbrica e dal forzato allontanamento dei lavoratori dalla loro terra». In sostanza, nota l’autore, Weil era naturalmente cristiana senza saperlo.
Tale tema, cioè la constatazione di un animo avido di carità cristiana, proteso costantemente verso l’accoglienza e il riconoscimento dell’altro, pare essere la chiave di lettura dell’opera weiliana di Biagio di Iasio che dedica l’ultimo capitolo del suo lavoro alla deriva mistica della scrittrice francese, rilevando interessanti affinità con i grandi mistici medioevali, con l’esistenzialismo religioso degli anni Venti, con la meditazione di grandi scrittori come Dostoevskij, e filosofi come Kierkegaard e Luigi Pareyson. Non mancano riferimenti interessanti ai testi evangelici di Luca e Matteo, in merito alla santità divina e alla finitudine umana; non è assente, inoltre, un' attenta riflessione sulla tematica salvifica della sofferenza e sulla funzione della croce nella dottrina cristiana, veri temi conduttori dell’approdo di Simone Weil alla fede.
Infine, il lavoro di Biagio di Iasio indugia particolarmente sul tema della violenza, diffusamente trattato in alcune fondamentali opere della scrittrice francese quali, “L’Iliade, poema della forza” e “Venezia Salva”, ma presente, in verità, in tutti gli scritti di Simone Weil: tema che, in fondo, costituisce uno dei motivi dominanti della sua ispirazione.