di Vittorio Polito - È stato pubblicato da Monte Covello Editore il romanzo di Giovanni Gentile “Fuga nel tempo” (pagine 310 - € 16).
L’autore, nato ad Adelfia (Bari), che si firma con uno pseudonimo, poiché è intuibile che il romanzo è autobiografico dal momento che narra le vicissitudini della sua vita nella quale è stato importante, in senso negativo, l’esito di un intervento sull’orecchio che lo ha reso sordo.
È in sostanza la storia di un ragazzo sordastro, incompreso in famiglia, che tentò in ogni modo di riscattarsi, nonostante il suo grave handicap, diplomandosi con ottimi voti, seguendo le lezioni con la sola lettura labiale poiché non gli era utile alcuna protesi acustica. Non riuscendo a liberarsi del retaggio psicologico che lo costringeva, decise di trasferirsi a Milano, ove dovette scontrarsi con la “durezza esistenziale”, subendo varie crisi, sostenuto con la fede e la ricerca scientifica alla quale si era dedicato.
L’autore, nato ad Adelfia (Bari), che si firma con uno pseudonimo, poiché è intuibile che il romanzo è autobiografico dal momento che narra le vicissitudini della sua vita nella quale è stato importante, in senso negativo, l’esito di un intervento sull’orecchio che lo ha reso sordo.
È in sostanza la storia di un ragazzo sordastro, incompreso in famiglia, che tentò in ogni modo di riscattarsi, nonostante il suo grave handicap, diplomandosi con ottimi voti, seguendo le lezioni con la sola lettura labiale poiché non gli era utile alcuna protesi acustica. Non riuscendo a liberarsi del retaggio psicologico che lo costringeva, decise di trasferirsi a Milano, ove dovette scontrarsi con la “durezza esistenziale”, subendo varie crisi, sostenuto con la fede e la ricerca scientifica alla quale si era dedicato.
Conobbe vari amori, quasi tutti tormentati, l’ultimo dei quali in Messico, poiché intendeva sfidare le proprie limitazioni volendo sentirsi abile e non essere considerato handicappato. Dopo questa esperienza conclusasi negativamente, rientrò al suo paese per rivedere la “sua prima fiamma”, ma avendo appresso che nel frattempo si era sposata, ritornò nel capoluogo lombardo, impegnandosi ad accettare la propria minorazione e non fuggirla come aveva sempre fatto. Guadagnò così autostima e dignità, rompendo gli ultimi legacci che lo tenevano ancora avvinto alla mentalità contadina e al caos intimo dovuto alle frustrazioni subite, sentendosi proiettare decisamente verso il futuro.
La lettura è stimolante e scorrevole e si avvale di alcune pennellate antropologiche il cui sfondo è quello del mondo contadino, ma anche l’ambientazione milanese e il folclore latino-americano offrono spunti interessanti.
La lettura è stimolante e scorrevole e si avvale di alcune pennellate antropologiche il cui sfondo è quello del mondo contadino, ma anche l’ambientazione milanese e il folclore latino-americano offrono spunti interessanti.