di Luigi Laguaragnella - Si sta diffondendo lentamente in tutta la città la notizia del ritorno gradito (400 firme sono bastate alla Commissione Cultura del Comune per ripristinarla) dell’antica festa della “ViduaVidue” sabato 18 e domenica 19 ottobre.
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Bari si riappropria di una festa sconosciuta alle nuove generazioni e che, per tradizione, è più antica della traslazione delle ossa di San Nicola. Dopo 46 anni, infatti, il Comune di Bari vuole riallacciare il filo della storia della città in quel percorso di senso di appartenenza e di memoria che spesso viene a mancare nei cittadini. Grazie ad una startup creata appositamente per il ripristino di questa festa millenaria, raggiungendo il primo posto, è nata l’associazione culturale ViduaVidue che in collaborazione con tantissime realtà territoriali ispirate alla valorizzazione del patrimonio storico di Bari, ha organizzato due giorni di festa.
Riappropriarsi del ViduaVidue significa tornare con la memoria al 1002, in pieno Medioevo, anno in cui Bari, già da allora città multiculturale, terra di approdo di diversi popoli, era invasa dai saraceni da sei mesi e fu liberata soltanto grazie all’aiuto della flotta veneziana che approdò in Puglia sconfiggendo l’invasore. Proprio quei veneziani che nel Medioevo erano nemici dei baresi. Eppure il gesto di aiuto di Venezia fu acclamato dai baresi con urla di gioia e speranza: la vì la vì (viduavidue), “la vedi vedi” gridava la popolazione al rombo dei cannoni sparati dai liberatori. La festa, fino al 1968, è un saluto a Venezia dal gusto religioso e popolare.
La festa di ViduaVidue, quindi, rispecchia ancora una volta il valore interculturale che è caratteristica di Bari. Il merito di ripristinarla da quest’anno è dell’associazione ViduaVidue di Paola Di Marzo, insieme a Luigi Spezzacatene e Antonio Loprieno. Preziosa è la collaborazione di Felice Giovine con il suo patrimonio documentaristico. E rispecchia gli obiettivi dell’amministrazione comunale, espressi dall’assessore alle Culture Silvio Maselli ossia “di reinventare una tradizione, cioè di ricostruire e di ritrovare, sulla base del notevole patrimonio culturale che detiene da secoli, le ragioni stesse del proprio futuro, della propria identità, del proprio sviluppo, lì da dove viene”. Eventi come quelli del prossimo weekend possono creare punti di identità oltre che l’orgoglio dell’appartenenza. Bari, nel Medioevo, ha sempre avuto un’importanza strategica e la gente spesso sottovaluta il valore storico che custodisce la città vecchia. Non ci si può limitare ad una tradizione legata (e ben vista dai turisti) all’aspetto enogastronomico. Bari ha altre radici storiche che vanno conosciute, prima di tutto tra i baresi.
Non a caso il Comune, insieme al I Municipio ha in cantiere il progetto di trasformare la città vecchia in un parco tematico nicolaiano e medievale.
Eventi e feste come la ViduaVidue sono un bello spot per Bari. Sono ricorrenze che impegnano associazioni ed enti locali. Si tratta di occasioni di rilancio e di nuove prospettive: dietro la festa, infatti, c’è sacrificio e lavoro per valorizzare la cultura. Bari non può limitare la valorizzazione del suo patrimonio ad iniziative sporadiche, bensì si deve incominciare a progettare in un’ottica di sistema per rendere proprio il lavoro storico-culturale maggiormente apprezzato e soprattutto più costante. L’evento, quindi, non può ridursi a slogan o spot pubblicitario, ma deve essere connesso in un tessuto che offre, in quest’ambito, prospettive (anche) professionali.
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Bari si riappropria di una festa sconosciuta alle nuove generazioni e che, per tradizione, è più antica della traslazione delle ossa di San Nicola. Dopo 46 anni, infatti, il Comune di Bari vuole riallacciare il filo della storia della città in quel percorso di senso di appartenenza e di memoria che spesso viene a mancare nei cittadini. Grazie ad una startup creata appositamente per il ripristino di questa festa millenaria, raggiungendo il primo posto, è nata l’associazione culturale ViduaVidue che in collaborazione con tantissime realtà territoriali ispirate alla valorizzazione del patrimonio storico di Bari, ha organizzato due giorni di festa.
Riappropriarsi del ViduaVidue significa tornare con la memoria al 1002, in pieno Medioevo, anno in cui Bari, già da allora città multiculturale, terra di approdo di diversi popoli, era invasa dai saraceni da sei mesi e fu liberata soltanto grazie all’aiuto della flotta veneziana che approdò in Puglia sconfiggendo l’invasore. Proprio quei veneziani che nel Medioevo erano nemici dei baresi. Eppure il gesto di aiuto di Venezia fu acclamato dai baresi con urla di gioia e speranza: la vì la vì (viduavidue), “la vedi vedi” gridava la popolazione al rombo dei cannoni sparati dai liberatori. La festa, fino al 1968, è un saluto a Venezia dal gusto religioso e popolare.
La festa di ViduaVidue, quindi, rispecchia ancora una volta il valore interculturale che è caratteristica di Bari. Il merito di ripristinarla da quest’anno è dell’associazione ViduaVidue di Paola Di Marzo, insieme a Luigi Spezzacatene e Antonio Loprieno. Preziosa è la collaborazione di Felice Giovine con il suo patrimonio documentaristico. E rispecchia gli obiettivi dell’amministrazione comunale, espressi dall’assessore alle Culture Silvio Maselli ossia “di reinventare una tradizione, cioè di ricostruire e di ritrovare, sulla base del notevole patrimonio culturale che detiene da secoli, le ragioni stesse del proprio futuro, della propria identità, del proprio sviluppo, lì da dove viene”. Eventi come quelli del prossimo weekend possono creare punti di identità oltre che l’orgoglio dell’appartenenza. Bari, nel Medioevo, ha sempre avuto un’importanza strategica e la gente spesso sottovaluta il valore storico che custodisce la città vecchia. Non ci si può limitare ad una tradizione legata (e ben vista dai turisti) all’aspetto enogastronomico. Bari ha altre radici storiche che vanno conosciute, prima di tutto tra i baresi.
Non a caso il Comune, insieme al I Municipio ha in cantiere il progetto di trasformare la città vecchia in un parco tematico nicolaiano e medievale.
Eventi e feste come la ViduaVidue sono un bello spot per Bari. Sono ricorrenze che impegnano associazioni ed enti locali. Si tratta di occasioni di rilancio e di nuove prospettive: dietro la festa, infatti, c’è sacrificio e lavoro per valorizzare la cultura. Bari non può limitare la valorizzazione del suo patrimonio ad iniziative sporadiche, bensì si deve incominciare a progettare in un’ottica di sistema per rendere proprio il lavoro storico-culturale maggiormente apprezzato e soprattutto più costante. L’evento, quindi, non può ridursi a slogan o spot pubblicitario, ma deve essere connesso in un tessuto che offre, in quest’ambito, prospettive (anche) professionali.