BARI - Una dichiarazione del capogruppo Pd alla Regione Puglia, Pino Romano: "Ci dispiace davvero che Vendola e Stefàno abbiano scelto la strada della menzogna per arrabattare qualche consenso in una campagna elettorale in cui Sel può giocare solo a togliere qualche voto all'avversario. Ma deve essere proprio la consapevolezza di non avere nessuna possibilità di battere il segretario regionale del Pd a spingere Stefàno e Vendola a inventarsi fandonie che tutto il Pd ha già ampiamente smentito.
Comunque, non è una novità di certa politica accusare gli altri dei propri vizi. È stata infatti Sel che in Puglia, ad iniziare dalle amministrative del 2005, ha dato lezioni magistrali di trasformismo, che andavano a pescare dal centrodestra all'Udc. Del resto, è noto a tutti che Vendola preferisca la cooptazione politica da altri partiti, piuttosto che un confronto trasparente con le altre forze politiche. Se lui coopta, è lecito; se gli altri dialogano, sono trasformisti.
Dire, come fa oggi Vendola, che il Pd sta sporcando la politica, equivale a infangare senza motivo tutto il centrosinistra di cui Sel dovrebbe ancora far parte. Vendola ha forse già dimenticato che senza il Pd in questi anni non sarebbe riuscito a far passare neanche uno dei provvedimenti che sono stati adottati in Puglia. Provvedimenti che, in alcuni casi, avremmo forse dovuto tenere nel cassetto, così come la recente delibera che fa pagare due euro ai cittadini per prenotare un esame in farmacia e non al Cup.
È inutile che si nascondano dietro le foglie di fico. Le contraddizioni sono evidenti e, a proposito di rivoluzione gentile, a Vendola non fischiano le orecchie quando la sua giunta delibera l'introduzione di ticket in materia sanitaria?
Purtroppo, Sel paga le contraddizioni di un progetto politico nato solo per sostenere il leader, in sacrificio del quale si è accolto tutto e il contrario tutto. E ora le contraddizioni vengono fuori una dopo l’altra.
Stefàno farebbe bene a criticare e proporre cose serie che aiutino il centrosinistra a migliorare la qualità della vita dei pugliesi, come sta facendo il Pd. Per esempio, si potrebbe discutere degli errori che abbiamo commesso, perché no, anche sui Consorzi di bonifica. Invece Stefàno preferisce inventarsi storie fantasiose di inciuci che esistono solo nella testa di chi forse sogna di poterli fare davvero. Ma, purtroppo, Sel si è ridotta a questo e non ci resta che prendere atto del declino di un partito che, nella realtà, non è mai esistito.
Il messaggio di Vendola che propone di non litigare, lo accogliamo volentieri, anche perché non siamo stati noi a inventare storie stupide. Cominci lui, però, a dare il buon esempio, e pensi a confrontarsi sul merito delle cose che servono alla Puglia".
La replica del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al capogruppo Pd in Consiglio regionale, Pino Romano.
VENDOLA, HO POSTO PROBLEMA CHE MI PONGONO IN TANTI - “Non sono abituato a replicare alle dichiarazioni che considero gratuitamente offensive, come quella odierna del consigliere Pino Romano che francamente non meriterebbe alcuna risposta. Tuttavia mi preme svolgere una considerazione che ha rilievo politico. Io ho rappresentato, nella storia politica italiana, la critica costante alla tentazione luciferina di inglobare pezzi di centro-destra per vincere le elezioni. Io sono stato, nelle polemiche aspre con Massimo D’Alema e col vertice del Pd, l’antagonista dell’accordo con Casini, con Monti, e infine con Berlusconi e Alfano. Basta un po’ di rassegna stampa per vedere come stanno le cose. Conquistare l’elettorato di destra è un obiettivo legittimo e sacrosanto, conquistare frammenti di ceto politico abituato a ogni piroetta è un altro conto: si chiama trasformismo e produce disastri. Che vuole Pino Romano da me? Io ho solo posto un problema che mi pongono in tanti: dove finisce il perimetro dell’alleanza progressista? A questa domanda non si risponde e si preferisce buttarla in rissa. Guglielmo Minervini pone, con più vis polemica di quanto non faccia io, la stessa questione, tanti militanti del Pd si chiedono se esisterà ancora il centro-sinistra. Alle inquietudini di Minervini non si risponde e a me si offre il ruolo di target per il tiro a segno. Sono davvero stupito da una reazione che con il suo livore spiega involontariamente molto di cosa sia stata la fatica del governare: governare contro il trasversalismo degli affari, contro chi pensa che la politica sia solo un teatrino, dalla parte di quel cambiamento politico, culturale, sociale, morale, che viene chiesto a viva voce dai cittadini. La verità è che a Taranto e a Brindisi, dove il Pd si allea con la destra per i Consigli Provinciali, si svolgono le prove generali di una formula di governo che potremmo definire così: la Puglia peggiore…”.
Comunque, non è una novità di certa politica accusare gli altri dei propri vizi. È stata infatti Sel che in Puglia, ad iniziare dalle amministrative del 2005, ha dato lezioni magistrali di trasformismo, che andavano a pescare dal centrodestra all'Udc. Del resto, è noto a tutti che Vendola preferisca la cooptazione politica da altri partiti, piuttosto che un confronto trasparente con le altre forze politiche. Se lui coopta, è lecito; se gli altri dialogano, sono trasformisti.
Dire, come fa oggi Vendola, che il Pd sta sporcando la politica, equivale a infangare senza motivo tutto il centrosinistra di cui Sel dovrebbe ancora far parte. Vendola ha forse già dimenticato che senza il Pd in questi anni non sarebbe riuscito a far passare neanche uno dei provvedimenti che sono stati adottati in Puglia. Provvedimenti che, in alcuni casi, avremmo forse dovuto tenere nel cassetto, così come la recente delibera che fa pagare due euro ai cittadini per prenotare un esame in farmacia e non al Cup.
È inutile che si nascondano dietro le foglie di fico. Le contraddizioni sono evidenti e, a proposito di rivoluzione gentile, a Vendola non fischiano le orecchie quando la sua giunta delibera l'introduzione di ticket in materia sanitaria?
Purtroppo, Sel paga le contraddizioni di un progetto politico nato solo per sostenere il leader, in sacrificio del quale si è accolto tutto e il contrario tutto. E ora le contraddizioni vengono fuori una dopo l’altra.
Stefàno farebbe bene a criticare e proporre cose serie che aiutino il centrosinistra a migliorare la qualità della vita dei pugliesi, come sta facendo il Pd. Per esempio, si potrebbe discutere degli errori che abbiamo commesso, perché no, anche sui Consorzi di bonifica. Invece Stefàno preferisce inventarsi storie fantasiose di inciuci che esistono solo nella testa di chi forse sogna di poterli fare davvero. Ma, purtroppo, Sel si è ridotta a questo e non ci resta che prendere atto del declino di un partito che, nella realtà, non è mai esistito.
Il messaggio di Vendola che propone di non litigare, lo accogliamo volentieri, anche perché non siamo stati noi a inventare storie stupide. Cominci lui, però, a dare il buon esempio, e pensi a confrontarsi sul merito delle cose che servono alla Puglia".
La replica del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al capogruppo Pd in Consiglio regionale, Pino Romano.
VENDOLA, HO POSTO PROBLEMA CHE MI PONGONO IN TANTI - “Non sono abituato a replicare alle dichiarazioni che considero gratuitamente offensive, come quella odierna del consigliere Pino Romano che francamente non meriterebbe alcuna risposta. Tuttavia mi preme svolgere una considerazione che ha rilievo politico. Io ho rappresentato, nella storia politica italiana, la critica costante alla tentazione luciferina di inglobare pezzi di centro-destra per vincere le elezioni. Io sono stato, nelle polemiche aspre con Massimo D’Alema e col vertice del Pd, l’antagonista dell’accordo con Casini, con Monti, e infine con Berlusconi e Alfano. Basta un po’ di rassegna stampa per vedere come stanno le cose. Conquistare l’elettorato di destra è un obiettivo legittimo e sacrosanto, conquistare frammenti di ceto politico abituato a ogni piroetta è un altro conto: si chiama trasformismo e produce disastri. Che vuole Pino Romano da me? Io ho solo posto un problema che mi pongono in tanti: dove finisce il perimetro dell’alleanza progressista? A questa domanda non si risponde e si preferisce buttarla in rissa. Guglielmo Minervini pone, con più vis polemica di quanto non faccia io, la stessa questione, tanti militanti del Pd si chiedono se esisterà ancora il centro-sinistra. Alle inquietudini di Minervini non si risponde e a me si offre il ruolo di target per il tiro a segno. Sono davvero stupito da una reazione che con il suo livore spiega involontariamente molto di cosa sia stata la fatica del governare: governare contro il trasversalismo degli affari, contro chi pensa che la politica sia solo un teatrino, dalla parte di quel cambiamento politico, culturale, sociale, morale, che viene chiesto a viva voce dai cittadini. La verità è che a Taranto e a Brindisi, dove il Pd si allea con la destra per i Consigli Provinciali, si svolgono le prove generali di una formula di governo che potremmo definire così: la Puglia peggiore…”.