BARI - “L'ultimo caso riguarda il “Lisippo”, già liceo artistico ora liceo d’arte che da decenni attende di essere trasferito in una sede definitiva e degna di tal nome.
Ma è l'intero comparto dell'edilizia scolastica dedicato alla scuola secondaria, nel capoluogo ionico, a destare preoccupazione anche in virtù di un'offerta formativa che inevitabilmente risente, nonostante gli sforzi di tanti dirigenti e docenti, della precaria (per usare un eufemismo) realtà infrastrutturale e logistica.
Su tutti, spiccano i casi degli istituti Ferraris e Archita.
Il primo, il liceo scientifico, non è più da oltre dieci anni nell'ex “Frisini”, stabile divenuto a pieno titolo monumento all'abbandono lungo la trafficatissima via Mazzini, nel pieno centro urbano, ormai comunque da recuperare e da non destinare più a sede scolastica.
Il secondo, prestigioso al pari di tante tracce storiche di cui la città dovrebbe farsi carico con orgoglio, è ormai sparpagliato in attesa che il cantiere di Palazzo degli Uffici venga riattivato.
A questa carenza si aggiunga la necessità congiunturale, dominata dalla bassa incidenza demografica degli ultimi venti anni, di accorpare anziché estendere la rete scolastica: il quadro di assieme dell'offerta scolastica della secondaria superiore a Taranto si presenta, quindi, disorganico e in diversi casi inadeguato sul piano logistico .
Inevitabilmente quella dell’edilizia scolastica diventa così emergenza sociale e culturale.
Le deleghe restano di competenza dell'Amministrazione provinciale che negli ultimi anni si è meritoriamente distinta con la realizzazione di nuovi e attrezzati plessi scolastici in provincia mentre nel capoluogo ha assunto scelte scarsamente lungimiranti che non hanno risposto alla oggettiva emergenza.
Mancata la programmazione, dunque, mancata l’intercettazione di fondi per la Città, anche regionali.
Certo, il ruolo del Comune quale propulsore non è assolutamente di secondo piano
Lancio l’idea: una Cittadella della Scuola -prosegue Lemma- che potrebbe trovare accoglienza in aree già attrezzate e forse parzialmente in disuso di Maricentro, se disponibili ovviamente. Fare rete, allora. Fare squadra attorno al mondo scolastico che va ben oltre l'orario di lezione e ben oltre la platea di lavoratori e studenti che la scuola vivono ogni giorno per dieci mesi l'anno. Si tratta anche di rimettere in connessione l'agenzia informativa ed educativa primaria con le famiglie, i quartieri e la Città nel suo complesso”.
L'auspicio - conclude la consigliera - è che le prossime elezioni provinciali del 28 settembre, consegnino finalmente una guida politica all'ente competente anche in tema di istruzione di secondo grado, mettendoci in grado di dialogare, programmare e realizzare ciò di cui la scuola tarantina realmente ha bisogno”.
Ma è l'intero comparto dell'edilizia scolastica dedicato alla scuola secondaria, nel capoluogo ionico, a destare preoccupazione anche in virtù di un'offerta formativa che inevitabilmente risente, nonostante gli sforzi di tanti dirigenti e docenti, della precaria (per usare un eufemismo) realtà infrastrutturale e logistica.
Su tutti, spiccano i casi degli istituti Ferraris e Archita.
Il primo, il liceo scientifico, non è più da oltre dieci anni nell'ex “Frisini”, stabile divenuto a pieno titolo monumento all'abbandono lungo la trafficatissima via Mazzini, nel pieno centro urbano, ormai comunque da recuperare e da non destinare più a sede scolastica.
Il secondo, prestigioso al pari di tante tracce storiche di cui la città dovrebbe farsi carico con orgoglio, è ormai sparpagliato in attesa che il cantiere di Palazzo degli Uffici venga riattivato.
A questa carenza si aggiunga la necessità congiunturale, dominata dalla bassa incidenza demografica degli ultimi venti anni, di accorpare anziché estendere la rete scolastica: il quadro di assieme dell'offerta scolastica della secondaria superiore a Taranto si presenta, quindi, disorganico e in diversi casi inadeguato sul piano logistico .
Inevitabilmente quella dell’edilizia scolastica diventa così emergenza sociale e culturale.
Le deleghe restano di competenza dell'Amministrazione provinciale che negli ultimi anni si è meritoriamente distinta con la realizzazione di nuovi e attrezzati plessi scolastici in provincia mentre nel capoluogo ha assunto scelte scarsamente lungimiranti che non hanno risposto alla oggettiva emergenza.
Mancata la programmazione, dunque, mancata l’intercettazione di fondi per la Città, anche regionali.
Certo, il ruolo del Comune quale propulsore non è assolutamente di secondo piano
Lancio l’idea: una Cittadella della Scuola -prosegue Lemma- che potrebbe trovare accoglienza in aree già attrezzate e forse parzialmente in disuso di Maricentro, se disponibili ovviamente. Fare rete, allora. Fare squadra attorno al mondo scolastico che va ben oltre l'orario di lezione e ben oltre la platea di lavoratori e studenti che la scuola vivono ogni giorno per dieci mesi l'anno. Si tratta anche di rimettere in connessione l'agenzia informativa ed educativa primaria con le famiglie, i quartieri e la Città nel suo complesso”.
L'auspicio - conclude la consigliera - è che le prossime elezioni provinciali del 28 settembre, consegnino finalmente una guida politica all'ente competente anche in tema di istruzione di secondo grado, mettendoci in grado di dialogare, programmare e realizzare ciò di cui la scuola tarantina realmente ha bisogno”.
A riferirlo in una nota la consigliera regionale del Pd, Anna Rita Lemma.