Edilcassa Puglia e CNA Costruzioni: "Chiarezza negli appalti"

di Fernando De Carlo (presidente di "EdilCassa di Puglia" e "CNA Costruzioni" - Lecce") - Noi imprenditori siamo stanchi di fare i passeggeri e stare a guardare la nave che affonda, mentre i vari capitani, dopo averla portata in rotta di collisione, si apprestano ad abbandonarla per nuovi territori più redditizi. Il nostro sistema ormai è al collasso, le nostre imprese non reggono più di fronte a una discriminazione così evidente, in cui si amplia sempre di più il divario sociale ed economico tra i soliti ricchi sempre più ricchi e la stragrande maggioranza di chi si deve ingegnare per arrivare a fine mese.

Le nostre piccole imprese sono ormai strozzate dalla crisi che attanaglia il settore dell'Edilizia, unico settore trainante del nostro paese, che la politica ha scelto di penalizzare e tartassare tramite tasse inique su immobili strumentali e case. 

Diciamo basta a questo sistema scellerato di amministrare il paese e sopratutto il nostro territorio, stanchi di assistere inermi ai vari scandali giudiziari, di cui la politica si è resa partecipe, condizionando le scelte economiche territoriali (vedi terremoto dell'Abruzzo, Expo a Milano, Mose a Venezia, solo per citare gli ultimi).

Non si può continuare ad assistere inermi a questo modo soggettivo e personale di amministrare il territorio: basta con le gare d'appalto assegnate ai propri amici o agli amici degli amici, escludendo il tessuto sano e legale della nostra impresa che rimane fuori da questi giochi di potere. Non possiamo nasconderci dietro una cortina fumogena di costituzionalità' apponendo la firma sui vari protocolli di legalità' sottoscritti dalla stragrande maggioranza di Enti, Istituzioni governative e Associazioni di categoria del nostro territorio e poi non darne seguito.

Più volte abbiamo denunciato e ribadito in tavoli istituzionali, il sistema, il metodo e il criterio con cui vengono assegnati i lavori dai nostri Enti pubblici, che usano il metodo della trattativa privata o negoziata, aggirando il sistema della pubblicità e quindi della libera concorrenza, con il ricorso molto spesso alla gara con le migliorie e all' appalto integrato di progettazione, limitando così la partecipazione a quelle pochissime imprese che possano permettersi il lusso di spendere decine di migliaia di euro per la sola partecipazione alla gara.

Con questo sistema, le amministrazioni pubbliche aggiudicano le gare basandosi su criteri e giudizi molto soggettivi, tralasciando, chissà perché, metodi meno onerosi e molto oggettivi. Va comunque sottolineato che andrebbe rivisto l'intero quadro normativo sui requisiti di partecipazione, sulle modalità di gara e sui criteri di aggiudicazione dell'appalto da parte della pubblica amministrazione.
La nostra legislatura è fatta di incombenze, basata sul sistema delle grosse imprese, tralasciando le problematiche delle piccole, che rappresentano il fulcro vitale delle costruzioni sul nostro territorio, caratterizzato da oltre il 75% di imprese con meno di dieci dipendenti, caricandole di oneri economici e adempimenti burocratici, che servono solo a togliere tempo e risorse al lavoro. 

Le nostre imprese, direttamente interessate nella realizzazione delle opere, sono a volte succubi di subappalti schiavisti da parte di quelle imprese che si aggiudicano le gare con ribassi impossibili.
Pertanto chiediamo agli Enti e agli Organi di vigilanza preposti, di controllare e monitorare gli appalti degli ultimi anni, per avere un quadro della situazione territoriale; e alle Istituzioni governative chiediamo di aprire dei tavoli di confronto con le nostre Associazioni di categoria e con i rappresentati degli Enti territoriali per cercare di arginare questa situazione e trovare delle soluzioni.
Urge salvaguardare l'integrità morale delle nostre imprese che, per rimanere nella legalità, si vedono ridurre drasticamente le prospettive di lavoro per colpa di una connivenza del sistema, che, a nostro giudizio premia l'illegalità, stravolgendo i valori e i principi della nostra Costituzione.

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