di Mauro Guitto - Il tempo passa, la gente va e viene ma la musica a Taranto non cambia.. anzi cambia, in peggio.
Stavolta però le critiche non sono solo indirizzate solo a chi viene da fuori Taranto con i polmoni puliti a strimpellare note, con corde (vocali) nemmeno ben accordate, (de)cantando incoraggianti e futuristiche possibilità economiche e occupazionali che le industrie e lo sviluppo dei traffici petroliferi porteranno in città (o invece all’Italia tranne Taranto).
Sotto i riflettori c’è il Porto di Taranto, ci sono i rappresentanti politici locali che spesso “si svegliano” troppo tardi dinanzi a situazioni (sfavorevoli per Taranto) già fatte e decise, ai lavoratori che spesso si fidano di promesse mai mantenute e di prospettive surreali e a Confindustria Taranto che, per sua stessa natura, non vede altro che lo sviluppo industriale come unica possibile risorsa di rilancio ionico.
Leggendo per esempio alcuni numeri sul progetto di sviluppo di Tempa Rossa si evidenziano investimenti di 300 milioni di euro a Taranto (su 1,6 miliardi di euro di spesa complessiva), che 50 saranno le imprese impegnate nei lavori di adeguamento per un totale di 300 persone che lavoreranno.
E il tanto decantato sviluppo economico e occupazionale tarantino dov’è? Qual è? Le 300 persone che opereranno per i lavori di adeguamento? E poi? E i disoccupati tarantini cosa continueranno a fare? E i lavoratori della TCT in cassa integrazione a rotazione da 2 anni? Cos’è? La ruota della fortuna? O la roulette russa? Oppure continueranno a (soprav)vivere di “incoraggianti e futuristiche …” (leggi sopra ?
E vogliamo parlare di ambiente? Qualcuno ha fatto notare che l’ENI a Taranto esiste da una vita... così come da una vita esistono i condotti sottomarini attraverso i quali viaggia il greggio. Bene, e allora? Non ci si può lamentare? O si devono necessariamente espandere infrastrutture e conseguenti rischi sempre e solo a Taranto?
Già , è vero, il manager di Total ha assicurato che dal punto di vista ambientale non ci saranno rischi per Taranto perché saranno adottati tutti gli accorgimenti ambientali nelle fasi di movimentazione sicchè ha garantito che non ci saranno pericoli di emissioni dei vapori nell’atmosfera.
La Total E&P Italia fa invece sapere che il possibile incremento delle emissioni nocive del 12% nell’atmosfera tarantina è solo frutto dell’informazione fuorviante dei mezzi d’informazione perché invece gli interventi gestionali e tecnologici eviteranno qualunque rischio e possibilità di inquinamento.
Intanto il progetto Tempa Rossa è stato presentato a Taranto martedì 16 settembre 2014 presso la sede di Confindustria Taranto. Sono stati illustrati gli interventi che saranno realizzati da Eni all’interno della raffineria ionica e sono stati anche sottolineati gli sviluppi positivi che porterà il progetto all’economia portuale e all’occupazione.
Ci credono in pochi e ci credono ancora meno oggi, vista l’aria di grande preoccupazione che si sta respirando al porto mercantile di Taranto da 3 giorni a questa parte con il blocco delle attività da parte dei dipendenti della TCT che vedono il proprio futuro minato dalla perdurante lentezza dei lavori di adeguamento e dalle conseguenti minacce di TCT di trasferirsi altrove.
Tutto questo mentre sul fronte ILVA Arcelor Mittal sembra più che interessato ad acquistare l’ILVA, soluzione molto gradita allo Stato italiano perché in un colpo solo scaricherebbe a terzi il problema ambientale, sanitario ed economico … gli indiani hanno i soldi ma non sono certo degli sprovveduti. Ed è per questo che stanno studiando nei minimi dettagli la situazione dello stabilimento valutando anche la possibilità di acquisizione con il gruppo Marcegaglia (soluzione anche questa, sembra, gradita al Governo italiano).
Arcelor Mittal (http://corporate.arcelormittal.com/) non sono tuttavia gli unici interessati all’ILVA.. c’è anche il gruppo “JindalSteel &Power” (http://www.jindalsteelpower.com/) che è in visita presso lo stabilimento di Taranto proprio in questi giorni.
Restiamo pertanto in attesa di sviluppi perché la questione è molto delicata e difficile e non ci stancheremo mai di sottolineare che, intanto, l’inquinamento prosegue indisturbato, le malattie anche, i morti da inquinamento pure!
Stavolta però le critiche non sono solo indirizzate solo a chi viene da fuori Taranto con i polmoni puliti a strimpellare note, con corde (vocali) nemmeno ben accordate, (de)cantando incoraggianti e futuristiche possibilità economiche e occupazionali che le industrie e lo sviluppo dei traffici petroliferi porteranno in città (o invece all’Italia tranne Taranto).
Sotto i riflettori c’è il Porto di Taranto, ci sono i rappresentanti politici locali che spesso “si svegliano” troppo tardi dinanzi a situazioni (sfavorevoli per Taranto) già fatte e decise, ai lavoratori che spesso si fidano di promesse mai mantenute e di prospettive surreali e a Confindustria Taranto che, per sua stessa natura, non vede altro che lo sviluppo industriale come unica possibile risorsa di rilancio ionico.
Leggendo per esempio alcuni numeri sul progetto di sviluppo di Tempa Rossa si evidenziano investimenti di 300 milioni di euro a Taranto (su 1,6 miliardi di euro di spesa complessiva), che 50 saranno le imprese impegnate nei lavori di adeguamento per un totale di 300 persone che lavoreranno.
E il tanto decantato sviluppo economico e occupazionale tarantino dov’è? Qual è? Le 300 persone che opereranno per i lavori di adeguamento? E poi? E i disoccupati tarantini cosa continueranno a fare? E i lavoratori della TCT in cassa integrazione a rotazione da 2 anni? Cos’è? La ruota della fortuna? O la roulette russa? Oppure continueranno a (soprav)vivere di “incoraggianti e futuristiche …” (leggi sopra ?
E vogliamo parlare di ambiente? Qualcuno ha fatto notare che l’ENI a Taranto esiste da una vita... così come da una vita esistono i condotti sottomarini attraverso i quali viaggia il greggio. Bene, e allora? Non ci si può lamentare? O si devono necessariamente espandere infrastrutture e conseguenti rischi sempre e solo a Taranto?
Già , è vero, il manager di Total ha assicurato che dal punto di vista ambientale non ci saranno rischi per Taranto perché saranno adottati tutti gli accorgimenti ambientali nelle fasi di movimentazione sicchè ha garantito che non ci saranno pericoli di emissioni dei vapori nell’atmosfera.
La Total E&P Italia fa invece sapere che il possibile incremento delle emissioni nocive del 12% nell’atmosfera tarantina è solo frutto dell’informazione fuorviante dei mezzi d’informazione perché invece gli interventi gestionali e tecnologici eviteranno qualunque rischio e possibilità di inquinamento.
Intanto il progetto Tempa Rossa è stato presentato a Taranto martedì 16 settembre 2014 presso la sede di Confindustria Taranto. Sono stati illustrati gli interventi che saranno realizzati da Eni all’interno della raffineria ionica e sono stati anche sottolineati gli sviluppi positivi che porterà il progetto all’economia portuale e all’occupazione.
Ci credono in pochi e ci credono ancora meno oggi, vista l’aria di grande preoccupazione che si sta respirando al porto mercantile di Taranto da 3 giorni a questa parte con il blocco delle attività da parte dei dipendenti della TCT che vedono il proprio futuro minato dalla perdurante lentezza dei lavori di adeguamento e dalle conseguenti minacce di TCT di trasferirsi altrove.
Tutto questo mentre sul fronte ILVA Arcelor Mittal sembra più che interessato ad acquistare l’ILVA, soluzione molto gradita allo Stato italiano perché in un colpo solo scaricherebbe a terzi il problema ambientale, sanitario ed economico … gli indiani hanno i soldi ma non sono certo degli sprovveduti. Ed è per questo che stanno studiando nei minimi dettagli la situazione dello stabilimento valutando anche la possibilità di acquisizione con il gruppo Marcegaglia (soluzione anche questa, sembra, gradita al Governo italiano).
Arcelor Mittal (http://corporate.arcelormittal.com/) non sono tuttavia gli unici interessati all’ILVA.. c’è anche il gruppo “JindalSteel &Power” (http://www.jindalsteelpower.com/) che è in visita presso lo stabilimento di Taranto proprio in questi giorni.
Restiamo pertanto in attesa di sviluppi perché la questione è molto delicata e difficile e non ci stancheremo mai di sottolineare che, intanto, l’inquinamento prosegue indisturbato, le malattie anche, i morti da inquinamento pure!