LECCE - La senatrice Donno (M5S) presenta un’interrogazione ai ministri Galletti e Lorenzin dove chiede la bonifica e la messa in sicurezza dell’area dell’inceneritore ex Saspi nel leccese
Tra la città di Lecce e Lizzanello si trova un inceneritore, noto come “ex inceneritore Saspi”, che per decenni ha bruciato i rifiuti di Lecce e delle aree limitrofe. Oggi, in quei luoghi, nonostante l’inattività dell’inceneritore, vi sono scorie e rifiuti interrati, con una conseguente compromissione del suolo, dell’aria e delle falde acquifere circostanti. Molte sono le zone d’ombra che riguardano l’ex Saspi: nel marzo del 2013 il procuratore aggiunto di Lecce apriva un fascicolo sulla questione e nei confronti di 5 dirigenti dell’impianto. Venivano contestate ipotesi di reato quali: gettito pericoloso di cose, danneggiamento, omessa bonifica e avvelenamento colposo della falda acquifera.
“Allo stato dei fatti, sussiste un pericolo per la salute dei cittadini che risiedono vicino all’inceneritore. Come se non bastasse, a questo si aggiunge un grave stato di degrado ambientale caratterizzato dalla presenza di collinette di spazzatura che costeggiano il fabbricato - dichiara la senatrice salentina Daniela Donno (M5S) - Questa interrogazione ha l’intento di porre nuovamente l’attenzione su una situazione che sembra non trovare rimedi. Chiediamo ai ministri Galletti (Ambiente) e Lorenzin (Salute) di procedere con urgenza alla bonifica e alla messa in sicurezza dell’intera area dell’ex inceneritore Saspi e lo svolgimento di un’esaustiva analisi dei livelli di degrado e di contaminazione ambientale. La priorità è quella di recuperare funzionalmente il territorio, attraverso un veloce ripristino dei siti inquinati. Chiediamo, infine, di avviare ulteriori accertamenti sulle responsabilità connesse al grave stato di degrado ambientale, verificando possibili abusi di stampo criminale”.
Tra la città di Lecce e Lizzanello si trova un inceneritore, noto come “ex inceneritore Saspi”, che per decenni ha bruciato i rifiuti di Lecce e delle aree limitrofe. Oggi, in quei luoghi, nonostante l’inattività dell’inceneritore, vi sono scorie e rifiuti interrati, con una conseguente compromissione del suolo, dell’aria e delle falde acquifere circostanti. Molte sono le zone d’ombra che riguardano l’ex Saspi: nel marzo del 2013 il procuratore aggiunto di Lecce apriva un fascicolo sulla questione e nei confronti di 5 dirigenti dell’impianto. Venivano contestate ipotesi di reato quali: gettito pericoloso di cose, danneggiamento, omessa bonifica e avvelenamento colposo della falda acquifera.
“Allo stato dei fatti, sussiste un pericolo per la salute dei cittadini che risiedono vicino all’inceneritore. Come se non bastasse, a questo si aggiunge un grave stato di degrado ambientale caratterizzato dalla presenza di collinette di spazzatura che costeggiano il fabbricato - dichiara la senatrice salentina Daniela Donno (M5S) - Questa interrogazione ha l’intento di porre nuovamente l’attenzione su una situazione che sembra non trovare rimedi. Chiediamo ai ministri Galletti (Ambiente) e Lorenzin (Salute) di procedere con urgenza alla bonifica e alla messa in sicurezza dell’intera area dell’ex inceneritore Saspi e lo svolgimento di un’esaustiva analisi dei livelli di degrado e di contaminazione ambientale. La priorità è quella di recuperare funzionalmente il territorio, attraverso un veloce ripristino dei siti inquinati. Chiediamo, infine, di avviare ulteriori accertamenti sulle responsabilità connesse al grave stato di degrado ambientale, verificando possibili abusi di stampo criminale”.