di Vittorio Polito - La collana “Le Rane” della Levante Editori di Bari è giunto con il volume “A la sombra de los Héroes” (pagine 485 - € 60), curato da Francesco De Martino & Carmen Morenilla, al prestigioso traguardo del 60° volume.
Il primo testo della collana “le Rane” della Levante Editori di Bari uscì a dicembre 1988. Era l’edizione italiana di un classico della saggistica europea, “L’epos ellenistico.Un capitolo dimenticato” di Konrat Ziegler. Per quell'occasione il curatore della nuova collana Francesco De Martino recuperò e pubblicò anche alcune lettere inedite e foto di Ziegler.
Il titolo della collana era quello di una commedia di Aristofane, nella quale la critica letteraria è tutta sangue, diretta, una sorta di ‘peer review’ ma quella vera, in cui si mette la faccia, come si dice oggi. Il libro piacque e, l’anno dopo, Luciano Canfora lo consigliò come lettura formativa ai maturandi del classico. Un altro saggio riproposto in edizione italiana è “Lo stile della prosa greca” di J.D. Denniston, a cura di Enrico Renna con la prefazione di Marcello Gigante. Negli oltre venticinque anni si sono alternati volumi di studiosi stranieri e italiani di prestigio e giovani promettenti, alcuni dei quali oggi insigni cattedratici. Tra i tanti giovani si vuole qui ricordare, perché prematuramente scomparso, Massimo Pizzocaro col suo volume “Il triangolo amoroso” con la prefazione di Giovanni Cerri. Tra le collaborazioni più significative Bernhard Zimmermann, Alan H. Sommerstein, che ha pubblicato la sua monografia ‘Aeschylus’ e ha curato con lo stesso De Martino ‘Studi sull’eufemismo’ e ‘Lo spettacolo delle voci’.
Dei sessanta volumi un terzo circa sono dedicati al teatro antico e alla sua ricezione e sono stati curati da De Martino insieme a Carmen Morenilla, cattedratica di Filologia greca dell’Università di Valencia. Questo ultimo volume in particolare è dedicato ad un capitolo centrale per capire quel mondo, cioè i personaggi minori del teatro greco e latino, attraverso i quali si ha uno spaccato del mondo come lo vedevano allora: il parassita, i messaggeri, i servi, il pedagogo, i figuranti, gli stranieri, Licurgo, Dafni, Io, Cassandra, Antigone, Pandora. Benché non esista un “Dizionario dei personaggi tragici” e neppure di quelli comici, la stragrande maggioranza è proprio di personaggi minori, che sono di tipo molto diverso perché vanno da quelli anonimi (nutrici, pedagoghi, messaggeri e araldi, vecchi e vecchie e bambini, ecc.) a parenti (fratelli e sorelle, zii, ecc.) di famosi eroi. Infatti persino grandi protagonisti di altri drammi possono piegarsi a svolgere funzione di personaggi minori in alcuni testi. Per fare un solo esempio vistoso, Antigone, protagonista assoluta della tragedia di Sofocle, divenuta simbolo della lotta al potere e alle sue leggi scritte in nome delle leggi non scritte, svolge un ruolo secondario nei ‘Sette contro Tebe’ di Eschilo e nelle ‘Fenicie’ di Euripide. Questa “democrazia” teatrale che dava la parola anche agli umili e agli anonimi e piegava i grandi eroi ed eroine a saper agire talora come secondari è una grande lezione di teatro, la cui pre-storia stava in Omero dove già incontriamo personaggi umili che un tempo erano stati nobili, e che la vita aveva ridotto a schiavitù. Il teatro antico al quale quello moderno deve molto puntava non solo su piccole grandi novità, per esempio Medea che uccide i figli o Antigone che non muore vergine ma ha un figlio dal suo fidanzato Emone, ma anche e soprattutto sull’invenzione e sulla sperimentazione dei personaggi minori, fra i quali spiccano i messaggeri e i servi che nella tragedia e nella commedia hanno un ruolo sempre più ampio e che passeranno nel teatro moderno dove diventeranno addirittura protagonisti, come mostra De Martino nel suo contributo intitolato, ‘Servi, all’ombra del poeta’.
Alla prima parte, dedicata al teatro antico greco e latino, segue una seconda sulla ricezione moderna, che spazia da Medea sul piccolo schermo all’opera seria, alle processioni della settimana santa, al cinema americano contemporaneo, allo Studio Teatrale di Santa Clara, alla tradizione burlesca britannica, al teatro portoghese.
Il volume è corredato di appendici iconografiche ed è completato da un’Appendice intitolata ‘Saguntina Domus Baebia’, dedicata alle attività di una Associazione che opera a Sagunto e cerca di ricreare specialmente per gli studenti la vita alla romana in quel centro storico tanto importante.
Ben dodici le università di provenienza degli studiosi che hanno collaborato al volume, confermando la vocazione internazionale della collana “le Rane”: Bari, Foggia (Italia), Almeria, Cádiz, Granada, Murcia, Valencia (Spagna), Coimbra (Portogallo), Basilea, Bamberg (Germania), la Habana e Universidad de Oriente (Cuba). Un volume di ampia profondità, adatto a festeggiare il traguardo dei sessanta volumi.
Una citazione doverosa ci sembra opportuno riservarla alla casa editrice Levante - il cui non comune patrimonio di collane abbraccia tutto lo scibile umano - il cui sforzo economico sarà stato notevole negli anni e che continua imperterrita a rendere un servizio di notevole spessore culturale a beneficio dell'intero Paese.