di Ivano Gioffreda, portavoce Associazione “Spazi Popolari” - Sannicola. GALLIPOLI - Al sindaco di Gallipoli Francesco Errico e all'assessore alle Attività Produttive, Antonio Piteo e a tutti i presenti ho illustrato la precaria situazione ambientale in cui versa il nostro territorio e in particolar modo la situazione drammatica dell'essiccamento degli olivi ricadenti nel territorio di Gallipoli e dintorni.
Bisogna essere consapevoli che l’attuale situazione è drammatica. Il pianeta vive la peggior crisi che la storia abbia mai conosciuto, a molti sfugge che essa non è solo di tipo economica ma sociale, culturale e sopratutto ambientale e di risorse, quindi è una crisi strutturale, e per superare l’attuale contesto serve l’impegno di tutte le istituzioni (amministratori pubblici, Università, scuola agraria, centri di ricerca) che con spirito costruttivo, possano progettare un sano sviluppo economico e sociale.
Con la nuova programmazione comunitaria in ricerca e innovazione 2014-2020 e il ruolo che riveste la "perla dello Jonio" rispetto all'antenna PON e le opportunità che si potrebbero cogliere per un cambiamento costruttivo all’insegna del rispetto per l’ambiente e di un’agricoltura sana che valorizzi i prodotti locali.
A tal proposito, credo fortemente che la cooperazione e l’integrazione da parte delle istituzioni pubbliche possano sviluppare progetti che sappiano impollinare tutte le energie positive presenti al tavolo, affinché si capovolga positivamente l'attuale momento negativo che il territorio sta vivendo.
Al sindaco di Gallipoli ho proposto un’offerta Agro-Culturale per la creazione di un marchio "Gallipoli di Terra e di Mare" che rappresenti tutti i prodotti agro-alimentari dell’interland gallipolino, coltivati con le nostre tecniche dell'AOR (agricoltura organica rigenerativa) che ci consentono di produrre quantità e qualità a prezzi competitivi rispetto al convenzionale, controllati e attestati dalla nostra Università.
Unendo, di conseguenza, la storia della città vecchia all’Agro-Cultura per valorizzare il nostro olio vergine ed extravergine; così come nel periodo aureo (1600-1700) era la capitale mediterranea dell’olio lampante, conosciuto come l’oro di Gallipoli, utilizzato per le lampade a olio, trasformato nei frantoi ipogei della città vecchia e commercializzato in tutta Europa.
Essa può ripristinare un fiorente passato in campo agricolo riconfermandosi Capitale del Mediterraneo per la commercializzazione d’olio vergine ed extravergine, poiché possiede tutte le potenzialità per divenire il motore economico dell’arco jonico-salentino, al fine di rigenerare qualitativamente l’economia del territorio in modo da destagionalizzare l’offerta turistica.
Bisogna essere consapevoli che l’attuale situazione è drammatica. Il pianeta vive la peggior crisi che la storia abbia mai conosciuto, a molti sfugge che essa non è solo di tipo economica ma sociale, culturale e sopratutto ambientale e di risorse, quindi è una crisi strutturale, e per superare l’attuale contesto serve l’impegno di tutte le istituzioni (amministratori pubblici, Università, scuola agraria, centri di ricerca) che con spirito costruttivo, possano progettare un sano sviluppo economico e sociale.
Con la nuova programmazione comunitaria in ricerca e innovazione 2014-2020 e il ruolo che riveste la "perla dello Jonio" rispetto all'antenna PON e le opportunità che si potrebbero cogliere per un cambiamento costruttivo all’insegna del rispetto per l’ambiente e di un’agricoltura sana che valorizzi i prodotti locali.
A tal proposito, credo fortemente che la cooperazione e l’integrazione da parte delle istituzioni pubbliche possano sviluppare progetti che sappiano impollinare tutte le energie positive presenti al tavolo, affinché si capovolga positivamente l'attuale momento negativo che il territorio sta vivendo.
Al sindaco di Gallipoli ho proposto un’offerta Agro-Culturale per la creazione di un marchio "Gallipoli di Terra e di Mare" che rappresenti tutti i prodotti agro-alimentari dell’interland gallipolino, coltivati con le nostre tecniche dell'AOR (agricoltura organica rigenerativa) che ci consentono di produrre quantità e qualità a prezzi competitivi rispetto al convenzionale, controllati e attestati dalla nostra Università.
Unendo, di conseguenza, la storia della città vecchia all’Agro-Cultura per valorizzare il nostro olio vergine ed extravergine; così come nel periodo aureo (1600-1700) era la capitale mediterranea dell’olio lampante, conosciuto come l’oro di Gallipoli, utilizzato per le lampade a olio, trasformato nei frantoi ipogei della città vecchia e commercializzato in tutta Europa.
Essa può ripristinare un fiorente passato in campo agricolo riconfermandosi Capitale del Mediterraneo per la commercializzazione d’olio vergine ed extravergine, poiché possiede tutte le potenzialità per divenire il motore economico dell’arco jonico-salentino, al fine di rigenerare qualitativamente l’economia del territorio in modo da destagionalizzare l’offerta turistica.