Xylella, 'la politica fa più danni del batterio'

Per il senso di responsabilità che Copagri ha nei confronti dei propri iscritti, degli agricoltori e olivicoltori salentini e del Salento, con il presente comunicato stampa rende pubblica la sua decisione di non partecipare più ad ennesimi incontri di carattere interlocutorio sul tema “Xylella”. Ormai siamo convinti che l’ultimatum nei confronti delle istituzioni e della politica per passare dalle parole ai fatti sia scaduto. Avvertiamo il dovere morale di non renderci corresponsabili nei confronti del mondo agricolo nella catena di ritardi che si stanno accumulando, e che sono vera e propria causa di danni economici e sociali per il Salento. Siamo stati i primi, inascoltati, tanti mesi fa, purtroppo, a portare avanti una posizione di equilibrio che finalmente è diventata patrimonio condiviso: gli alberi d’ulivo non devono essere eradicati senza criterio, bisogna condurre una lotta seria contro il vettore che diffonde il batterio, occorre utilizzare le giuste sostanze, quanto meno impattanti possibile contro l’ambiente e l’uomo e quindi bisogna finanziare le aziende che hanno perso gli alberi ai fini del reimpianto. È tanto triste leggere in queste settimane la discesa in campo di una politica inconcludente che ha soltanto cavalcato il tema dei cosiddetti “pesticidi a pioggia”, quasi che l’utilizzo di prodotti tipici a basso impatto sull'ambiente significasse avvelenamento dei terreni e delle acque. Incredibile che la politica, che con la gestione delle discariche ha sì avvelenato campi e pozzi, colga l’occasione per non entrare nel merito delle questioni, ma solo per trarne qualche minimo vantaggio elettorale. La Regione ha chiesto il ruolo di cabina di regia. Bene, lo faccia una volta per tutte. Senza indugi e senza balbettii. E soprattutto, dica chiaramente quante e quali risorse economiche ci sono da mettere in campo per l’acquisto di prodotti che devono combattere il vettore oltre che per il risarcimento delle aziende vittime degli espianti. Lo scarica barile non serve a nessuno; gli agricoltori non ce la fanno più e considerano le nostre associazioni, fino ad ora troppo responsabili, addirittura conviventi con la cattiva politica. A tutto c’è un limite Ed è incredibile che nessuno si renda conto, al di là delle vuote parole, dello stato di calamità in cui il Salento si trova.


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