BARI – L’economia pugliese non riparte. Anzi, procede a
retromarcia. Circolano sempre meno veicoli industriali e diminuiscono i mezzi
adibiti al trasporto delle merci. Segno dei tempi che cambiano, a causa
dell’acuirsi della recessione.
E’ quanto rileva il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha
elaborato gli ultimi dati del Pubblico registro automobilistico (Pra).
In particolare, i veicoli commerciali “leggeri”, cioè quelli con portata fino a
3,5 tonnellate, intestati a pugliesi, sono 197.542 (nel 2012 erano 198.206). Più
precisamente, 55.611 nella provincia di Bari, 16.566 nella Bat, 21.377 a Brindisi,
33.265 a Foggia, 48.297 a Lecce e 22.426 a Taranto.
I veicoli industriali “pesanti” (oltre 3,5 tonnellate) sono 53.354 (contro i
53.970 dell’anno precedente), di cui 15.583 nella provincia di Bari, 6.509 nella
Bat, 5.368 nel brindisino, 10.624 nella Capitanata, 9.196 nella provincia di Lecce
e 6.074 nel tarantino.
Il parco veicoli “leggeri” e “pesanti” è di 250.896 (l’anno prima era
252.176). Ce ne sono 1.280 in meno.
Inoltre, il totale degli autocarri, dei motocarri, dei quadricicli e dei
rimorchi che trasportano merci è sceso da 269.416 a 266.706 mezzi. La
flessione è di 2.710 unità , pari ad un tasso negativo dell’uno per cento. Il
trasporto delle merci su gomma è strategico per la ripresa dell’economia.
«Mentre si parla tanto del trend negativo del mercato dell’auto – dice
Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – si dedica
poca attenzione al segmento dei veicoli commerciali ed industriali. Si tratta di un
buon indicatore della situazione dell’autotrasporto che sta attraversando un lungo
periodo di profonda sofferenza. Quello del trasporto su gomma – aggiunge il
presidente – rappresenta un settore di primaria importanza per l’economia,
strettamente legato all’andamento del Prodotto interno lordo (Pil)».
Basti pensare che in Italia, oltre l’85,5 per cento delle merci viaggia su
strada. «Tuttavia – prosegue Sgherza – si fa troppo poco per sostenere questo
comparto, schiacciato tra gli esorbitanti rincari dei costi d’esercizio ed i paradossi di
una disciplina europea che finisce con l’inasprire la concorrenza da parte dei vettori
stranieri, che operano in condizioni ben più vantaggiose. In Puglia poi, incidono
particolarmente i forti ritardi nei pagamenti da parte della committenza e la
perdurante crisi della grande industria: due fattori che, combinati, stanno
letteralmente mettendo in ginocchio gli autotrasportatori».
«I dati elaborati dal nostro Centro studi regionale – precisa il presidente –
rappresentano un quadro a tinte fosche ma comunque parziale rispetto alla portata
dei problemi. Spesso, infatti, a fronte delle sempre più ricorrenti cessazioni
d’impresa, il veicolo viene svenduto per far fronte ai debiti, continuando pertanto a