BARI - Verdi filari di pomodori e di cetrioli che attraversano il carcere, colorandone gli spazi grigi e soffocanti. Siamo all’interno della Casa Cincondariale di Bari dove è stata presentata alla stampa questa mattina la sperimentazione di una idea differente della detenzione e dei detenuti.
Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, insieme con gli assessori al Diritto allo studio e Formazione Alba Sasso e alle Risorse agroalimentari Fabrizio Nardoni, ha infatti illustrato non solo il progetto che si chiama “orto in carcere” ma anche il protocollo innovativo e sperimentale, siglato con la direzione del carcere, in materia di inclusione e reinserimento sociale.
“Noi dal momento in cui abbiamo istituito la figura del garante dei diritti dei detenuti – ha detto Vendola parlando con i giornalisti - abbiamo cominciato a immaginare come poter spezzare la separatezza del carcere rispetto alla società e come realizzare quei principi costituzionali che prevedono nel carcere percorsi di rieducazione. Abbiamo un'esperienza d'avanguardia in Puglia quale è quella di Made in carcere: la diffusione del tessile, della possibilità di recupero dei materiali tessili per fare nuova economia. Oggi qui sperimentiamo gli orti in istituti penitenziari che dispongono di spazi sterminati e a volte del tutto inutilizzati. Quella di Bari è un'esperienza pilota che pensiamo di esportare rapidamente in tutti gli istituti penitenziari pugliesi. Insomma, il tempo vuoto del carcere va riempito di speranza e di percorsi concreti di formazione e di lavoro”.
“Ho visto questa mattina - ha concluso Vendola - come si può cambiare un carcere e, ribadisco, la mia speranza è che l’esperienza di oggi possa diventare l’esperienza di tutte le carceri pugliesi. Penso che sia una buona notizia se il carcere oggi cominci ad essere spezzato nella sua durezza e ritorni ad essere, come dice la nostra Costituzione, un luogo di rieducazione e di reinserimento”.
A questo proposito, l’assessore alle Risorse agroalimentari Fabrizio Nardoni ha sottolineato la bontà dell’iniziativa “orto in carcere”, realizzata in maniera assolutamente volontaria, e si è impegnato ad avviare, sempre con la casa Circondariale di Bari, un altro progetto sperimentale sugli ”orti verticali” da allestire all’interno delle celle.
“Questo Protocollo di Intesa tra il nostro assessorato e la Direzione della Casa Circondariale di Bari – ha aggiunto Alba Sasso, assessore al Diritto allo Studio e alla Formazione – porta con sé un’idea alternativa alla carcerazione punitiva restituendo al carcere stesso la sua funzione di rieducazione, così come previsto dalla nostra splendida Costituzione”.
“È nostra comune intenzione – ha aggiunto l’assessore - proporre a quei detenuti a bassa pericolosità sociale o prossimi al fine pena specifici percorsi formativi e rieducativi o di orientamento al lavoro come, ad esempio, l’avvio al completamento scolastico nei centri di educazione per adulti, l’orientamento all’auto imprenditorialità, stage formativi e/o di lavoro, aiuto alle famiglie, attività di lavori di pubblica utilità”.
“Al Protocollo – ha continuato Sasso – seguirà un Bando, rivolto a quei soggetti che operano nel Terzo Settore e specializzati nel recupero delle persone in regime di detenzione, che dia attuazione ai suddetti percorsi attraverso la presa in carico dei carcerati”.
“Questo tipo di intervento – ha concluso l’assessore alla Formazione e al Diritto allo Studio della Regione Puglia – oltre a rieducare i detenuti e a prepararli al loro rientro in società, è anche un’ottima e concreta misura “svuota carceri”.
Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, insieme con gli assessori al Diritto allo studio e Formazione Alba Sasso e alle Risorse agroalimentari Fabrizio Nardoni, ha infatti illustrato non solo il progetto che si chiama “orto in carcere” ma anche il protocollo innovativo e sperimentale, siglato con la direzione del carcere, in materia di inclusione e reinserimento sociale.
“Noi dal momento in cui abbiamo istituito la figura del garante dei diritti dei detenuti – ha detto Vendola parlando con i giornalisti - abbiamo cominciato a immaginare come poter spezzare la separatezza del carcere rispetto alla società e come realizzare quei principi costituzionali che prevedono nel carcere percorsi di rieducazione. Abbiamo un'esperienza d'avanguardia in Puglia quale è quella di Made in carcere: la diffusione del tessile, della possibilità di recupero dei materiali tessili per fare nuova economia. Oggi qui sperimentiamo gli orti in istituti penitenziari che dispongono di spazi sterminati e a volte del tutto inutilizzati. Quella di Bari è un'esperienza pilota che pensiamo di esportare rapidamente in tutti gli istituti penitenziari pugliesi. Insomma, il tempo vuoto del carcere va riempito di speranza e di percorsi concreti di formazione e di lavoro”.
“Ho visto questa mattina - ha concluso Vendola - come si può cambiare un carcere e, ribadisco, la mia speranza è che l’esperienza di oggi possa diventare l’esperienza di tutte le carceri pugliesi. Penso che sia una buona notizia se il carcere oggi cominci ad essere spezzato nella sua durezza e ritorni ad essere, come dice la nostra Costituzione, un luogo di rieducazione e di reinserimento”.
A questo proposito, l’assessore alle Risorse agroalimentari Fabrizio Nardoni ha sottolineato la bontà dell’iniziativa “orto in carcere”, realizzata in maniera assolutamente volontaria, e si è impegnato ad avviare, sempre con la casa Circondariale di Bari, un altro progetto sperimentale sugli ”orti verticali” da allestire all’interno delle celle.
“Questo Protocollo di Intesa tra il nostro assessorato e la Direzione della Casa Circondariale di Bari – ha aggiunto Alba Sasso, assessore al Diritto allo Studio e alla Formazione – porta con sé un’idea alternativa alla carcerazione punitiva restituendo al carcere stesso la sua funzione di rieducazione, così come previsto dalla nostra splendida Costituzione”.
“È nostra comune intenzione – ha aggiunto l’assessore - proporre a quei detenuti a bassa pericolosità sociale o prossimi al fine pena specifici percorsi formativi e rieducativi o di orientamento al lavoro come, ad esempio, l’avvio al completamento scolastico nei centri di educazione per adulti, l’orientamento all’auto imprenditorialità, stage formativi e/o di lavoro, aiuto alle famiglie, attività di lavori di pubblica utilità”.
“Al Protocollo – ha continuato Sasso – seguirà un Bando, rivolto a quei soggetti che operano nel Terzo Settore e specializzati nel recupero delle persone in regime di detenzione, che dia attuazione ai suddetti percorsi attraverso la presa in carico dei carcerati”.
“Questo tipo di intervento – ha concluso l’assessore alla Formazione e al Diritto allo Studio della Regione Puglia – oltre a rieducare i detenuti e a prepararli al loro rientro in società, è anche un’ottima e concreta misura “svuota carceri”.